“Aperti coi tamponi all’ingresso”. La sfida ai dpcm del ristorante milanese

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Domenica dalle 18 alle 22 nel ristorante messicano ‘Parrilla’ – primo tentativo di questo genere in Italia, in aperta violazione delle regole – sarà possibile cenare solo per chi  farà un test nel gazebo fuori dal ristorante”. “Chiederemo al Prefetto che questa diventi la regola”, spiegano i promotori dell’iniziativa 

 

“Una serata che potrebbe cambiare la storia assurda delle chiusure dei ristoranti”. Così la immagina Paolo Polli, uno dei promotori del ‘Comitato a difesa delle partite Iva’ in cui confluiscono migliaia di imprenditori milanesi e che ora prova a indicare una possibile via d’uscita alle restrizioni che “metta insieme gli interessi nostri e quelli della salute pubblica”.  

Il test nel gazebo fuori dal ristorante 

Domenica dalle 18 alle 22 nel ristorante messicano ‘Parrilla’ – primo tentativo di questo genere in Italia, in aperta violazione delle regole – sarà possibile cenare solo per chi “avrà un certificato di tampone negativo eseguito il giorno precedente alla prenotazione oppure un test covid  a nostro carico, effettuato da un nostro medico, nel gazebo che predisporremo fuori dal ristorante”. Il locale è gestito da un’imprenditrice che ha aderito alla campagna ‘Io apro’ nell’ambito della quale decine di gestori hanno tenuto aperte le loro attività  in contrasto coi  dpcm. Molti di loro sono stati per questo multati nei giorni scorsi.
“Con l’iniziativa di domenica – spiega all’AGI Polli – ci mettiamo in una prospettiva nuova, offrendo una soluzione concreta al tema della sicurezza. Sarà l’occasione per fare una richiesta ufficiale al Prefetto di darci gratuitamente i tamponi, con la speranza di un aiuto dalla Regione che è favorevole all’apertura serale. In questo modo ne guadagneremmo tutti. Lo Stato risparmierebbe i ristori e noi potremmo lavorare e mantenere anche i nostri dipendenti e tutta la filiera. Inoltre avremmo più tamponi alla popolazione e quindi un miglior controllo dei contagiati”.

In ogni caso precisa, “ci impegnamo a mantenere all’interno dei locali le distanze e a indossare le mascherine quando ci si alza”.

“Chi ci vuole controllare dovrà comunque farsi il test” 

Polli, che guida la ‘rivolta’ di oltre settemila imprenditori che stanno inviando lettere di ‘messa in mora’ al Governo per i danni da lockdown, auspica “una città in cui ci siano gazebo coi tamponi ogni 500 metri dove, chi vuole entrare in un locale, possa farsi un test rapido prima di entrarci”.

E’ consapevole che l’iniziativa di domenica viola due volte le norme, per l’apertura serale e perché per organizzare uno screening fuori dai ‘normali’ canali ci vogliono le autorizzazioni necessarie. “Sappiamo di rischiare multe e controlli, siamo pronti a tutto. Ma anche chi ci controlla lo faremo entrare solo se si sottopone al tampone”.       

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