La globalizzazione e la tecnologia sono alla base della crisi internazionale

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La globalizzazione e la tecnologia sono alla base della crisi internazionale. Hanno creato infatti povertà crescenti e distanze aumentate tra le caste sociali, nei paesi più evoluti e tecnologicamente più avanzati. Oggi l’occidente é in piena crisi economica e sociale. Il clima si fa sempre più rovente poiché i popoli evoluti non vedono futuro.

La famiglia si disgrega progressivamente e il benessere si fa chimera per tanti. Il malessere generale crea insicurezza nei cuori e l’insicurezza crea scontento e lo scontento crea ribellioni. La globalizzazione e il commercio sleale vanno fermati altrimenti si realizzeranno futuri di guerre del tipo tutti contro tutti. Quando il reddito procapite precipita, il ceto medio si trasforma in ceto infimo e il libero commercio si infrange  contro i colossi del web. Il pil mondale é in caduta libera e mentre le multinazionali decuplicano i loro introiti, i piccoli commercianti chiudono. La pandemia è stato il colpo di grazia per partite iva, piccole imprese e commercio al dettaglio. Alcuni settori rischiano di essere letteralmente cancellati insieme alle eccellenze.

I social svendono milioni di dati alle multinazionali che, in questo modo sanno cosa cerchi, sanno cosa ti piace e indirizzano le regole commerciali di massa, secondo il gusto dei più, creando interessi virtuali di tendenza, e cancellandone altri in manira definitiva. Bisognerebbe applicare delle tasse e dei divieti a questi mostri commerciali e alleggerire le incombense fiscali e burocratiche degli imprenditori liberi. Bisognerebbe agevolare il libero commercio e favorire il piccolo commercio al dettaglio. Bisognerebbe facilitare e incoraggiare chi vuole rischiare del suo, per creare reddito e lavoro.

Bisognerebbe che gli stati agevolassero la nascita dei piccoli focolai commerciali e che si aumentasse il potere d’acquisto con tutti i mezzi a disposizione anche, non da ultimo, liberalizzando la circolazione della moneta liquida sul territorio e all’estero. Queste multinazionali hanno infatti redditi molto più alti degli stessi stati e comandano le nazioni e i popoli, soggiogando e spesso comprando gli stessi governi. Questo é molto pericoloso perché crea povertà e dissenzo. Quando il lupo ha fame esce dalla tana anche se sa che fuori é pieno di cacciatori. Nei paesi dove la tecnologia si limita alla gestione del quotidiano e alla amministrazione, il reddito procapite cresce e il benessere si distribuisce in maniera più equa. Il piccolo negozio sopravvive e la piccola imprenditoria crea lavoro e ricchezza. In effetti nei paesi poco sviluppati la forbice tra ricchi e poveri, si stringe, quasi contro tendenza.

Bisogna capire che presto il 60%della gente sarà senza occupazione. Questo non favorisce certamente la nascita di nuove famiglie e destabilizza le famiglie già esistenti. Questa analisi non può non essere condivisa poiché il degrado che si é instaurato negli ultimi 40 anni, é sotto gli occhi di tutti. Non ci sono stati adeguamenti del reddito e il costo della vita invece é cresciito a dismisura.

NON SI PERCEPISCE PIU’ CONCETTO DI SICUREZZA, DI GIUSTIZIA GIUSTA, DI SANITÀ EFFICIENTE, DI FUTURO. Anche sul campo della formazione professionale si percepisce un gioco al ribasso. Tecnici e professionisti,  si percepiscono sempre meno preparati ed autonomi, nello espletare la loro funzione sociale, rispetto a ciò che avveniva negli anni 60,e 70, quasi come se i percorsi formativi fossero stati denaturati nella loro essenza da una profonda mancanza di evoluzione cognitiva dovuta a una mancata revisione di metodi di insegnamento obsoleti e inefficaci francamente inadeguati. 

È GIUNTO IL MOMENTO DI SCEGLIERE E DI FARLO ANCHE IN FRETTA. LE SOCIETÀ NON POSSONO PIÙ ASPETTARE E LE PENTOLE VUOTE NEMMENO. È giunto il momento di innescare un cambiamento di rotta dolce programmato e progettato, prima che l’innesco causi una esplosione di portata planetaria senza possibilità di previsione, e dai destini devastanti per tutta l’umanità.

Sergio Incerrano

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