Il declino  

Politica

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I partiti, causa dei molti mali di casa nostra, non si sono ridimensionati; anzi sono aumentati nel numero. Il trasformismo, per questioni logistiche, è tornato alla ribalta e visi “ben noti” si sono presi l’onere di fondare partiti “nuovi”. Nuovi, ma non nei programmi che, spesso, si riducono al “motto” di presentazione del loro leader.

 Fuori Palazzo, c’è una Penisola che soffre l’incertezza del futuro. Chi ci rappresenta non è nelle condizioni d’offrire di più di quanto può, effettivamente, dare. I provvedimenti finanziari per il prossimo anno potrebbero non garantire una sicura stabilità economica. Finite i ripieghi, i problemi si ripresenteranno; ma dietro ci sarà solo terra bruciata.

 Il rapporto Deficit/Pil è in segno negativo. Però le terapie d’urto, ma già lo avevamo scritto, servono solo per tempi brevi. In tutti gli altri casi, come quello che stiamo vivendo, non ci sono i presupposti per avere di meglio. Neppure facendo conto sugli aiuti UE.

 Negli anni ’90, in piena Prima Repubblica, la situazione non era dissimile dall’’attuale. Pur senza pandemia. Deterioramento e fondi occulti avevano inquinato la politica d’allora. Adesso la storia, che è maestra di vita, sembra bissare. I cambiamenti politici, che non saranno gli ultimi, potrebbero essere solo la parte più evidente di una situazione più multiforme e con un Potere Legislativo ridotto nei numeri. Però, non è più possibile mantenere certi atteggiamenti che potrebbero condizionare il nostro futuro. Sempre che il declino non sia una sorta di pulizia, anche morale, che dovrebbe consentire la sopravvivenza della parte migliore del Paese. Pure se dietro il termine “sopravvivenza” potrebbe celarsi il “regresso” nazionale.

Giorgio Brignola

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