Governare l’Italia da Cavour a De Gasperi a Conte : mission possibile ?

Politica

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Ho assistito il 15 dicembre via web, ormai e sempre di più, ad un incontro di altissime personalità che, con intenzioni serie ed oneste, hanno analizzato misurato e pesato alcuni grandi problemi dell’Italia dando il loro contributo per un nuovo sviluppo e risorgimento. L’occasione è stata la presentazione del volume “Governare l’Italia. Da Cavour a De Gasperi a Conte oggi. A 70 anni dalla nascita della Cassa per il Mezzogiorno” a cura di Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi.

Rinvio al sito www.eurilink.it per l’ascolto. Qui solo alcune riflessioni post facto.

Poche persone, autorevoli certo, ma poche. L’Età adulta, direi un vero Senato, nella sua accezione più nobile, ma non ho visto né sentito giovani, ma non giovani e basta, ma giovani con la Storia alla base dei loro interventi e la Storia nello sviluppo delle idee innovative.

Chi ha parlato aveva una Storia conosciuta e una Storia di esperienze e tanta voglia di aiutare l’Italia futura.

Ma non c’erano giovani a sentire. Non ci sono giovani che sentiranno o che leggeranno a meno che ognuno dei presenti all’incontro non abbia poi pubblicato o pubblicherà su siti e media di ogni tipo -con cui tiene un quotidiana relazione- quanto detto e rinvii alla lettura o all’ascolto, come nel nostro caso.

 L’occasione mi dà lo spunto per una personalissima “storia dell’uomo degli ultimi 2000” anni con tutti i limiti in 20 righe!

In 12 (Fondatore incluso) hanno spinto un mondo antico al suo rinnovamento, duemila anni fa. Ma dopo appena, e soli, 30 anni  divennero antipatici, subito, al potere imperiale che, efficiente quanto mai, crocifisse al Circo del monte Vaticano il Capo e tagliò il capo alla Mente del gruppo, alle tre Fontane.  Dopo 350 anni sono diventati la Religione di Stato dominante e dunque arrogante. Le circostanze storiche hanno fatto si che per 1900 anni nutrissero le radici di un intero continente estendendo, grazie alle armi dei neonati stati nazionali, l’influsso nel nuovo mondo e poi del novissimo, qualche secolo più tardi. Noterete che fu Marco Polo recarsi in Oriente e non li contrario, come Cristoforo Colombo in Occidente e non il contrario: da loro punto di vista  comunque e oggettivamente “andarono e scoprirono” con consapevolezza differente da chi li precedette per commercio o per caso.

La res publica sub Deo e i suoi principali figliastri, la Riforma e la Rivoluzione Francese, aveva dalla sua parte il Diritto, la Politica e le Guerre, fino ad Hiroshima.

Poi, per 30 anni una guerra fredda condita dagli ideali dei Diritti Umani da un lato e della corsa alla Luna dall’altro, tennero calma la terra. Finché giunse arpanet-internet, e la Tecnologia iniziò a crescere smisuratamente, e il Petrolio dettò le condizioni dell’economia mondiale allarmando il mondo proprio con l’avvento della  sua precarietà.

Da pochissimo, 50 anni, c’è dunque un nuovo mondo: l’Economia e la Comunicazione.  Non si sa chi delle due domina l’altra, è vero che questo coniugio ha prodotto l’algoritmo che sta evolvendo verso una Intelligenza Artificiale a cui, volente o meno, l’umanità sta delegando se stessa nelle cognizioni e addirittura nelle decisioni.

E’ quindi il sistema degli automatismi prefigurati di controllori incontrollati che provoca risalite o precipitazioni delle borse, è l’auto che decide per il conducente, è lo smartphone che detta le cognizioni per chi lo ha al polso o in tasca, è la casa domotizzata che prima aiuta poi si sostituisce alla famiglia (familia ?!) con gli automatismi alle sulle e al posto delle persone.

I giovani studiosi sono lì, bruciati a 30/40 anni, e sostituiti come pezzi dei nuovi Tempi moderni nelle agenzie globalizzate più varie a cui le aspirazioni sovraniste dei vecchi Stati e le nostalgiche reazioni delle Nazioni sono solo contingenze ad anzi ottimi mercati da utilizzare per le più raffinate economie e un buon materiale di consumo per i media di ogni genere.

