Il Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro , ha annunciato lunedì la sua decisione di espellere dal Paese l’ambasciatore dell’Unione Europea Isabel Brilhante Pedrosa .
Il Presidente Maduro, durante una cerimonia al palazzo di Miraflores, ha detto di aver deciso di concedere all’ambasciatore UE a Caracas 72 ore per lasciare il Venezuela .
Maduro ha così risposto alle sanzioni che l’UE ha imposto a undici funzionari venezuelani, ritenendo che abbiano violato i diritti umani e minato la democrazia e lo Stato di diritto in un Paese impantanato in una grave crisi economica e sociale.
“Gli viene prestato un aereo per partire (…) Ordineremo le nostre cose con l’UE (…) Se non vogliono che partiamo, se non rispettano il Venezuela, vattene. integrità, come nazione, come istituzione “, ha affermato invece il Presidente.
Le misure restrittive adottate da Bruxelles sono dirette anche a Luis Eduardo Parra eletto presidente “illegalmente”, secondo l’UE, dall’Assemblea Nazionale.
Anche l’ex capo di stato maggiore e attuale segretario generale del Consiglio di Difesa Nazionale, José Adelino Ornelas Ferreira è accusato di “gravi violazioni dei diritti umani” .
Con l’ultima decisione delle istituzioni europee, 36 persone sono soggette a sanzioni che implicano anche il divieto di viaggio nell’UE ed il congelamento dei loro beni.
Maduro ha considerato che le nuove sanzioni rivelano la “posizione arrogante” del gruppo europeo , ed ha accusato l’ UE di agire con “supremazia” e “razzismo” e di essere sottomessa al potere del Presidente degli Stati Uniti.
Poco dopo aver appreso delle sanzioni, il Governo venezuelano ha già rilasciato una dichiarazione in cui le respinge, considerandole come una “aggressione continua e piena di interferenze” da parte dell’UE assicurando inoltre che non accetterà “minacce da nessun potere o gruppi di paesi uniti con reminiscenze imperiali “.
La portavoce per gli affari esteri e la sicurezza, Virginie Battu-Henriksson, ha sottolineato che “esiste un quadro giuridico per rispondere alla decisione di Maduro “. Tuttavia la portavoce ha fatto specifico riferimento alla Convenzione di Vienna, il cui articolo 9 offre la possibilità di dichiarare “persona non grata” il capo o altro membro del personale diplomatico di una missione.
Virginie Battu-Henriksson ha anche affermato che “L’UE non può esercitare la reciprocità a livello di espulsione di un ambasciatore perché questa sarebbe di competenza del Belgio, che è lo Stato che ospita le istituzioni europee”. Una decisione come questa dovrebbe essere presa per consenso dai 27 Stati membri dell’UE.
Silvia Pedrazzini