Il Papa preoccupato per l’inverno demografico italiano

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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“In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo”. Con queste parole, pronunciate subito dopo l’Angelus di questa mattina, il Papa si è detto preoccupato “per l’inverno demografico italiano” ed ha chiesto che “finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine”.

Ad offrire l’occasione per questo intervento è stata la celebrazione della 43^ Giornata per la Vita, istituita dai vescovi italiani nel 1978 durante l’iter parlamentare della legge sull’aborto. La Giornata – si legge nel messaggio diffuso per l’occasione dalla Conferenza Episcopale Italiana – “vuole essere una occasione per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita”.

Riprendendo il tema scelto quest’anno, “Libertà è vita”, il Papa ha ricordato che “la libertà è il grande dono che Dio ci ha dato per ricercare e raggiungere il bene proprio e degli altri, a partire dal bene primario della vita. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, perché sia tutelata in ogni sua fase”.

Dopo alcuni mesi di stop a causa della seconda ondata della pandemia di COVID-19, Papa Francesco è tornato questa mattina ad affacciarci su Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus ed a salutare i fedeli radunati sotto la celebre finestra del Palazzo Apostolico.

Volendo rispettare i divieti governativi anti-assembramento e le altre norme che hanno fortemente limitato gli spostamenti, il Papa aveva deciso di non tenere la celebre preghiera mariana nella consueta forma, ma di collegarsi dalla sua biblioteca privata così come aveva fatto durante il lockdown della primavera scorsa. Stamane, invece, con il ritorno del Lazio in zona gialla, ha voluto riprendere la consueta modalità ed ha salutato i fedeli e pellegrini presenti in piazza, soprattutto gli habitué. Lo stesso Pontefice ha voluto far presente il ritorno alla normalità pronunciando “un’altra volta in Piazza!” appena affacciatosi e poi dichiarandosi “contento” di poter vedere di nuovo i fedeli radunati in piazza.

Prima di recitare la preghiera il Papa ha commentato il Vangelo odierno che proponeva la guarigione della suocera di Pietro e di altri malati. Per Francesco come per Gesù vi è una predilezione per le persone sofferenti, così anche la Chiesa deve “prendersi cura dei malati di ogni genere”. “Portare la tenerezza di Dio all’umanità sofferente” e curare i malati è “parte integrante della missione della Chiesa”. “La realtà che stiamo vivendo in tutto il mondo a causa della pandemia rende particolarmente attuale questo messaggio, questa missione essenziale della Chiesa” ha concluso il Papa.

Quindi il Papa ha ricordato quanto sta avvenendo in Myanmar ed ha pregato affinché “quanti hanno responsabilità nel paese si mettano con sincera disponibilità al servizio del bene comune, promuovendo la giustizia sociale e la stabilità nazionale per una armoniosa convivenza democratica”.

Infine, prima di congedarsi dai fedeli, Francesco ha rivolto un appello in favore dei minori migranti non accompagnati ed in particolare di quelli che si trovano sulla cosiddetta “rotta balcanica”: “facciamo in modo che a queste creature fragili e indifese non manchino la doverosa cura e canali umanitari preferenziali”.

Claudio Gentile

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