L’Europa a rischio invasione, la porta d’Ingresso Italia e Balcani

Politica

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L’Africa sta vivendo il periodo più difficile della sua storia, rafforzata dalla contingenza di cinque eventi tragici che si intersecano tra loro.
 
Quattro crisi socio politiche e una crisi ambientale, stanno depopolando alcune aree del Continente africano.
 
Nella regione del Sahel occidentale, dove sono in corso cruenti combattimenti con i terroristi dell’ISIS, è in atto una fuga in massa della popolazione.
 

Milioni di sfollati si sono riversati in Burkina Faso e Mali, paesi che già hanno problemi interni

 
Questa massa umana, nonostante la presenza del contingente francese, sta destabilizzando l’area. In Africa orientale c’è la terrificante crisi del Tigray di cui nessuna autorità umanitaria parla, tanto meno la stampa.
 
Del pericolo Tigray mi sono già occupato nel 2020. In questa regione è a rischio la sopravvivenza di milioni di vite.
 
Prospetto un intervento diretto della NATO, che però presenta due risvolti pericolosi, uno la Russia e l’altro la Cina, paesi che hanno numerosi interessi in Africa orientale.
 
Anche nell’Africa centro-settentrionale non c’è tranquillità, si sta vivendo una crisi politica drammatica che sta costringendo la popolazione a rifugiarsi in Congo.
 
Non c’è area dell’Africa che non si stia incendiando, nel sud-est i combattimenti con i terroristi dell’ISIS, che stanno occupando il Mozambico, stanno destabilizzando la regione.
 

A queste crisi politiche in corso, si aggiunge una non meno importante, quella ambientale

Nell’Africa meridionale la carenza di acqua, sta minacciando sia esseri umani che quelli animali. Quello che però mi preoccupa da osservatore attento, è la carenza della raccolta di frutta tra le piantagioni arboree del Gabon.
 
Per molti sarà vista come una annata negativa, non per chi ha la capacità di discernere i legami che generano fenomeni socio antropologici.
 
Il Congo, al contrario potrebbe adombrare la premonizione di una crisi alimentare apocalittica, che dal piccolo stato si estenda a tutta l’Africa meridionale.
 
Questa mia ipotesi di concretizza se andiamo ad analizzare il rapporto che lega la frutta agli animali. La frutta è l’alimento principe della popolazione animale, una carenza influenzerebbe ecosistema del pianeta.
 
Il comportamento e i cicli di vita degli animali più grandi sono incredibilmente importanti per il sano funzionamento dei sistemi di supporto vitale del nostro pianeta.
 
Se al rischio ambientale, si aggiunge il commercio illegale di animali selvatici, l’estinzione è ancora più palpabile. In queste regioni dalla fauna diversificata di animali di grande stazza, la carestia li sta falcidiando.
 
Gli elefanti africani delle foreste, ad esempio, sono ridotti ad una popolazione di appena il 10% distribuiti in appena il 25% dell’Africa. La maggior parte vivono nei Parchi nazionali protetti.
 
La carestia e i saccheggi del  terrorismo islamico in atto in Africa, nei prossimi mesi amplificherà la migrazione dei popoli verso l’Europa, terra di conquista incoraggiata anche dai corrotti governi degli Stati africani.
 
Meta ambita la ricca Germania, fino ad oggi ben disposta ad assorbire manovalanza per ricoprire posti di lavoro rifiutati dai tedeschi.
 
Ma con la pandemia e la recessione economica in atto, lo stato sta rimodulando il sostegno ai migranti, anche perché in Germania, nel popolo si riaccende le reminiscenze nazionaliste.
 
L’Africa è sull’orlo di un’altra potenziale crisi di rifugiati. Se succede di nuovo, potrebbe essere molto più grande della crisi precedente.
 

Siamo vicini al caos

Come per molte cose nella vita, non è mai un singolo evento, ma una serie di eventi che si combinano l’uno con l’altro e formano un evento grande e serio che porterà il caos.
 
Questa volta non facciamoci cogliere impreparati quando milioni di piccole barche infesteranno il mar Mediterraneo.
 
La carenza di produzione di raccolta di frutta, principale cibo delle popolazioni africane, saranno la causa principale dei prossimi  spostamenti biblici delle popolazioni del centro Africa meridionale verso le coste del nord Africa.
 
Se ciò accade, in combinazione con le crisi in atto, potrebbe essere una delle, se non l’ultima goccia, per spingere l’Africa in una mega migrazione verso l’Europa, che non migliorerà i problemi, ma servirà solo ad accelerare l’attuale tendenze di militarismo e conflitto che potrebbero diffondersi su scala mondiale entro il 2027, data in cui le grandi potenze avranno raggiunto il massimo del rafforzamento militare.
 
E noi continuiamo a mantenere gli occhi foderati di prosciutto guardando la pandemia di sistema. Non c’è più tempo di essere osservatori passivi, bisogna intervenire presto per fermare quello che accadrà.
 
Tutto potrà essere fermato e solo con aiuti massicci ai paesi africani l’Europa potrà sopravvivere.
 

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