I paladini della Chanson de Roland e gli uomini giusti. Sound of silence

Politica

Di

L’Opinione di Roberto Chiavarini

 Da leggere sotto l’ombrellone 

Mi rifaccio all’Art. 21 della Costituzione Italiana che recita:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Quanto è facile per certe persone, chiamarsi fuori dai “giochi”, presentarsi in maniera diversa da ciò che sono veramente.

Moralità, etica, correttezza, sostantivi utilizzati da “certe” persone, come vessilli da sbandierare ai conoscenti, agli amici e soprattutto a chi non li conosce.

                                                      “Chanson de Roland”, .linkuaggio.com/

Come è facile giungere ai cuori di chi vuol credere in ”certe” persone che, falsamente, vestono i panni dei paladini della “Chanson de Roland”, pur avendo il marchio di Satana e della perdizione, impresso nella loro Anima, che però nessuno può vedere.

Un noto Professionista del recente passato (noto per quello che combinava, piuttosto che per la professione che esercitava) soleva dire spesso ai suoi interlocutori: “giù la grisaglia” (in alternativa alla versione più carnevalesca di “giù la maschera”).

Professarsi come Cavalieri d’altri tempi, “vergini bianche”, per poi salire sullo scranno inquisitore per giudicare negativamente gli “altri”, come diversi da loro, solo per intaccarne la reputazione di chi è oggetto delle loro attenzioni.

Ma che bella impresa.

Se, un uomo, impegnato in qualsiasi ambito sociale, si dovesse mettere di traverso agli intrallazzi e al linguaggio dei gruppi di Potere, quel Potere, inevitabilmente, cercherebbe di delegittimarlo intaccando la sua reputazione.

In realtà, la reputazione, è il maggior strumento di controllo sociale da parte del potere, pronto a scattare compatto in negativo, se qualcuno si ribelli alle logiche del sistema. Il loro.

Ci vogliono decenni per costruire un Tempio e pochi minuti per distruggerlo.                                                                    Al pari, ci vogliono anni per costruire una Reputazione e pochi minuti per distruggerla.

Ritengo che, una iniziativa, diffamatoria e delegittimante, messa in atto dal Potere, sia come e peggio del Coronavirus, ovvero produca il cosiddetto “Contagio dei giudizi”, in relazione ad uno specifico gruppo sociale di riferimento, affinché, esso, nel suo insieme, attraverso l’arte del passaparola, non fornisca la necessaria solidarietà a chi sia intento ad opporsi alle logiche del potere costituito, lasciando il “contagiato”, nell’isolamento più assoluto.

Si badi bene che, in tutto ciò, non c’è nulla di nuovo.

Negli ultimi anni, una Università inglese, ha sviluppato specifici ed approfonditi studi sulla reputazione e sulle dinamiche che produce all’interno della Società moderna, sia in senso negativo che in positivo.

Ricordate il famoso Film dal Titolo “Una Poltrona per due”?

La trama di quel Film, era un “Saggio” che fondava proprio sulla importanza reputazionale.

Scriveva Goethe:

“Nulla è più ripugnante di una maggioranza (di potere ndr)… giacché essa consiste in alcuni forti capi, in bricconi che si adattano, in deboli che si assimilano e nella massa che trotta dietro senza sapere minimamente quello che vuole.” 

 

Aggiungo io: di contro, fuori da questa gerarchia ci sono anche gli uomini Giusti, biblicamente riconosciuti, sono pochi ma sufficienti per riequilibrare i piatti della bilancia.

Ed è solo su quegli uomini che, la Società giusta ed equidistante, deve poter contare. Hanno una loro missione da compiere.

Gli “Uomini Giusti”, non sono mai organizzati tra loro, ed ognuno per proprio conto, devono affrontare le avversità della vita combattendo sino all’ultimo respiro, affinché vengano affermati gli universali principi Cristiani, Etici e Morali di cui son dotati sin dalla nascita.

E chi compia imprese eclatanti nel corso della propria vita, le dimenticherà prima di lasciare questa Terra.

Ma chi entri nell’occhio del ciclone, per una sua scelta Etico-Morale, deve sapere anche di dover resistere alla tempesta perfetta delegittimante, organizzata contro di lui dal “sistema”, poiché, solo alla fine si sa cosa si vince e cosa si perde.

Così scriveva a tal proposito il Giudice Falcone in un suo aforisma, essendo stato egli stesso vittima di un attacco reputazionale: …                                                                                                          

”…occorre compiere fino in fondo il proprio dovere (il proprio dovere etico e morale), qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta  l’essenza della dignità umana”.

Ecco l’esempio di “Uomo Giusto”.

E la propria missione, è quella di arrivare fino in fondo.

Nel corso della mia vita, ho incontrato tanti “eroi” che raccontavano delle loro “gesta”, magari sognate di notte, eroi che poi erano pronti a cambiare il loro atteggiamento apparentemente ribelle, per prostrarsi al “sistema” il giorno dopo, sottomettendosi alla corrotta raccomandazione e al conseguente assoggettamento.

