Meritocrazia per tutti e a tutti i livelli: il tempo sta per scadere!

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In questi giorni in cui la politica è occupata nella crisi più buia e oscura perché figlia di una legislatura nata nel 2018 senza una maggioranza chiara e in cui si naviga a vista, senza avere un porto e una meta in cui la mossa salvifica del referendum di ridurre il numero dei parlamentari  ha finito per blindarla, ci chiediamo: cui prodest? I giornalisti e i virologi dialogano con la tentazione di scambiarsi la veste e a volte in una commistione di ruoli in  cui gli statistici sbucano per determinare l’indice di RT riesce difficile pensare ad elezioni. Ma forse nelle sacre stanze del Palazzo non si percepisce che ogni giorno molti uomini e donne per incompetenza perdono il posto di lavoro, altri muoiono e altri ancora vengono ignorati e muoiono ai cigli delle strade.

C’è un detto popolare che dice “il sazio non può comprendere chi ha fame”. Sembrerebbe di una disarmante verità ma purtroppo nessuno riesce a cambiare il destino delle persone, basterebbe anche di una sola. Siamo un paese che usa il “noi” nelle parole ma agisce avendo presente solo la prima persona singolare “io”, non basta consultarsi nelle scelte per poi effettuare scelte che danneggiano i singoli . Il continuo cambio di docenti e conseguenti metodi nelle classi penalizza i ragazzi che sono veramente l’ultima ruota del carro che si chiama scuola. I docenti sono carne da macello e i loro continui cambi non assicura la sbandierata continuità didattica.  E continua ad accadere. In altre nazioni le scuole assumono e saggiano gli insegnanti verificando sul campo la loro capacità e dopo vengono confermati nella stessa scuola. Difficile, no, basta volerlo. Continuiamo a dibattere ma le persone capaci e meritevoli continuano a combattere contro i mulini a vento, impersonati da personaggi discutibili e incompetenti. Basta un concorso superato per verificare se presidi, docenti e personale ATA sia in grado di svolgere i compiti assegnati dalla legge o sarebbe meglio prima saggiare in tre anni di prova le loro capacità per decidere sulla materia più delicata del mondo, l’educazione, che non è monetizzabile ma si misura in termini di sviluppo della gentilezza, vivacità e capacità di porsi domande più che avere risposte, interrogarsi e sapersi rapportare?  

Ma l’esempio viene dall’alto. Ci siamo mai chiesti se nella scelta dei ministri si sia mai tenuto presente il curriculum vitae oppure la dimostrazione di aver effettuato   qualche opera significativa nel settore nel quale si è chiamati a ricoprire il munus . Capo di un dicastero è un incarico non da passante ma che richiede competenze da tecnici che richiedono responsabilità politiche.

Il popolo è stanco e solo l’alto senso dello Stato dei cittadini, forgiato nelle generazioni dei padri della patria con partiti come la Democrazia cristiana, il Partito Comunista, i socialisti, liberali e repubblicani ha mantenuto la rabbia in binari democratici e hanno impedito colpi di Stato e soluzioni traumatiche come in Spagna e in Grecia.

La riduzione dei parlamentari, già vigente e la riforma elettorale, ancora in alto mare,  frenano molti dal volare alto e quindi  si tira a campare e non si dà una svolta ad un paese che è spaccato ma non riesce a fare sintesi perché non si vede la luce in fondo al tunnel.

Alla vigilia di un altro governo e forse di una crisi al buio, bisogna rimanere con la schiena dritta e vigili a cogliere il bene, le buone notizie ma anche a dare il proprio contributo ad un mondo migliore anche se si è in pochi ma anche una piccola matita nelle mani sicure…di Dio può fare miracoli, dipende dalla nostra libertà in quali mani la vogliamo riporre. Dio non voglia che la risposta all’interrogativo iniziale (cui prodest?) sia a vantaggio di pochi perché il virus dell’indifferenza è peggiore e più letale di quello clinicamente testato e rischia di diventare immune alle varianti.

Pensiamoci e agiamo perché il Καιρός , tempo profetico dell’opportunità sta per scadere.  

Dario Felice Antonio Patruno

Tag: meritocrazia

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