Covid: Speranza, ‘battaglia incompiuta finche’ non avremo zero decessi’

Ambiente, Natura & Salute

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 “I numeri sono scesi significativamente, ma la pandemia è ancora in corso”. Oltre che i ricoveri, “anche il numero dei decessi è crollato. Fermo restando che, fino a quando non arriverà il giorno in cui ogni Regione ci dirà ‘zero decessi’, per me sarà una battaglia da combattere”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento all’evento Acli a Roma ‘La casa della comunità: nuova cultura della Salute’.

Fino a quando non arrivera’ il giorno in cui ciascuna Regione dira’ che e’ a zero decessi, “per me sara’ una battaglia incompiuta e ancora da svolgersi”. Lo ha detto Roberto Speranza, ministro della Salute all’evento Acli dal titolo “La casa della comunita’: nuova cultura della salute”. La pandemia “e’ ancora in corso. E’ vero che i numeri sono scesi significativamente, ci sono state riduzioni di oltre il 90 per cento”, ha spiegato per poi aggiungere che anche il numero dei decessi, “che per noi e’ quello piu’ problematico, e’ crollato, e questo e’ il risultato piu’ importante”. Tuttavia, “anche una sola vita e’ un valore straordinario per cui battersi necessariamente”, ha detto Speranza. 

“La campagna di vaccinazione va avanti. Siamo arrivati a 55,5 milioni di dosi di vaccino somministrate. Facciamo ancora, in questo momento, più di 500mila dosi al giorno”, ha ricordato il ministro della Salute. “Le risorse da sole non bastano ma senza risorse è impossibile immaginare di rispondere alla domanda crescente di salute che c’è nel nostro Paese”, ha detto  Speranza. “Questa è una grande battaglia culturale – ha aggiunto – dobbiamo fare una rivoluzione culturale e rovesciare lo schema seguito finora perchè sia il diritto alla salute a determinare e scrivere le tabelle excel degli uffici di bilancio. Può sembrare banale ma è la sfida di fondo. Questo significa che ogni euro che mettiamo sulla salute non deve essere più considerato semplice spesa pubblica ma è il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone”. 

 “Credo senza nessuna retorica che questa fase ha un particolare bisogno di una dinamica di partecipazione dal basso. Nella fase nuova, rispetto alle sfide dei prossimi mesi, siamo noi istituzione ad aver bisogno di buttare questa discussione il più possibile nel profondo per assumere opinioni, punti di vista, aggiustamenti dove necessario, per un percorso che possa avere una valenza e una portata piuttosto unica nel nostro Paese”, ha sottolineato il ministro della Salute,. “Dentro questa fase nuova di gestione della pandemia possiamo provare a disegnare il Servizio sanitario nazionale del futuro – ha aggiunto – Due gli assi: la gestione della pandemia e poi dobbiamo necessariamente mettere la testa alla sfida del sistema futuro. Il vero tema è che non dobbiamo sprecare la crisi, ma imparare la lezione e costruire il Ssn del futuro. E’ inutile girarci attorno, il primo punto sono le risorse. Un Ssn all’altezza delle domande dei cittadini si costruisce con la fine della stagione dei tagli. Dentro la crisi tutti hanno capito quanto conta avere un Ssn forte, donne e uomini che vi lavorano e si fanno carico dei nostri problemi, e avere un struttura di assistenza radicata e all’altezza”. “Quando sono diventato ministro – ha ricordato Speranza – trovavo una Legge di Bilancio in cui, rispetto all’anno prima, era stato messo 1 miliardo in più in un anno sul Ssn. Diventato ministro, grazie ad una battaglia politica, arrivammo a 2mld in più in un anno e si diceva che era un risultato straordinario. Con il Covid siamo arrivati a 10 mld, di cui 4 congiunturali e 6 strutturali sul Ssn. Ora con il Pnrr abbiamo 20 mld in un colpo solo. Quando si dice trasformare la crisi in opportunità e sulle risorse un primo segnale l’abbiamo dato”.

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