Testimonianza… La politica sulla mia pelle

Politica

Di

Premetto che sono un liberale apartitico.

Non mi sento rappresentato per ora da nessun partito politico. Vorrei però raccontare quanto ho vissuto la politica sulla mia pelle nel senso più deteriore del termine per fare poi una breve considerazione a largo raggio. Intendiamoci: niente di drammatico o di tragico.

Ho lavorato in un collegio nella bassa padana per un anno negli anni novanta.

Svolgevo varie mansioni. Facevo il portinaio, verniciavo gli scuri, svolgevo attività ricreative con gli alunni. C’erano le scuole medie inferiori e le scuole medie superiori.

Io dovevo alla fine della giornata scolastica sorvegliare i ragazzi durante il percorso della corriera.

Se un ragazzo avesse sbattuto la testa perchè era in piedi la colpa sarebbe ricaduta su di me legalmente. Io ero la guardia e loro i discoli.

Io cercavo di imporre loro di stare seduti. Loro naturalmente erano disobbedienti. Per loro era un gioco. Va detto che presi individualmente non erano cattivi ragazzi, ma tutti insieme erano pestifieri.

Alcuni di loro non facevano altro che chiamarmi terrone.

Mi chiamavano Pisa perché abitavo come oggi in provincia di Pisa. Mi dicevano di ritornare a casa.

Erano i tempi di Roma ladrona, dei 300000 bergamaschi pronti a fare la secessione, etc etc (sulle esternazioni di Bossi e di Miglio di allora stendo un velo pietoso).

Il clima non era dei migliori. Era come la goccia cinese. Una offesa che vuoi che sia! Ma una decina di offese giornaliere alla fine cominciavano ad annoiare, a pesare, a scalfire anche l’animo più imperturbabile.

I superiori lasciavano fare. Minimizzavavano, soprassiedevano, molto probabilmente anche loro condividevano la mentalità assai diffusa da quelle parti.

Ho vissuto per quattro anni in Veneto.

So distinguere uno sfottò amichevole da una offesa vera e propria.

Posso affermare che in Veneto certi pregiudizi nei confronti di chi è più meridionale di loro esistono.

Eppure i veneti sono un popolo di emigranti! Eppure alcuni veneti sono migrati addirittura a Latina!

Eppure alcune donne venete quando erano povere si trasferivano al Sud per lavorare come balie! Tutto ciò è stato dimenticato dai giovani veneti arricchiti.

Va detto che i leghisti non sono mai stati violenti.

Non mi risulta che abbiano mai ucciso nessuno premeditatamente.

Sono onesti e gran lavoratori. Però almeno negli anni novanta erano molto chiusi e prevenuti nei confronti di chi era nato più giù del Po.

Anche quella era una forma di discriminazione. Non so se le cose siano cambiate nel profondo Nord nel frattempo. Vivo da anni in Toscana.

Tra il Veneto (io mi sono laureato a Padova) e la Toscana la mentalità è completamente diversa.

In Toscana i sindacati sono forti ancora, in Veneto i lavoratori non si sentono più rappresentati dalla triade. Il Veneto è cattolico. La Toscana è prevalentemente anticlericale.

In Veneto ci sono molti circoli Acli e pochissimi circoli Arci, in Toscana è esattamente il contrario. Il Veneto è prevalentemente leghista.

La Toscana è di sinistra.

Ebbene proprio in  Toscana  ho vissuto quanto possono essere facinorosi certi gruppuscoli di estrema sinistra.

Non so esattamente perché mi presero di mira. Forse perché avevo scritto sulla mia tesi di laurea sul mobbing, pubblicata ormai già da molti anni in una sezione del sito della Cgil Toscana (ora è stata tolta), che ci voleva più flessibilità in entrata nel mondo del lavoro.

Oppure forse perché  avevo un mio sito internet, dove esprimevo le mie opinioni e che aveva circa mille visitatori al giorno (una grande cifra considerato il traffico scarso di allora).

Criticavo allora il marxismo e citavo alcune nozioni di filosofia (la miseria dello storicismo per Popper, il marxismo come programma di ricerca degenerativo per Lakatos, la caduta tendenziale del saggio di profitto, il fatto che il marxismo non soddisfaceva il principio di non contraddizione, etc etc). In più ebbi un diverbio molto acceso via web con un avvocato di estrema sinistra che aveva difeso per anni alcuni brigatisti rossi.

Mi accusava di essere un massone perché aveva letto alcune critiche benevole alle mie poesie (o aspiranti tali).

Aveva lasciato dei commenti irriguardosi su un blog letterario ed io gli avevo risposto per le rime.

