Antonio Fiore Ufagrà, Postfuturismo e Cosmopittura

Arte, Cultura & Società

Di

di Roby Guerra

L’ennesimo catalogo (Gangemi editore) è del 2019, ma come ad esempio Dal Neofuturismo Agrà alla Cosmopittura, In Viaggio con  Ufagrà e altri, usciti per puntuali e elegantemente cadenzate mostre prestigiose, coerentemente con la continuità del futurismo storico negli anni pre-post duemila, quest’ultimo a suo tempo per la mostra di Assisi, suggella e sempre in progress la rara contemporaneità dell’ultimo futurista, dai tempi anche di Futurismo Oggi e Enzo Benedetto.

Nello specifico per Ufagrà, questo catalogo è forse il vertice come design e completezza,  a cura dei fidatissimi Massimo Duranti e Andrea Baffoni, con contributo  di G. Proietti Bocchini.

Un autentico libro d’arte, nel divenire futurista contemporaneo di Antonio Fiore: dagli originari quadri messaggio/poesie visive, al suo futurismo spaziale, arte sacra futurista, la tridimensionalità ufagriana, rarity… della sua collezione privata, l’espansione esponenziale dal cosiddetto neo futurismo (ma il neo semplice segno storico cronologico semiotico) alla cosmopittura dove l’originaria marinettiana ricostruzione futurista dell’universo è davvero un Secondo Big Bang, una nuova evoluzione cosmica, la Vita inclusa, un Rinascimento Siderale.

Le più belle stelle dell’universo, Dio incluso, pianeti, buchi neri che diventano bianchi e luminosi, sono i vagiti-colori “inediti” della cosmopittura di Ufagrà.  E le puntuali referenze critiche dei principali critici dell’ultimo futurismo (da Lista a Tallarico, Giorgio Di Genova, Sante Monachesi, Francesco Grisi, allo stesso Sgarbi), solo per citarne alcuni dei tanti,  (anche un piccolo contributo del sottoscritto), oltre ai curatori del presente catalogo, si trasfigurano nel  Gioco combinatorio infinito del cromatismo  ultradinamico, di Ufagrà, sulla scia  personal oggi cibernetica di Balla e Boccioni e degli aeropittori futuristi.

Di seguito una breve nostra intervista recente (2021) a Antonio Fiore, Ufagrà e il Futurismo nell’era del virus:

Maestro, nuovo decennio del duemila, il futurismo oggi nell’era del virus, può ancora essere un antivirus artistico?

Lo è oggi e lo sarà anche in futuro perché essendo un’IDEA, a differenza del Movimento futurista cessato nel 1944 con la morte di Marinetti, non si esaurisce perché è un’attitudine spirituale e quindi risorgente. Non solo è un’antivirus ma è il vaccino artistico perché à un modo di vivere, un modo di intendere la vita, quindi oltre il virus.

Antonio, il tuo cosmofuturismo.

Il mio cosmofuturismo è la fase successiva dell’Aeropittura. Il Futurismo ha avuto tre stagioni: la prima quella dell’industrializzazione, della macchina e della scoperta della velocità. La seconda coincide con l’avvento e l’utilizzo ordinario dell’aeroplano negli anni Trenta, dunque l’Aeropittura. La terza, dall’inizio degli anni sessanta, con la conquista dello spazio (12 aprile 1961, Gagarin primo uomo nello spazio) e dunque con la Cosmopittura. È la continuità del Futurismo nell’attualità. Marinetti, nel Manifesto di fondazione, con l’espressione “il Tempo e lo Spazio morirono ieri”, cancella ogni presupposto di lettura cronologica, senza limiti e proiettato sempre alla modernizzazione.

Come ha scritto Giovanni Lista….” Con la cosmo pittura di Fiore, il futurismo dimostra, infatti, di poter andare oltre la residua impetuosità della propria mitologia, e di continuare a dare forma specifica a un’identità dell’arte italiana”.

https://www.umbria24.it/cultura/dal-post-futurismo-alla-cosmopittura-una-mostra-celebra-antonio-fiore

https://antoniofiore.it/

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