Un diritto alla impignorabilita della casa ed al lavoro, quale diritto di dignità sociale

Fisco, Giustizia & Previdenza

Di

di Giuseppe Trizzino

Principi e fondamenta da cui ripartire per avere la fiducia degli Italiani.

Tralasciando tutto il contorno mediatico e politico di basso livello, il dato storico ed istituzionale rimane.

Abbiamo un Presidente del Consiglio che è una persona esperiente, esperta e capace.

Ma la domanda su cui serve interrogarsi è, perché?

A mio modesto parere, da irreversibile cittadino quale sono è questa.

Il parlamento esprime una classe dirigente che a maggioranza è incapace, inesperiente ed inesperta, pertanto, oggettivamente non è in grado di esprimere una chiara, diretta e libera sovranità nazionale.

Ne ha dato prova, dando alla luce un primo accordo durato poco più di un anno, in cui si è dovuto ricorrere ad una figura nuova, di matrice professionale ma pur sempre inesperiente.

Esaurito il primo ciclo, sempre il parlamento riprova con un nuovo accordo diametralmente opposto al primo, unendo anime opposte, disomogenee e per natura instabili ad una politica di matrice idealista.

Il risultato è stato, l’aborto prematuro di un programma mai veramente sostanziale ma solo formale allo scopo.

Oggi, il capo dello stato, prendendo in mano la situazione, inedita per prassi costituzionale, sentenzia sul parlamento dichiarandolo di fatto ” interdetto” nelle funzioni, nominando un tutore quale Draghi perché nella sostanza ne guidi le linee fondamentali, sino alla fine della legislatura.

Di fatto, Draghi è stato osannato da tutti, perché nessuno poteva permettersi valutazioni o giudizi lontani dal sostegno.

Ogni partito e movimento, fingendo l’enstusiasmo di chi ha vinto, nascondeva, ma non troppo, l’impossibilità ad esercitare un ruolo, per cui ormai era stato dichiarato incapace ed incompetente.

Così Draghi, decide, si sostituisce e si adopera indicando una via, da cui nessuno si può scostare se non per fare qualche minuto di talk show.

Ma l’Italia non è questa e non è espressione di questa classe dirigente, improvvisata e populista dal contenuto sterile.

l’Italia vive di valori e si nutre di ideali, così come la storia ne traccia il ruolo nei tempi.

Gli italiani vogliono credere in qualcosa ed in qualcuno e vogliono farlo donando fiducia.

Noi siamo un popolo ingegnoso, poetico, artistico, creativo e gioioso.
Abbiamo costruito nazioni e governato imperi, eppure stentiamo nelle espressioni semplici.

Ed è dunque da queste radici che dobbiamo ripartire, perché la conoscenza allontani le paure e faccia luce sulla coscienza razionale.

Dobbiamo ripartire dalle esigenze dell’operaio, dalle necessità dell’agricoltore, dalle richieste dell’artigiano, dai giudizi del maestro, dalle speranze della massaia, dai sogni dei bambini e dalle aspettative dei nostri anziani,non dimenticando i diritti dei più giovani e le virtù degli imprenditori.

Creare spazi di idee perché producano domande e stimolino dibattiti, sui temi sociali, quali il turismo, l’agricoltura, la scuola, l’industria, passando dal diritto alla casa ed al lavoro.

Il futuro non può girare lo sguardo verso il diritto completo e compiuto alla casa ed alla sua impignorabilita.

Così come non può nascondersi dinnanzi alla realizzazione del diritto al lavoro.

Un lavoro che oltre a sostentare, dona dignità al cittadino prima ancora di sostenere la spesa e dunque l’economia.

Una classe dirigente capace, studia e disegna un percorso sociale, immagina gli strumenti giuridici utili alla ripresa, perché non si limiti al futuro prossimo ma alle prospettive generazionali.
Una classe degna produce ispirazione nella cultura del paese e lascia concretezza su cui poter migliorare.

In una società che cambia repentinamente, si deve puntare a ricostruire un fiducioso rapporto onesto e credibile tra gli elettori ed i rappresentanti.
Agli italiani deve proporsi una valida prospettiva concreta.

La base di partenza è il diritto pieno all’abitazione e la sua impignorabilita.

L’altro pilastro sta nell’attuazione del diritto costituzionale del lavoro, quale mattone fondante del più ampio diritto sociale.

Fatto ciò, realizzate queste misure, tutte le altre questioni relative al rilancio del paese possono essere dibattute in parlamento, che a quel punto godrebbe di fiducia.

Serve riformare il sistema fiscale, in direzione americana, con autocertificazione dei redditi, inseriti tra i reati penali in caso di falsità.

Credetemi nessuno più evaderebbe col rischio del carcere.

Si dovrà lavorare anche per equizzare il sistema impositivo, troppo alto ed iniquo, perciò le conseguenze del sommerso e dell’evasione.

Nessuno sembra interrogarsi sul principio culturale,secondo cui chi evade spesso lo fa per vivere e proteggere quelle poche sostanze che danno sicurezza alle famiglie.

Quindi diamo sicurezza e sostanze alle famiglie ed alle imprese, offriamo strumenti deflattivi ed il problema rientrerà, così come il lavoro sommerso.

Dunque i pensieri e le idee non mancano così come le energie utili e la volontà.
Ciò che è mancato sin oggi è stato, un rapporto di fiducia reale tra gli elettori e gli eletti, ormai vissuto quale vuoto incolmabile.

Ed anche in questo frangente le responsabilità appartengono in egual misura agli elettori, incauti e passionali uditori dei media che finiscono per fare adorare falsi profeti se non giullari di corte, ingannando la ragione e la libera determinazione.

Su questo vivo e dinamico aspetto si gioca anche il futuro del nostro amato Paese.

Dio benedica l’Italia.

Giuseppe Trizzino

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