Dipendenza, strumentalizzazione, demagogia, corruzione, falsità e ipocrisia, smania di possesso, ricerca del piacere fine a se stesso, senza conseguenze e senza assunzione di responsabilità alcuna, esaltazione del successo come modalità di affermazione, tanto più quando la strada da percorrere per il suo raggiungimento, sia quella della corruzione e della raccomandazione, piuttosto che del merito.

Ecco i demoni che caratterizzano una società decadente come la nostra, che ha costruito forme di assoggettamento consumistico, frantumando, così, quei valori che, un tempo remoto, ci hanno permesso di essere la nazione che eravamo.

Quanti gridano contro i soprusi da parte dei potenti, solo perché non partecipano alla grande abbuffata, salvo poi rientrare nei ranghi, una volta integrati al “sistema”.

Ovvero, grida chi non ottiene … salvo poi diventare funzionali a quel “sistema”!

Tanti uomini “Guappi di cartone”, si mettono in attesa del proprio ”turno” raccomandatizio (eccezioni a parte, naturalmente, perché non mi piace fare di tutta l’erba un fascio), per entrare in un mondo che gli viene dato già confezionato, anziché cercare di cambiare quel mondo, con l’impegno personale attraverso il merito, la lotta, la perseveranza e l’abnegazione.

E, d’altronde, non immagino come si possa pretendere una cosa del genere, da parte di chi non sappia neppure cosa sia un “ideale”, non sappia nemmeno cosa significhi lottare e perseverare per un ideale.

Perché, un individuo, dovrebbe compromettere con la sua ribellione al potere, i benefici di una raccomandazione, mettendo in predicato ciò che gli è stato dato già “confezionato” e, di conseguenza, perdere il privilegio dell’auto a rate, della villa con piscina acquistata col mutuo, del “viaggetto” periodico in montagna, delle carte di credito da esibire agli amici come un ventaglio d’estate, dell’abbuffata di fine settimana…? Perché?

Ed allora, come si può testare una persona, per vedere se sia realmente quello che dice di essere, ovvero una persona che persevera indefessamente nella affermazione dei propri ideali e dei propri principi, nonché dei propri Diritti, anche a costo di perdere tutto, perfino la sua stessa vita?

È sufficiente fargli togliere la maglietta che indossa ed osservare quante ferite ci siano sulla sua pelle, quanti segni ci siano sulla sua spalla, delle scudisciate che ha dovuto subire dai suoi aguzzini.

Soprattutto di quali siano i suoi percorsi di vita, di quante battaglie abbia condotto e di quanti successi abbia maturato contro i potenti, i prepotenti e i corrotti.

Purtroppo, però, molti “Uomini Giusti”, veri eroi dei nostri tempi, “cadono” prima di giungere alla fine della loro storia, perdendo tutto ciò che hanno edificato per “resistere” a quel potere.

Indotti magari al suicidio e/o eliminati fisicamente, affinché non costituiscano più un pericolo per il “sistema”. D’altronde, il “Sistema”, è sempre pronto a colpire “uno”, per educare “tutti”.

Per diventare realmente degli Uomini Giusti, biblicamente riconosciuti, la strada che essi devono percorrere, è piena di insidie, di prove, di tentazioni.

La storia personale di ogni uomo, si scrive da sola, essenzialmente, quando tutto sarà compiuto…ovvero quando, giunti alla fine del proprio percorso, tutto non potrà più essere modificato.

Nemmeno dai diffamatori seriali.

Ma, soprattutto, bisogna che ci siano le prove inconfutabili del suo percorso, maturate e dimostrate. Solo così si da un senso agli accadimenti della vita e alla continuità generazionale.

Molti, mi chiedono come si possa riconoscere la qualità umana di una persona, senza cadere in un errore di valutazione.

Mi rifaccio a quanto diceva sempre mia nonna (quando dico mia nonna, mi riferisco alla madre di mia madre, perché gli insegnamenti li ho presi solo da chi ho voluto io), la quale sosteneva che per vedere quanto valga realmente un uomo, basta rifarsi ad un antico proverbio: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, soprattutto, capirò da che parte stai”.

Ma, intendo evidenziare, anche un altro aspetto valutativo di non poco conto.

Quando parlo degli “Uomini Giusti”, non mi riferisco a quegli uomini che nulla hanno e nulla rischiano ma, evidentemente (per parafrasare l’essenza della vita di San Francesco), mi riferisco a quegli uomini che hanno tutto e quel tutto lo mettano in predicato, pur di far valere i loro principi inossidabili, affermati nella loro azione quotidiana, attraverso una strenua “Resistenza” al linguaggio corruttivo del sistema che, ancora oggi, come all’inizio di tutti i tempi, si rinnova ciclicamente attraverso quegli “Individui di Potere”, che operano sempre con le stesse modalità, pur vestendo costantemente l’abito camuffato di una superiorità morale che non gli appartiene per nulla.

Ma proprio per nulla.

Proviamo ad ascoltare la Voce degli “Uomini Giusti” che viene dal silenzio.

Capiremo tante cose.

ROBERTO CHIAVARINI

Opinionista di Arte e Politica

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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