Tutti gli altri ? Un popolo, no, una massa si, di consumer, di nuovi ecologisti o animalisti, perfino di terroristi e delinquenza tecnologicamente organizzata, tutti gruppi che fanno e che appaiano nella comunicazione sempre per una informazione patinata, quella per cui invece di vivere la giungla la si guarda dalle telecamere 4D di efficienti e nitidi droni dal “comodo” di un divano. Certo, tutto questo resta fuori finché non ti entra in casa davvero e allora è troppo tardi (fallimento della Grecia e esplosione di Beyruth con fallimento del Libano già dimenticati ?) il risveglio dal torpore impedisce la resistenza e si è vinti o eroi.

Una Italia mai nata, fatta di liberi quanto unici (Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Palermo…) e irripetibili al mondo Comuni appena cuciti insieme, dove Roma imperiale e Roma Cristiana (rinascimentale e barocca) segnano il mito ancora e sempre esportato ed ammirato, dove oggi vive quella terza Roma di un piccolo Stato che per una scintilla di anni divenne la “quinta potenza mondiale”! E all’estero basta dire due parole: “Roma e Rinascimento” per avere riconosciuto rispetto e dignità di italiano.   

E così, in questo folle ma mirabile quadro, gli interventi dei grandi della webinar del 15 dicembre hanno rinverdito anche la buona funzione della Cassa del Mezzogiorno nei suoi primi quindici anni e questo serve a memento perchè ogni cosa, nel tempo, ha bisogno di rinnovamento come le posate che devono essere sciacquate ogni giorno perchè il successivo tornino lucenti ed efficienti.

 A loro, ascoltandoli, si deve l’entusiasmo, ancora e nonostante tutto, del voler fare, voler aiutare, del costruire insieme. E l’Italia deve avere persone, di qualsiasi età e sesso, titolo e condizione, senza precostituire quote e canali privilegiati, ma preparate, oneste e sagge, che lavorino coll’idea che la manutenzione ordinaria è importante almeno come quella straordinaria per gestire un Paese unico per tanti e tante ragioni (storico, culturale, artistico, ambientale, enogastronomico, …).

 E che questa manutenzione non la devono compiere perchè perdurino gli effetti positivi solo finché ne reggeranno le redini, ma oltre, per passarle come testimone di una staffetta vincente e non bearsi fermandosi a guardare lo scettro del comando nelle loro mani!

 Bene sarebbe allora la verifica di chi entra nel servizio pubblico e al termine del suo mandato coglierne l’incremento personale d’ogni tipo: la trasparenza lo vuole e il popolo anche, e se ha ben lavorato per il bene comune, che ne abbia altrettanto di pari soddisfazione senza misere previdenze per tanti e abnormi prebende per pochi.

Bene sarebbe anche che le norme che investono e riguardano ad ogni titolo gli incrementi dei rappresentanti al servizio del Popolo non potessero esser da loro stessi proposte, approvate, emendate. La trasparenza ne sente necessità e il Popolo pure.

Però in questi facili e non nuovi teoremi c’è l’incognita del  soggetto Popolo. Termine che contiene maturità, discernimento, conoscenze, volontà, incorruttibilità di ognuno dei cittadini. Non massa. Forse forse che farebbero prima tutti, ma proprio tutti coloro che prestano servizio nello Stato ed enti locali, a convertire in Valori il loro servizio e aiutare la massa a tornare popolo ?!

 Devo dir grazie al Presidente Scotti che, senza quella Sua pubblicazione, e quegli incontri webinarizzati che instancabilmente organizza, queste righe non sarebbero state, almeno per oggi, scritte.

 In un momento così cruciale, con enormi capitali disponibili, l’umiltà di lavorare insieme uniti (ut unum sint ha una profondità nella collegialità di venti secoli), abolendo maggioranze e opposizioni: è quel miraggio utopico che si sgretola se l’uomo-governo cambia e si converte e allora non servono cabine di consulenti unilateralmente scelti perchè le squadre si uniscono e tutti cooperano a recuperare la scintilla degli anni Sessanta e farla crescere in sinodalità, in un sano, giovane, efficiente falò di energie pulite.

Prof. Avv. Antonello Blasi

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