Le istituzioni italiane sono veramente al di sopra delle parti?

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Anche di fronte all’evidenza noi continuiamo a illuderci che le Istituzioni statali siano imparziali. Nel senso che siano al di sopra delle parti.

Non è così. Ad esempio il Governo, per le funzioni che gli attribuisce la Costituzione, dovrebbe elevarsi a rappresentante degli interessi pubblici.

Quelli che noi definiamo interessi generali. Solo che i criteri per individuare gli interessi pubblici sono stabiliti di volta in volta dal Governo in carica, il quale li individua nelle aspirazioni delle categorie che hanno contribuito all’elezione dei parlamentari della maggioranza.

E, come sappiamo, gli interessi degli industriali italiani, fortemente limitati da una visione gretta della politica, non coincidono quasi mai con le aspettative delle classi operaie. E, tuttavia, noi continuiamo a credere che il Governo, scelto dai rappresentanti della maggioranza, sia capace di sottrarsi ai condizionamenti dell’elettorato.

D’altra parte, come ci ha insegnato Leopardi, l’illusione non è opera della ragione ma della natura, della quale anche gli umani sono il prodotto, per cui non ci abbandonerà mai.

Il Governo Draghi non fa eccezione.

Draghi è un banchiere di altissimo livello e, quindi, conosce tutte le regole che fanno muovere il denaro e lo fanno crescere.

A tale fine si è circondato di ministri che appartengono al suo stesso mondo, i quali sono stati preposti in settori strategici per quanto concerne l’impiego delle ingenti risorse che Giuseppe Conte è riuscito a farsi assegnare dall’Europa.

Il Parlamento, convinto dall’energica presa di posizione di Mattarella, ha reso possibile la nascita del Governo a trazione Draghi.

Certo, il Presidente della Repubblica avrebbe potuto agire allo stesso modo per la riconferma del Governo Conte, ma molto saggiamente ha ritenuto che i nostri rappresentanti in Parlamento non avrebbero per niente gradito un Conte 3, al quale avrebbero frapposto un miliardo di ostacoli raddoppiando o triplicando quelli già posti in opera al Conte.

2. Tanto appare chiaro soprattutto se si considera che tutte le obiezioni e le eccezioni sollevate strumentalmente durante il Conte 2 sono miracolosamente cadute ora che c’è Draghi.

E a ragione, perché il Governo Draghi rappresenta le aspirazioni della Destra e della Confindustria che vorrebbero ridurre in quasi schiavitù gli operai che, a loro giudizio, devono ringraziare Iddio se hanno un posto di lavoro e uno stipendio.

In verità la condizione precaria degli operai è stata determinata dalle precedenti maggioranze parlamentari che hanno cancellato i diritti dei lavoratori riconosciuti e garantiti dallo Statuto dei Lavoratori (riforma del lavoro Fornero e attuazione del Job Act da parte del Governo Renzi).

Cosa che rende più agevole attuare una politica in favore della produzione industriale. Ma, a mio avviso, c’è una grande responsabilità della Sinistra la cui opposizione alla controriforma di Monti e di Renzi è stata piuttosto tiepida, anzi rinunciataria. I lavoratori ormai non si sentono più rappresentati da alcun partito oggi esistente in Italia, per cui si lasciano abbindolare dall’istrionismo dei Salvini che utilizzano tutti i mezzi, leciti e no, per incrementare la loro base elettorale.

Si servono persino dei simboli religiosi. In modo blasfemo, come se la Madonna di Fatima o Gesù siano di destra, della peggiore destra qual è quella italiana. Piuttosto, i lavoratori, esseri umani, hanno diritto che sia assicurata a loro e alle loro famiglie una vita dignitosa e libera.

Cosa possibile solo con il riconoscimento, concreto, del diritto al lavoro che è alla base della società civile.

Raffaele Vairo

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