Per i giorni critici delle feste il governo pensa al ‘modello Merkel’

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L’ipotesi alla quale si sta lavorando è l’applicazione delle misure ora in vigore nella zona rossa e in quella arancione anche per le regioni ‘gialle’ nelle date più delicate, come quelle a ridosso di Natale e Capodanno. Possibili deroghe per i piccoli comuni

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© Alessandro Serranò/AGF – Giuseppe Conte

Il 24, il 25, il 26. Il 30 dicembre, l’ultimo dell’anno, il 1 gennaio e il 6 gennaio. Sono giornate cerchiate di rosso per il governo che domenica sera si è riunito per fare una valutazione della situazione epidemiologica. La riunione tra il premier Conte e i capi delegazione si è aggiornata a lunedì, quando ci sarà un confronto con il Comitato tecnico scientifico che insiste sulla necessità di stringere ancor più le maglie. L’ipotesi alla quale si sta lavorando, secondo quanto si apprende, è quella di applicare le misure ora in vigore nella zona rossa e in quella arancione anche per le regioni ‘gialle’ in determinati giorni durante i quali si rischia un maggior assembramento.

La valutazione su quali giorni è ancora da definire. Ma l’obiettivo – spiega una fonte di governo – è applicare il ‘modello Merkel’ che ha evocato un lockdown duro presentando misure anti-Covid più stringenti. Sulla linea ‘rigorista’ soprattutto i ministri Boccia e Franceschini ma anche – secondo quanto si apprende – il premier Conte e le altre forze politiche della maggioranza. La necessità è quella di pensare a delle misure contro gli assembramenti. Su proposta del ministro Bonafede, capo delegazione M5s, si è deciso quindi di fare una riunione con il Cts e la ministra dell’Interno alle ore 10 per sapere qual è la situazione attuale da un punto di vista di rischio sanitario e se c’è una preoccupazione relativa al rischio di assembramenti. Per quanto riguarda invece lo stop tra gli spostamenti nei giorni super-festivi si è deciso – sempre secondo quanto si apprende – di comprendere deroghe ma solo per i piccoli comuni.

Stretta sui negozi?

La possibilità di adottare misure più stringenti nei giorni festivi è stata valutata alla luce delle scene di assembramento soprattutto nelle grandi città. Da qui la decisione di una nuova stretta che potrebbe riguardare i giorni delle festività natalizie proprio per evitare una terza ondata che – questo il ‘refrain’ emerso nell’incontro tra i capi delegazione e il premier Conte – sarebbe devastante per la ripresa. Per quanto riguarda le deroghe agli spostamenti natalizi si sta pensando a comuni con 5 mila abitanti entro un raggio di 30 km.

Il vertice si è aggiornato a lunedì. Ci sarà un confronto con il Cts e con il ministro Lamorgese per definire le misure. L’eventualità di estendere le misure ora applicate per le zone rosse e arancioni anche alle regioni gialle nei giorni critici sul ‘modello Merkel’ porterebbe quindi ad una ‘stretta’ sui negozi. “Dobbiamo evitare le scene che abbiamo visto oggi”, spiega un ministro. Della necessità di prevedere nuove misure si è parlato anche oggi in una riunione del Pd.

Ma mentre l’ala rigorista spinge per estendere al massimo la stretta, nel governo c’è pure chi vorrebbe lasciar aperti i ristoranti anche a pranzo. “Confrontiamoci con la comunità scientifica e decidiamo misure coerenti e comprensibili”, la posizione del ministro Bellanova, secondo quanto si apprende. “Anche più restrittive di quelle attuali, se necessario, ma comprensibili. Perché solo così i cittadini saranno indotti a rispettarle”, il ragionamento.

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