La maggioranza si è spaccata sulla tassonomia Ue

Economia & Finanza

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Dopo la decisione della Commissione europea di includere nucleare e gas nell’elenco delle forme di approvvigionamento energetico sostenibili, Pd, M5s e Leu fanno quadrato contro una decisione ritenuta inaccettabile.

© Ina FASSBENDER / AFP

– Energia

AGI – La maggioranza si divide sulla transizione ecologica. Dopo la decisione della Commissione europea di includere nucleare e gas nell’elenco delle forme di approvvigionamento energetico sostenibili, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali fanno quadrato contro una decisione ritenuta inaccettabile.

“Un passo indietro, che ignora le critiche degli esperti”, per il presidente M5s, Giuseppe Conte, che assicura: “Il M5S contrasterà questa soluzione in tutte le sedi. Il futuro è nel segno di rinnovabili, risparmio energetico e tutela dell’ambiente“. Ancora più dura la posizione dei senatori M5s che parlano di greenwashing, ovvero di ecologismo di facciata: “Il Movimento 5 Stelle si opporrà in tutte le sedi, a partire dal Parlamento europeo, per bloccare questa indecente operazione di greenwashing”.

Per i M5s, “il netto parere contrario degli scienziati consultati dalla Commissione europea non lascia spazio a dubbi: gas e nucleare non sono fonti green”. Dal Partito Democratico, è la deputata e responsabile della segreteria dem per la Transizione ecologica, sostenibilità, infrastrutture, Chiara Braga, a sottolineare: “La decisione della Commissione europea sulla tassonomia non ci convince: esperti e voci della finanza hanno evidenziato le tante criticità di questa scelta. Un grave errore non considerare la proposta del gruppo dei Socialisti e Democratici per una soluzione di compromesso”, scrive Braga in un tweet condiviso anche dal segretario Enrico Letta.

La soluzione a cui Braga si riferisce è la proposta di istituire una sezione ‘cuscinetto’ fra quelle delle energie sostenibili e non sostenibili: le cosiddette fonti ‘ambra’. Una proposta rigettata dalla Commissione Europea, con “grande disappunto” dei progressisti. Nettamente contrari al provvedimento anche i parlamentari di Liberi e Uguali che, con Stefano Fassina, considera “indicativa del primato dell’economia sulla politica” la scelta di Bruxelles.

Sul fronte opposto, esulta la Lega. “Più gas, per pagare bollette meno care, e avvio della ricerca sul nucleare pulito e sicuro. Bene l’Europa, ora il governo Draghi sia conseguente e abbandoni i No ideologici”, spiega il leader della Lega. Più cauta Forza Italia che considera “l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia inevitabile”, ma invita non dimenticare che “queste fonti presentano delle criticità”.

A sottolinearlo è il deputato e responsabile energia del gruppo di Forza Italia alla Camera, Luca Squeri: “Il ricorso al gas dovrà essere superato nel 2050: il suo utilizzo, dunque, ha valore nell’immediato affinché si possa ridurre la nostra dipendenza dall’estero e, di conseguenza, la volatilità dei prezzi, attraverso il pieno sfruttamento delle risorse nazionali”.

Per il nucleare vale, invece, il discorso inverso: per l’individuazione di nuove tecnologie e la successiva utilizzazione della fusione potrebbero servire anche 30 o 40 anni. “Se si resta ancorati all’idea della totale elettrificazione dei consumi”, prosegue Squeri, “si deve anche accettare che questa non possa avvenire con il solo utilizzo delle fonti rinnovabili. Lo scenario sarebbe invece molto diverso, e finalmente sostenibile, se si decidesse di non ostacolare l’uso delle bioenergie sia nella mobilità sia nel termico. In tal caso, infatti, si potrebbe avviare una strategia più equilibrata, capace di portare gradualmente anche alla sostituzione del gas”, conclude l’esponente di Forza Italia.

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