Il Papa a Lesbo tra i rifugiati. L’appello ai popoli a fermare questa tragedia migratoria

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Prima di pronunciare il suo discorso ha attraversato i container che formano il campo di accoglienza incontrando e ascoltando le persone. Ha  ascoltato le loro storie e accarezzato i bambini. 

In questa domenica, prego Dio di ridestarci dalla dimenticanza per chi soffre, di scuoterci dall’individualismo che esclude, di svegliare i cuori sordi ai bisogni del prossimo. E prego anche l’uomo, ogni uomo: superiamo la paralisi della paura, l’indifferenza che uccide, il cinico disinteresse che con guanti di velluto condanna a morte chi sta ai margini! Contrastiamo alla radice il pensiero dominante, quello che ruota attorno al proprio io, ai propri egoismi personali, ai propri egoismi nazionali, che diventano misura e criterio di ogni cosa”

Così il Santo Padre nel suo discorso ha voluto porre l’accento sulla questione migratoria.

“Quanti hotspot dove migranti e rifugiati vivono in condizioni che sono al limite, senza intravedere soluzioni all’orizzonte! Eppure il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato” .

 

Papa Francesco ha poi continuato:

“Piuttosto che parteggiare sulle idee, può essere d’aiuto partire dalla realtà: fermarsi, dilatare lo sguardo, immergerlo nei problemi della maggioranza dell’umanità, di tante popolazioni vittime di emergenze umanitarie che non hanno creato ma soltanto subito, spesso dopo lunghe storie di sfruttamento ancora in corso”

“Non si voltino le spalle alla realtà, finisca il continuo rimbalzo di responsabilità, non si deleghi sempre ad altri la questione migratoria, come se a nessuno importasse e fosse solo un inutile peso che qualcuno è costretto a sobbarcarsi.”

Foto e video da www.vatican.va

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