Così un film candidato all’Oscar ha accresciuto l’appeal turistico della Sardegna

Cinema

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Girato in scenari incantevoli sul mare fra Cagliari e Villasimius e trasmesso su Netflix, ‘La vita che volevamo’ ha catturato l’immaginario di spettatori di lingua tedesca. 

Un film in lingua tedesca candidato all’Oscar e girato nel 2019 per Netflix fra gli straordinari paesaggi di Villasimius, Muravera e Cagliari ha fatto salire l’appeal turistico della Sardegna sul mercato di Germania e Austria. La visione di ‘La vita che volevamo’ (‘Was wir wollen’) della regista austriaca Ulrike Kofler “ha attivato una forte curiosità verso le location della Sardegna tanto da far registrare, dai due Paesi, un nuovo picco su Google Trends per la ricerca del termine ‘Sardinien’, in un periodo che anticipa quello in cui di solito si prendono le decisioni per le vacanze estive”. Michele Casula di Ergo Research sintetizza così i risultati dell’analisi quali-quantitativa ‘Location Monitor’ che laFondazione Sardegna Film Commission ha affidato alla società di ricerche milanese.

Voto? 8 su 10

“La designazione del lungometraggio come candidato dell’Austria per l’Oscar come miglior film straniero”, aggiunge Casula, “ha amplificato ulteriormente questa attenzione. Su una scala da 1 a 10 circa la metà degli intervistati attribuisce all’ipotesi di una vacanza in Sardegna un giudizio superiore a 8 e il 12% la indica espressamente come possibile meta di vacanze entro due anni”. Dall’analisi (su un campione non rappresentativo di 200 spettatori, età media di 46 anni in Austria e di 42 in Germania) emerge, però, che non sempre la visione del film su Netflix alimenta un’associazione precisa/diretta con l’isola.

Comunque, nel 55% degli spettatori austriaci il lungometraggio ha suscitato un immaginario “da Oscar’, cosi’ come nel 44% dei quelli tedeschi. Parte della storia è ambientata in un resort sul mare, scelto per una vacanza da una coppia in crisi che non riesce ad avere figli.

Cosa attira della Sardegna?

Fra gli spettatori intervistati in Austria e Germania (mercato turistico d’elezione per l’isola) spiagge e mare cristallino sono visti come il principale richiamo per prenotare in Sardegna, in aggiunta a visite a città e borghi, a parchi e aree protette e alla possibilità di praticare sport all’aperto come trekking, bike e arrampicata. Uno su 5 inserirebbe nella sua vacanza nell’isola anchevisite a location di film e serie tv, a conferma del potente impatto che hanno sull’immaginario turistico degli spettatori.

Il successo dell”Isola di Pietro’

Per la Sardegna non è una novità: con le tre stagioni della fiction italiana ‘L’Isola di Pietro’, girata a Carloforte, la Sardegna è stata una dei primi territori, con il programma di monitoraggio ‘Sardinia Dreaming’ a sperimentare dal 2018 metodi di ricerca per misurare il gradimento delle location nella percezione del pubblico, il loro contributo al successo di film e serie Tv e anche gli effetti sui flussi turistici. Su Carloforte, sull’isola di San Pietro, nel Sud Sardegna, i numeri (pre-Covid) parlano chiaro: +80% arrivi totali nel 2019 rispetto al 2015.

La prima stagione della fiction con Gianni Morandi era andata in onda su Canale 5 nell’ottobre 2017, la seconda e la terza, rispettivamente nell’autunno del 2018 e del 2019. In tutta la Sardegna l’incremento è stato del 22% e nel Sulcis-Iglesiente del 32%. In giudizio sintetico sulle location dell”Isola di Pietro’ sfiora 9 su 10, con una “considerabilità” turistica dei territori cresciuta in Italia del 31%.

Quanto ‘pesano’ le troupe sulle location?

È presto per quantificare quale sarà l’impatto di ‘La vita che volevamo’ sui flussi turistici della Sardegna, considerata anche l’incertezza sui viaggi causata dalla pandemia di Covid. Ma la lavorazione del film, girato in 5 settimane dal 30 settembre al 2 novembre 2019 con contributi del fondo Filming Cagliari 2019 della Film Commission sarda, ha portato buone ricadute nel territorio, considerate anche le 4 settimane di preparazione dei set. Una quarantina di camere d’albergo è stata occupata, in bassa stagione, dalla troupe per la lavorazione del film, in cui è stata impiegata anche una decina di maestranze e professionisti locali, oltre a comparse selezionate con un casting locale.

“Le riprese del film ‘What we wanted’ (nella traduzione inglese, ndr) ci hanno dato modo di consolidare il nostro rapporto con la Sardegna, già avviato nel 2017 durante il documentario ‘Kentannos’ di Victor Cruz, che sarà presentato on demand il prossimo 9 aprile”, racconta Giovanni Pompili della Kino Produzioni, la società italiana che ha affiancato la Film AG Produktion, la Östtereichischer Rundfunk e Netflix nella produzione del lungometraggio, girato prevalentemente tra Cagliari e Capo Boi, a pochi chilometri da Villasimius (Sud Sardegna). “Non a caso, assieme ai nostri partner polacchi abbiamo scelto di tornare in Sardegna quest’anno, nella zona di Alghero, per le riprese di ‘Dry Land’, la nostra ultima coproduzione”.

Quanto ha investito la Regione?

“Non solo i festival e le rassegne cinematografiche aiutano a promuovere opere e talenti isolani, ma, prima ancora che i film vivano sul grande e piccolo schermo, sono proprio le attività di location scounting, che la Fondazione Sardegna film Commission, promuove ad attrarre gli investimenti dei progetti audiovisivi in Sardegna”, spiega Gianluca Aste, presidente della Fondazione, “braccio operativo” dell’assessorato al Turismo della Regione Sardegna, grazie a una partnership triennale, costata 1 milione di euro per il 2020 e finanziata col fondo Location Scouting e Co-Marketing.

“La crescita della consapevolezza del valore della Sardegna nei mercati tedesco e austriaco”, commenta l’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa, “è confermata dai dati incoraggianti che ci dicono di studiare i mercati obiettivo anche in base ai gusti del pubblico dell’audiovisivo. Siamo convinti sia importante aumentare le risorse da metter in campo per azioni strategiche cosi’ mirate”. 
AGI – Agenzia Italia 

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