Il petrolio tira il fiato dopo una settimana in rally

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Brent e Wti toccano nuovi massimi e i prezzi tornano ai livelli pre-Covid, salvo poi ripiegare nelle ultime sedute. La ripresa, ostacolata dai timori per le varianti del virus, si gioca tutta sui vaccini 

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© AFP 
– Piattaforma di trivellazione petrolifera Petrolio 

AGI  – I prezzi del petrolio tirano il fiato dopo aver toccato in settimana nuovi massimi da oltre un anno, riportati alla realtà dalle nuove stime dell’Aie e dell’Opec, che hanno rivisto al ribasso le prospettive sulla domanda di carburante per il 2021 alla luce delle persistenti restrizioni alla circolazione prese dai Governi per arginare i contagi da coronavirus, sull’onda dei timori per le nuove varianti del Covid. 

Per l’Agenzia internazionale dell’Energia, l’offerta mondiale di greggio supera ancora la domanda, anche se i vaccini potrebbero aiutare la ripresa. Ma sono troppe le incertezze che ancora pesano sullo scenario di ripresa del comparto, uno dei più colpiti dalla crisi innescata dal virus.     

Brent sotto i 61 dollari

Il Brent scende al di sotto dei 61 dollari al barile per il secondo giorno consecutivo e a fine mattinata a Londra un barile viene scambiato a 60,79 dollari, lo 0,57% in meno rispetto alla chiusura di ieri. Giù anche il barile Usa di Wti, che cala dello 0,65% a 57,86 dollari. 

Nonostante le attuali perdite, il valore di Brent e Wti è comunque aumentato di oltre il 2% rispetto alla scorsa settimana tornando ai livelli pre-Covid. In particolare, dalla fine di ottobre il prezzo del Brent ha guadagnato oltre il 50% (il 30 ottobre 2020 un barile valeva poco più di 37 dollari).

“L’Opec ha avvertito che la domanda diminuirà per i continui blocchi alle attività economiche e ha ridotto le sue previsioni di crescita di 110.000 milioni di barili al giorno rispetto a un mese fa. Inoltre, l’Aie ha reso noto che il mercato petrolifero è ancora in eccesso”, ha spiegato David Madden, analista di Cmc Markets.

L’Aie, ha commentato Eugen Weinberg di Commerzbank, ha inoltre indicato che il riequilibrio del mercato è rimasto “fragile” a inizio anno per la diffusione delle nuove varianti del Covid e ha tracciato un quadro “più pessimistico di quanto probabilmente gli investitori avevano ritenuto”.    

Le revisione al ribasso dell’Opec 

L’Opec ha rivisto al ribasso le sue previsioni per la prima metà dell’anno a causa “dell’estensione dei lockdown in un certo numero di Paesi”, ma allo stesso tempo ritiene che il miglioramento delle condizioni economiche, sostenute dai programmi di stimoli fiscali e dalle campagne di vaccinazione, dovrebbero “favorire la domanda in diversi settori nella seconda metà dell’anno”.    

Crescono anche i timori per le decisioni che prenderà l’Opec+ “nel prossimo incontro, mentre gli investitori iniziano a immaginare che il cartello e i suoi alleati possano aprire ulteriormente i rubinetti” dell’oro nero, ha osservato Stephen Innes di Axi.    

L’Opec+ ha tagliato drasticamente la produzione di greggio dalla scorsa primavera a fronte del crollo della domanda causato dalla pandemia. “Ci aspettiamo che i produttori mantengano l’accordo per ulteriori tagli”, ha detto da parte sua alcuni giorni fa il ministro del Petrolio iracheno, Ihsan Ismaeel. I ventitré s’incontreranno il 4 marzo per il prossimo vertice interministeriale, il secondo dell’anno. 

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