Ci sono storie che sono in grado di scaldare letteralmente il cuore e di infondere positività e tanta voglia di vivere. È quello che si prova dopo aver letto “Una storia straordinaria” dello scrittore Diego Galdino. Abile conoscitore dell’animo umano e dei sentimenti, Diego ha creato dei personaggi come quelli di Luca e Silvia che rimangono impressi nella memoria dei lettori e nei quali è inevitabile entrare in empatia.
Luca e Silvia sono due ragazzi appassionati di cinema che improvvisamente si ritrovano a vivere delle esperienze che cambiano drasticamente la loro vita come la perdita della vista per Luca e subire una violenza in un parcheggio per Silvia. Sarà il loro amore per la loro passione comune e l’affetto di amici e familiari a salvarli da questi eventi drammatici. Ci penserà in Destino a combinare il loro incontro magico che farà acquisire nuovo valore e significato alle loro giornate.
In “Una storia straordinaria” l’amore viene narrato abilmente attraverso tutti i cinque i sensi. Questa è una storia che trasuda romanticismo e amore per la vita vera, vissuta attimo dopo attimo in tutta la sua essenza. Come ambientazione troviamo una città magica come Roma che viene descritta con cura e tanto amore dall’autore che dimostra anche di essere grande appassionato di cinema.
Dell’importanza dei cinque sensi in amore e del ruolo del Destino nelle nostre esistenze si racconta Diego Galdino in questa ispiratoria intervista.
Da dove ha tratto l’ispirazione per la scrittura di questo emozionante romanzo?
Era un’idea che avevo in testa da anni, ma avevo paura di non essere pronto per scrivere di tematiche così serie ed importanti, anche se avevo già affrontato la disabilità in un altro mio romanzo, quello dedicato alla Narcolessia la malattia del sonno. Poi una domenica mattina mentre mi trovavo ne Il giardino degli aranci sull’Aventino a Roma insieme alle mie figlie ho chiuso per qualche secondo gli occhi, chiedendomi cosa avrei fatto io se mi fosse stata tolta improvvisamente la possibilità di guardare le persone che amo, la mia città, i film. Quando ho riaperto gli occhi ho capito che ero pronto per scrivere una storia straordinaria.
Lei è stato molto abile nel narrare l’amore attraverso i cinque sensi. C’è un senso in amore al quale è più legato e perché?
Per me il senso più importante è appunto la vista. Ma in amore credo che l’olfatto e il tatto siano fondamentali. Se riuscissimo a goderci questi due sensi in ogni momento trascorso con la persona che amiamo credo che ogni momento vissuto possa diventare indimenticabile. In amore il profumo non dovrebbe mai essere solo un profumo, così come una carezza non dovrebbe mai essere solo una carezza.
Il suo romanzo trasuda amore con la A maiuscola, una tipologia di amore romantico che si sta estinguendo. Lei pensa che esso sia realtà o utopia al giorno d’oggi?
L’amore è una favola, ovviamente quello corrisposto, lo è sempre stato e continuerà ad esserlo. L’amore dovrebbe rendere solo felici. Io penso che non sia l’amore ad essere cambiato, ma le persone che lo provano.
Lei crede nel Destino e di come certi incontri come quello di Luca e Silvia siano combinati da esso?
Io credo nelle anime gemelle, nelle vite precedenti e fermamente nel destino, ma credo anche che se quello che ha scelto per noi il destino non ci piaccia dobbiamo fare tutto il possibile per provare a cambiare le cose.
Ancora una volta lei si riconferma un grande conoscitore dell’animo umano. Da dove nasce questo suo interesse nei confronti dei sentimenti e delle emozioni?
Io sono da sempre innamorato dell’amore e questo ha spesso condizionato tutta la mia vita. Diventare uno scrittore di romanzi sentimentali è stata l’inevitabile conseguenza di voler urlare al mondo le mie necessità attraverso la scrittura…
E la sua passione per il cinema?
Per chi come me passa gran parte delle sue giornate dietro al bancone di un Bar l’unico modo per viaggiare almeno con la fantasia è attraverso la lettura e il cinema, due cose che non potranno mai mancare nella mia vita. Io sono un grande appassionato di arte e il cinema viene definita la settimana arte. Film come C’era una volta in America per me sono capolavori che non hanno nulla da invidiare a Il giudizio universale di Michelangelo.
Quanto di Diego Galdino possiamo rintracciare in questa storia?
La base di ogni mia storia è cosa avrei fatto io se fosse successo a me. Ancora di più per questo mio ultimo romanzo Una storia straordinaria. Il Diego uomo accompagna da sempre i personaggi del Diego scrittore, anzi il più delle volte ne sono la sua proiezione.
Quanto è cresciuto artisticamente Diego Galdino da “Il primo caffè del mattino a “Una storia straordinaria”?
Tantissimo quando arrivai alla Sperling & Kupfer con Il primo caffè del mattino sia io che la storia che avevo creato eravamo due diamanti grezzi. In fin dei conti ero solo un barista che aveva scritto una storia. E per quanto quella storia potesse essere bella, originale e rivoluzionaria, senza il lavoro di editing della casa editrice non sarebbe riuscita ad essere quella che poi è diventata, un caso letterario in ogni paese in cui è stata pubblicata. Infatti la mia soddisfazione più grande è sempre stata il fatto che ad ogni romanzo che scrivevo il lavoro di editing diventava meno necessario, fino ad arrivare ad Una storia straordinaria un romanzo quasi perfetto già dalla prima stesura. Ma di sicuro ho ancora molto da imparare, in fin dei conti sono solo un barista che scrive delle storie.
A chi consiglia la lettura del suo romanzo?
Io consiglio principalmente di leggere, a prescindere che siano i miei libri o quelli di qualcun’altro perché secondo me, dopo fare l’amore, leggere è la cosa più bella che possa fare un essere umano. Io scrivo favole per adulti, quindi per chi avesse ancora bisogno di una favola per addormentarmi sereno il mio romanzo credo possa essere quello giusto.
Mariangela Cutrone