Depuratore, anche il sito di S. Angelo a Piesco è da evitare.

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Di Danila De Lucia

Da anni le associazioni ambientaliste, così come gli attivisti e i portavoce del Movimento 5 Stelle, hanno fatto di tutto per opporsi alla ‘strana’ scelta di costruire un depuratore per le acque reflue della città in area archeologica. 

Una collocazione che peraltro appariva immotivata.

Ora che tale improvvida decisione è stata fugata, esprimo la mia personale soddisfazione che viene dopo aver sollecitato il Ministro dei Beni Culturali, Franceschini, a porre attenzione sul destino che attendeva l’area di Santa Clementina, e dopo aver interrogato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sullo stesso argomento; a quest’ultimo, in particolare, va il ringraziamento del Movimento 5 stelle per aver deciso di destinare a quest’opera che rimane strategica, una cifra superiore ai 18 milioni di euro.

In questi mesi di lungo lavoro, mentre la collega Sabrina Ricciardi incontrava sulla questione prima il Commissario Rolle e poi Giugni, ho anche incalzato la Soprintendenza archeologica di Caserta e Benevento dove, la scorsa estate, accompagnata dal deputato Pasquale Maglione, ho avuto modo di esporre le nostre perplessità al dott. Mario Pagano.

Ora, sinceramente, spero che analoga scelta venga anche per la collocazione di quello che ormai sarà un depuratore unico che si insiste nel voler collocare in zona S. Angelo a Piesco. È infatti importante ricordare che anche questa è un’area di grande valenza paesaggistica, collocata in un’Oasi di protezione della fauna, a poche centinaia di metri dal centro storico di Castelpoto, borgo di origine longobarda; è molto vicina alla pista ciclopedonale che rappresenta un tratto della Via Francigena nel Sud e di EuroVelo 5 (uno dei 15 percorsi cicloturistici più importanti d’Europa), dove insiste il Centro Visite Lipu dell’Oasi “Zone Umide Beneventane”, collocato in un ex casello ferroviario e in parte ristrutturato con fondi del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Insomma, anche questa sembra essere una scelta poco opportuna considerando soprattutto che proprio le associazioni ambientaliste, che chissà come mai solo sono state tenute nella giusta considerazione solo ora, ne indicano di migliori e più opportune dove costruire il depuratore di Benevento che, anche adesso che se ne millanta l’avvio dei lavori, appare ancora lontano dalla sua realizzazione.

È il caso, per concludere, di destinare i finanziamenti messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente per la costruzione di un’opera indispensabile ma in un’area idonea la cui scelta sia più coerente con le caratteristiche territoriali e con e istanze che arrivano dalle associazioni e dai cittadini.

Danila De Lucia.

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