L’Italia dice no all’esportazione di Astrazeneca in Australia

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Per la prima volta l’Italia ha esercitato la legittima scelta, ai sensi del Meccanismo di controllo dell’export extra Ue di vaccini che la commissione europea ha introdotto lo scorso gennaio. Roma quindi, con il via libera di Bruxelles, ha bloccato la spedizione in Australia di 250.000 dosi di AstraZeneca.

La mossa riguarda solo una piccola quantità di dosi, ma è simbolica della frustrazione dei 27 per l’incapacità delle aziende farmaceutiche di tenere fede agli impegni di consegna presi.

Reazione composta quella del governo australiano, che ha sottolineato che questa decisione non influisce sul piano di vaccinazione nazionale. “Capiamo la situazione: in Italia ci sono 300 morti al giorno”, ha detto il premier australiano, Scott Morrison.

L’esecutivo ha osservato che esiste con Astrazeneca un accordo per 150 milioni di dosi del vaccino, 50 milioni delle quali da produrre in Australia.

Roma ha preso questa decisione dopo aver valutato il fatto che l’Australia non è un Paese vulnerabile; tenendo anche conto che in Italia e in Europa c’è carenza di vaccini e, ovviamente, i ritardi di AstraZeneca nel fornire vaccini verso i paesi europei. La mossa è perfettamente in linea con la posizione assunta dal presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, che nell’ultimo vertice europeo ha affermato che l’Unione europea dovrebbe bloccare l’esportazione delle dosi prodotte nell’UE da quelle aziende che non stipulano un contratto con l’Unione Europea.

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