Pensava che fossi un nuovo Licio Gelli. Io a quei tempi ero alla ricerca di un posto di lavoro.

Figuriamoci! Avevo solo chiesto dei pareri alle cose che scrivevo e mi erano stati dati. Non mi risulta che ciò sia vietato. Avevo anche litigato con un mio amico di estrema sinistra perché ritenevo Adriano Sofri colpevole e perciò mandante dell’omicidio Calabresi.

Mi aveva picchiato a sangue. Non avevo detto niente di scandaloso, tanto è vero che Sofri era stato condannato in via definitiva per questo crimine. Infine un estremista di sinistra mi aveva minacciato perché sua moglie l’aveva tradito con me. Il fatto è che io ero solo uno dei tanti e lui invece di occuparsi a tempo pieno di fare la rivoluzione era meglio se guardava di più in casa propria.

Non si respirava un bel clima allora. Erano tornate ad imperversare le nuove brigate rosse con l’omicidio D’Antona. C’erano anche gli aspiranti brigatisti, dei giovani estremisti di sinistra, che imitavano le geste di Curcio e company. Un giorno mi accorsi che mi pedinavano. Lavoravo in un call center a Pisa.

Prendevo il treno, poi mi toccava camminare per un quarto d’ora. Iniziai a soffrire di ipervigilanza, ad avere paura. Mi confidai con un amico di sinistra, ma mi disse che i brigatistelli perseguitavano solo pezzi grossi ed erano mie paranoie. A questo proposito consiglio di leggere a tutti “Ali di piombo” di Concetto Vecchio.

È un bel resoconto della contestazione del 1977. Negli anni settanta giovani di sinistra perseguitavano, alcune volte uccidevano giovani di destra e viceversa.

Anche poco più di una ventina di anni fa la contrapposizione ideologica era forte.

Per un facinoroso di estrema sinistra un liberale era già un destrorso da punire in ogni modo. Molti anni dopo ebbi conferma che questi estremisti allora ce l’avevano con me.

Me lo disse uno di loro  confidenzialmente. Non ero affatto paranoico. Non mi disse però i motivi. Ma penso che fossero proprio tutti quelli già elencati.

Naturalmente io parlo della mia esperienza e questa è la mia personale testimonianza, ma so perfettamente che ci sono estremisti di destra che perseguitano immigrati, gay, ebrei.

Sono naturalmente contrario ad ogni forma di violenza. È meglio non dare niente per scontato.

Inoltre la violenza genera violenza.

Gli opposti estremismi hanno sempre generato una spirale di violenza.

È bene ricordare che se non ci fosse stata la strage di Acca Larentia Mambro e Fioravanti non sarebbero forse diventati terroristi neri. 

È altrettanto vero che se i fascisti non gli avessero ucciso i familiari Toni Negri sarebbe stato un pacifico professore universitario (senza paragonarlo minimamente ai due sopracitati).

Ma passiamo oltre. Nel frattempo essendo anticomunista ed essendo contrario alla mentalità toscana comune non ero ben visto nella mia cittadina.

Alcuni sostenevano che fossi matto, altri che fossi un ritardato mentale, altri un caratteriale. Insomma a forza di calunniare qualcosa resta!

Ma andiamo oltre. La violenza oggi come oggi non è solo quella che  spaventa oppure offende verbalmente e fisicamente.

Esiste anche la discriminazione per trovare il posto di lavoro.

Esistono ancora oggi le raccomandazioni.

Un ex ministro del lavoro testimoniò tutto ciò dicendo che in Italia più che a fare il curriculum bisogna andare a fare la partita di calcetto con gli amici.

Contano le pubbliche relazioni.

Ancora oggi non dico che conti la tessera di partito ma l’appartenenza politica senza altro.

Lo spoil system qui da noi naturalmente viene fatto all’italiana. L’importante è avere i santi in paradiso, essere sempre accomodanti e poi le cose si aggiustano.

Ci sono i furbi ed i fessi come sosteneva Prezzolini. In Italia ognuno, chi più chi meno, manda avanti i suoi.  Succede così anche in America.

Ma qui da noi c’è più corruzione o almeno mancano delle regole chiare.

Tutto si basa su un tacito accordo, su regole non scritte. Siamo sempre a fare guerre intestine tra Nord e Sud, tra destra e sinistra.

Siamo alle solite e vecchie contese tra guelfi e ghibellini. E se non fosse la riproposizione dell’antico divide et impera?

Davide Morelli

foto di copertina del film ‘sulla mia pelle’

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube