La Suprema Corte di Cassazione – I sezione penale- presieduta dalla dottoressa Tardio, in accoglimento delle questioni giuridiche illustrate dagli avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e Giuseppe Giulitto del Foro di Bari, nonostante il diverso avviso del Procuratore Generale dott.ssa Loy, ha annullato con rinvio per nuovo giudizio la ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Bari in data 17.05.21 che aveva a sua volta confermato la ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Baldassarre D’Ambrogio.
L’imprenditore, operante nel mondo delle slot e del video poker , era stato tratto in arresto con l’accusa di essere partecipe della associazione di tipo mafioso operante in Bari, denominata clan Strisciuglio.
Il ruolo attribuito al D’Ambrogio dalla Direzione antimafia di Bari era quello di aver collocato le proprie macchinette nei bar e locali della città di Bari proprio grazie alla ingerenza della organizzazione mafiosa, elargendo quale contropartita consistenti somme di denaro ai dirigenti del gruppo criminale di riferimento operante nel capoluogo pugliese.
La decisione assunta è sorprendente perché la Suprema Corte, condividendo le articolate argomentazioni svolte dal collegio difensivo, ha effettuato un doppio annullamento, ritenendo inidonea sia la motivazione resa in merito alla asserita partecipazione di D’ambrogio alla compagine criminale, sia quella resa dai giudici baresi rispetto alla sussistenza delle esigenze cautelari, annullamento quest’ultimo rarissimo allorquando si procede per il grave reato di associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto in tali casi le esigenze cautelari in tali casi sono presunte per legge.
Vi è attesa e curiosità di leggere la motivazione che verrà prossimamente depositata dai giudici capitolini e che condizionerà il nuovo giudizio che a breve si terrà innanzi al Tribunale del riesame di Bari.
Nel frattempo, già alla luce della autorevole decisione assunta dalla Corte di cassazione, e prima del giudizio di rinvio innanzi al riesame, la difesa potrà subito invocare la scarcerazione dell’imprenditore al Giudice delle indagini preliminari.