Michael Mann. Il regista che indaga nelle ‘menti criminali’

Cinema

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Michel Kenneth Mann è stato uno sperimentatore di generi nella sua carriera registica. Americano di nascita studia alla London’s International Film School di Londra e tornando negli States si dedica alla regia documentaristica e alle problematiche sociali che inquadra e analizza nei primi cortometraggi come “Jaunpuri” del 1971 e “17 Days Down the Line” del 1972. Si dedica al cinema curando la regia di “The Jericho Mile” del 1979, con il quale vince un Emmy Award e il premio della Director’s Guild of America per la miglior regia.

Il film d’esordio racconta la storia di un detenuto che corre per combattere i pregiudizi dei giudici che non l’hanno accettato alle Olimpiadi. Realizzato e montato senza “voce off” con Mann che lascia parlare i personaggi duri e pieni di rabbia che cercano di ritrovare una loro dimensione  nella quotidianità del carcere, multiculturale ma forzato luogo d’incontro. Gira il primo film “Strade Violente” nel 1981. E’ il suo primo film proiettato in sala, dai toni drammatici e noir, indaga sui tormenti interiori di un ladro indeciso sulla sua vita futura perché innamorato della donna che potrebbe cambiarlo per sempre. “La fortezza” nel 1983, è un’opera psico-thriller ambientata ai tempi del Nazismo, nato da un adattamento di romanzo fanta-horror con sequenze di musica rock e dialoghi filosofico-moralisti, è un film particolarmente riuscito per gli effetti scenografici e l’ottima cura della fotografia.

In seguito scrive la sceneggiatura di alcuni episodi delle due serie poliziesche di successo: “Starsky & Hutch” e “Miami Vice” attraverso le quali riscrive completamente il concetto di serialità introducendo anche le soundtrack caratteristiche riconoscibili dei telefilm cult anni ’80. Ispirato da registi come Melville e Huston, viene considerato l’erede del cinema classico dei grandi geni del cinema: Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Brian De Palma.

Compie il passo verso la svolta nel 1986 quando presenta “Manhunter” tratto dal romanzo “Red Dragon” di Thomas Harris; il film racconta per la prima volta gli effetti che produce il male estremo attraverso le pazzie della mente perversa e disturbata del dottor Hannibal Lecter, psicologo-cannibale, personaggio che passerà alla storia, pochi anni dopo, con la straordinaria interpretazione di Anthony Hopkins ne “Il silenzio degli innocenti”.  

Nel 1992 gira “L’ultimo dei Mohicani”  trattando la guerra anglo-francese dell’America del Nord mentre torna al noir con “Heat” nel 1995, uno dei suoi film capolavoro, che vede protagonisti Jon VoightAshley Judd con Natalie Portman agli esordi, e per la prima volta nella stessa scena due numeri uno della cinematografia modiale: Robert De Niro e Al Pacino. La colonna sonora di “Heat” è da segnalare per la sua intensità con composizioni di Elliot Goldenthal, Brian Eno, Einstürzende Neubauten, Terje Rypdal, Moby.

Un gran bel film è “Insider – Dietro la verità” del 1999 con Russell Crowe, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista. E’ un film “da camera” che cerca di svelare i segreti dietro le multinazionali del tabacco, gli illeciti e le truffe. Nel 2001 racconta la parabola esistenziale del pugile campione del mondo Cassius Clay, nel film “Alì” interpretato da un sorprendente Will Smith. Il film rivela la sensibilità e la grandezza dell’uomo Alì che combatte contro tutto quello che non rappresenta la sua filosofia di vita; poche sequenze con incontri di boxe tra tutti ricordo intense sequenze hanno un potente impatto emotivo. Su tutte le scene mi ha colpito molto il finale.

Il genere “thriller metropolitano” lo riporta a realizzare “Collateral”  nel 2004 con Jamie Fox e Tom Cruise. La tecnologia digitale permette a Mann di girare quasi completamente in digitale di notte nella Los Angeles maledetta dalla criminalità. Rappresenta la sintesi del “karma registico” di Mann che ambienta il film in taxi guidato da Fox che è costretto a guidare per Cruise, per la prima volta sullo schermo un killer che non si ferma davanti a niente.

Con Jamie Fox e Colin Farrell gira il remake post anni ’80 della sua serie “Miami Vice” nel 2006 e nel 2009 con Johnny Depp, Christian Bale e di Marion Cotillard, gira un gran bel film “Nemico pubblico” biografia del criminale John Dillinger. Ho notato che nel film è usata moltissimo la steady cam per accelerare i ritmi e accrescere la suspence, sottolineando  attraverso la violenza delle scene come nessun male si può debellare definitivamente perché l’uomo ha un istinto “animalesco” ereditato dalla sua storia evolutiva. Michael Mann è un regista preciso, maniacale, pretende che gli attori siano in grado di trasformarsi nei suoi personaggi per assorbirne tutte le caratteristiche fisiche e psicologiche. Esige una preparazione perfetta (Will Smith per “Alì” si allenò per un anno con il vero allenatore di Cassius Clay, Angelo Dundee, prima di iniziare a girare). S’ispira spesso a opere d’arte di grandi artisti come William Blake e utilizza le riprese digitali per donare maggiore realismo alle sue sequenze perché, come afferma lui stesso, le riprese sono il momento dell’espressione, in cui si manifesta prepotentemente il “potere dei conflitti” interiori e in cui si alterna all’azione la suspance poiché spesso sono i silenzi ad anticipare le scene più cruente e violente. Micheal Mann ha compiuto attraverso la regia quel viaggio nell’underground della criminalità che aveva conosciuto da giovane attraversando le strade di Chicago, abbracciando il cinema dei maestri nella sua regia.

Assunta Petruzzi

 

 

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