Ranieri Guerra lascia l’Oms ma dice di non essere stato cacciato  

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L’ex direttore vicario dell’organizzazione mondiale della Sanità ha assunto un incarico nell’Accademia Nazionale della Medicina. Dopo le dimissioni di Francesco Zambon, il funzionario che lo ha accusato di pressioni per nascondere gli errori nella gestione italiana della pandemia, escono di scena entrambi i protagonisti di uno scontro ‘pubblico’ mai visto all’interno di un’agenzia dell’Onu 

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©FABRICE COFFRINI / AFP – Direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

AGI –  Ranieri Guerra ha lasciato il suo incarico da direttore vicario dell’Oms e ha  assunto da poche settimane quello di direttore delle relazioni internazionali dell’Accademia Nazionale di Medicina che ha sede a Genova. Un trasferimento che potrebbe essere interpretato con la volontà di ‘staccarsi’ dall’organizzazione mondiale della sanità per affrontare con un ruolo di più basso profilo l’indagine della Procura di Bergamo in cui è indagato per false dichiarazioni rese ai pm quando venne sentito come persona informata sui fatti il 5 novembre del 2020.

“E’ vero, ho lasciato l’Oms – conferma Guerra all’AGI – come concordato da oltre sei mesi. Esistono scadenze per tutti i contratti. Non sono mai stato un dipendente come lo era per esempio Francesco Zambon. Qualcuno potrebbe vederla come una ‘cacciata’ dall’organizzazione, ma é una menzogna”.

Una fonte vicina a Guerra riferisce che il cambiamento “dipende dal fatto che al sua reputazione internazionale è stata ingiustamente intaccata dall’inchiesta e da una certa campagna stampa. Arrivato a fine mandato, le opportunità che avrebbe potuto cogliere all’Oms o in altri contesti internazionali non si sono potute cogliere”.

Escono così dall’Oms entrambi i protagonisti di uno scontro mai visto all’interno dell’agenzia dell’Onu, poi finito nell’inchiesta sulla gestione del Covid in una delle province più colpite al mondo:  Ranieri Guerra e Francesco Zambon, il funzionario che accusò il suo superiore di avere esercitato pressioni sul contenuto del rapporto ‘Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid’, in particolare di avergli fatto retrodatare il piano pandemico per farlo sembrare aggiornato quando invece non lo era. E di averlo fatto perché sarebbe dovuto spettare anche a lui occuparsi del piano quando era direttore della Prevenzione al Ministero della Salute.  

Un dossier, pubblicato e poi sparito dal sito dell’agenzia dell’Onu il 14 maggio 2020, che venne redatto da un team di ricercatori con sede a Venezia coordinato da Zambon il quale si è poi dimesso dall’Oms e attualmente non ha un altro impiego.

“La risposta evasiva dell’Oms”

Nelle settimane scorse, era emerso che Guerra, tramite il suo avvocato Roberto De Vita, ha chiesto a Zambon e alle trasmissioni ‘Report’ e ‘Non è l’Arena’ un risarcimento complessivo per danni d’immagine in sede civile di 2,5 milioni di euro. Secondo Guerra, la diffamazione sarebbe stata portata avanti da Zambon nei suoi interventi in tv prima e in seguito attraverso il libro a sua firma ‘Il Pesce Piccolo’ edito da Feltrinelli.  A metà luglio l’Oms aveva risposto in modo ritenuto dagli inquirenti molto evasivo a una rogatoria in cui la Procura chiedeva chiarimenti sul ruolo di Guerra che in una memoria difensiva aveva sostenuto che fu l’ufficio cinese a chiedere di modificare il report.   

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