A Napoli un uomo è stato ferito da un proiettile vagante durante il Capodanno

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L’uomo, cosciente e non in pericolo di vita, ha riferito al personale sanitario che, poco prima, dopo essere uscito dalla propria abitazione che si trova nel quartiere Montecalvario per fumare una sigaretta, ha sentito un forte rumore e avvertito una sensazione di bruciore al petto.

Sono complessivamente nove i feriti in città e provincia.

AGI – Un proiettile vagante. La prima vittima dei festeggiamenti del Capodanno a Napoli, per fortuna non in gravi condizioni. Circa alle 21 un 40enne srilankese è andato al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini con una ferita da colpo d’arma da fuoco sulla parte sinistra del petto.

L’uomo, cosciente e non in pericolo di vita, ha riferito al personale sanitario che, poco prima, dopo essere uscito dalla propria abitazione che si trova nel quartiere Montecalvario per fumare una sigaretta, ha sentito un forte rumore e avvertito una sensazione di bruciore al petto. La ferita sembra provocata da un proiettile vagante in ricaduta al suolo.

I carabinieri, che indagano sul caso, stanno verificando se nella zona sono presenti sistemi di videosorveglianza ds cui estrapolare immagini. Nonostante il divieto di sparare qualsiasi artifizio pirotecnico, in molte zone della città già a ridosso delle 16 si e’ cominciato a festeggiare la notte dell’ultimo dell’anno con botti. Anche in anni recenti, l’abitudine di esplodere anche colpi d’arma da fuoco in aria per il capodanno ha provocato decessi e feriti.  

Sono 9 feriti a Napoli per i botti di Capodanno. Una donna di 53 anni, con gravi lesioni agli occhi per lo scoppio di un petardo, è stata ricoverata al Cardarelli. Gli altri 7 sono stati curati e dimessi per lesioni agli arti sempre al Cardarelli e al Fatebenefratelli.

In provincia, ferite 5 persone, e nessuna ha avuto bisogno di ricovero. Due sono state curate all’ospedale di Frattamaggiore, due in quello di Giugliano e una, quella che ha riportato la lesione piu’ seria, a una mano, nel nosocomio di Castellammare di Stabia. A Napoli e in diversi comuni della sua provincia erano state emanate ordinanze che proibivano l’uso di fuochi artificiali. 

 

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