Matrimoni forzati e/o precoci: NO alle spose bambine

Puglia

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Era il 2015 e la Camera dei deputati approvava all’unanimità la mozione contro i matrimoni precoci e/o forzati, una pratica che ha radici lontane e nasce da una combinazione di diversi fattori: norme sociali radicate, povertà, diseguaglianza di genere e mancanza di rispetto dei diritti delle minori.
Nel mondo sono più di 700 milioni le giovani donne sposate prima dei 18 anni. Nella sola Nigeria, ad es., secondo i dati Unicef, le spose bambine sono 23 milioni. Le Nazioni Unite parlano di 70.000, vittime ogni anno di lesioni ed emorragie interne. Si tratta di bambine di 8-10 anni.
È una tragedia immane che si configura a pieno titolo, come uno stupro combinato, prima che come un matrimonio combinato.
Il fenomeno ormai globale, attraversa anche l’Europa e l’Italia, in seguito alle migrazioni.
Sono 146 i paesi dove le ragazze possono sposarsi al di sotto dei 18 anni e in ben 52 paesi possono farlo anche prima di compiere i 15 anni.
La mozione approvata nel 2015 di fatto impegnava il governo a dare attuazione alla risoluzione Onu contro i Matrimoni di minori, precoci, forzati; a sostenere a livello globale una rinnovata campagna per prevenire ed eliminare questa pratica che viola i diritti umani delle bambine, sostenere finanziariamente programmi e progetti di cooperazione internazionale per la prevenzione e l’abbandono dei matrimoni di minori, precoci e forzati.
In Italia, da tempo, attraverso progetti sul campo e attività di informazione, si lavora per fare in modo che le ragazze e le donne vedano riconosciuti i propri diritti e possano partecipare in prima persona alla vita dei paesi da cui provengono così come a quella dei paesi in cui risiedono.
Eppure anche da noi in Puglia una ragazzina di 12 anni era stata promessa al fratello del nuovo partner della madre. A far saltare i programmi, una denuncia del padre della piccola che ha interessato la Procura minorile, che, a sua volta, ha ottenuto dal tribunale la sospensione della potestà genitoriale della madre e l’allontanamento della bambina che ora è affidata ai nonni paterni.
Lo “sposo” ha 22 anni.
Era il 2015, ed oggi, nel 2022, accade ancora sotto i nostri occhi ciechi e, se non fosse intervenuto il padre, nulla e nessuno avrebbe strappato la bambina dall’orrore. Nessuna denuncia, nessuna interrogazione. Obbligata a restare chiusa in casa e controllata in ogni suo raro spostamento. Per recarsi a fare la spesa girava da tempo con un velo ed era stata ritirata dalla scuola e le erano impedite le normali frequentazioni con i suoi coetanei.
Come Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – Regione Puglia, chiedo alle istituzioni e alle famiglie, di mantenere alta l’attenzione, affinché episodi come questi non accadano più. Le culture multietniche ormai esistono in Italia e in Puglia, e dobbiamo farcene carico, sostenendo i molti giovani di seconda e terza generazione, figli di immigrati o di genitori di culture differenti che hanno contratto matrimonio, i cosiddetti “matrimoni misti”, che vivono sulla loro pelle i contrasti dei cambiamenti sociali in Italia, con le stesse famiglie di origine, contrasti che spesso hanno esiti terribili, come purtroppo leggiamo sui giornali.
Ludovico Abbaticchio

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