Nel 2022 si voterà in Francia Usa Brasile e non solo ..

Politica

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Di Daniela Piesco

Forse non tutti sanno che le tensioni internazionali sono spesso un comodo paravento dietro cui nascondere le beghe interne con cui tutti i leader, democratici o autoritari che siano, devono confrontarsi.

Tra queste beghe c’è nell’anno appena iniziato la fatidica chiamata alle urne per i cittadini di quasi ogni continente.

Il 2022 sarà un anno ricco di appuntamenti elettorali in tutto il mondo. Dalle elezioni midterm negli Stati Uniti alle presidenziali in Corea del Sud, ogni continente sarà interessato dal voto. In Italia, oltre all’elezione del Capo dello Stato,(https://www.corrierenazionale.net/romanzo-quirinale/) ci saranno le amministrative in oltre mille Comuni. In Francia si andrà al voto per scegliere il nuovo presidente e in Portogallo le elezioni anticipate rinnoveranno l’esecutivo. I cittadini saranno chiamati al voto anche in Africa e Sud America.

Nell’Ue, si voterà per le parlamentari in Portogallo, anticipate al 30 gennaio; in Austria per le presidenziali in autunno, con una situazione politica è instabile dopo l’uscita di scena inattesa di Sebastian Kurz; in Slovenia le parlamentari si terranno ad aprile e le presidenziali a ottobre; in Ungheria si terranno le parlamentari in primavera; in Svezia si voterà per le parlamentari a settembre, se il governo monocolore socialdemocratico di ultra-minoranza tiene fino ad allora; non si può escludere che si voti pure in Italia.

Altrove, ci saranno le presidenziali in Brasile, programmate per il 2 ottobre, e in Colombia per il 29 maggio. Dall’altra parte del mondo in India ci sarà la consueta maratona e nelle Filippine l’appuntamento è per il 9 maggio. Appuntamenti con le urne pure in Australia, politiche previste in Primavera e in Corea del Sud, dove si voterà per eleggere il nuovo presidente il 9 marzo. Libano, Tunisia, Kenya, sono altri paesi che torneranno alle urne, senza dimenticare le fantomatiche elezioni in Libia, che paiono sempre imminenti, ma che vengono sempre rinviate in extremis – com’è successo prima di Natale.

Oltre ai grandi Paesi votano realtà assai meno significative sul piano demografico, ma in cui le elezioni si presentano cariche di delicate incognite. È il caso della Bosnia, dove potrebbero arroventarsi di nuovo tensioni solamente sopite. Ed è soprattutto il caso dell’Irlanda del Nord, che la Brexit ha collocato in una sorta di limbo, avvicinando la prospettiva dell’unificazione con Dublino.

Ma soprattutto si voterà in Francia Usa e Brasile

Da un lato gli Stati Uniti dove sono in programma le elezioni di midterm, che potrebbero segnare una forte accentuazione dei problemi per l’amministrazione di Joe Biden, già in difficoltà a causa delle profonde divisioni, tra moderati e radicali, che attraversano il suo partito, quello democratico.

Dall’altro il Brasile dove l’ex presidente Lula, figura emblema della sinistra, sfiderà l’ esponente per antonomasia del populismo di destra, Bolsonaro , leader uscente che si è distinto, al pari di Donald Trump, per il suo atteggiamento teso a svalutare il pericolo costituito dalla pandemia.

Nel mezzo la Francia.

In Francia

Emmanuel Macron, riscopertosi nuovo alleato dell’Italia con la recente firma del trattato di cooperazione, si affaccia alle elezioni presidenziali in Francia del prossimo 10 aprile 2022 con i favori del pronostico

Stando ai sondaggi elaborati in merito alle elezioni in Francia, la principale sfidante dovrebbe essere ancora una volta Marine Le Pen ma non bisogna sottovalutare i Repubblicani, dati in ripresa, oltre alla mina vagante Éric Zemmour mentre, a sinistra, con i Socialisti sempre in declino appare difficile un nuovo exploit per Jean-Luc Mélenchon.

Se la sinistra è frammentata non meno caotica appare la situazione in Francia per quanto riguarda il centrodestra.

Infatti , paradossalmente l’ incognita di queste elezioni presidenziali , Éric Zemmour, un giornalista e saggista che si definisce gollista-bonapartista anche se le sue posizioni spesso sono state bollate come di estrema destra, in sostanza potrebbe favorire il Presidente in carica, che al ballottaggio andrebbe a vincere con un buon margine, mentre il vantaggio di Macron si andrebbe ad assottigliare in caso di un testa a testa con i Repubblicani o Le Pen.

In Brasile

In Brasile, l’ex presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010) ha il 48% delle intenzioni di voto contro il 21% dell’attuale presidente di destra, Jair Bolsonaro: è quanto emerge dal sondaggio condotto dalla società di consulenza Ipec in vista delle elezioni di ottobre 2022.

Le intenzioni di voto per Bolsonaro sono diminuite negli ultimi mesi, mentre è aumentato il suo tasso di disapprovazione.
Dietro a Lula e Bolsonaro ci sono l’ex giudice Sergio Moro, del partito conservatore Podemos, con il 6%, e l’ex candidato presidenziale Ciro Gomes, del Partito democratico laburista (Pdt, di centro-sinistra), con il 5%.

In America

La popolarità del Presidente Biden è in calo.
Infatti,con la ripresa della pandemia, il galoppare dell’inflazione e l’incertezza circa quanto raggiunto dall’amministrazione in carica (nonostante il passaggio di due leggi di centrale importanza come il pacchetto di stimoli contro il Covid-19 da 1,9 mila miliardi di dollari e quello sulle infrastrutture da 1,2 mila miliardi), la vittoria democratica alle elezioni di metà mandato potrebbe non essere così scontata.

Joe Biden inizia il secondo anno di mandato con molti problemi e poche certezze. Se si pensa che il 2022 si concluderà con le elezioni di midterm, da cui dipende la sua sopravvivenza politica, si capisce quanto le sfide dei prossimi mesi siano essenziali per il presidente americano.

Cosa dire?A dieci mesi dal voto di midterm dell’8 novembre, c’è tempo per correre ai ripari, ma non bisogna più sbagliare mosse.

In un mondo sempre più globalizzato, nel quale le nostre connessioni oltre confine sono fitte quanto mai in passato, esistono problemi che, semplicemente, non possiamo risolvere isolatamente.

La democrazia è preziosa e non possiamo darla per scontata. Il diritto di voto è una delle forme di libertà individuale più importanti che abbiamo e una delle massime forme d’espressione democratica. Dà voce alle nostre idee e garantisce che la nostra voce sia ascoltata. Dobbiamo schierarci fermamente a favore della democrazia, e il modo migliore per farlo è votare alle elezioni.

Perché del resto “Come dice la signora Pankhurst, sono i fatti non le parole che ci daranno il voto.” HELENA BONHAM CARTER – Edith Ellyn

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Stampa Parlamento

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