Una guerra incomprensibile tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

Politica

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CHI SE COCCA CU’ ‘CREATURE SE SOSE ‘INFUSO (Chi si corica con i bambini si risveglia con il letto pisciato). 

Il detto meridionale si presta bene a descrivere la situazione in cui si è trovato Giuseppe Conte il quale ha dato fiducia a Luigi Di Maio, detto Gigino.

Si, proprio quello che voleva sottoporre a impeachment Sergio Mattarella, lo stesso che, imitando Mussolini, da un balcone si era vantato di aver vinto la povertà.

Lui, il salvatore della patria, ingrato verso colui (Conte) che lo aveva elevato a dignità ministeriale, assegnandogli i dicasteri del lavoro e dello sviluppo economico nonché nominandolo alla vice presidenza del Consiglio dei Ministri.

Attribuendogli,  Conte, sbagliando di grosso, capacità di governo che non possedeva per mancanza di cultura istituzionale. Che, però, ha acquisito velocemente e utilizzata per rafforzare la sua leadership, già enorme, nel Movimento 5Stelle.

Ora da Ministro degli Esteri considera Conte, sbagliandosi, un ostacolo alle sue ambizioni narcisistiche che mirano, nell’immediato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, poi, quando avrà l’età, alla Presidenza della Repubblica. Da dove ambisce a eliminare la fame nel mondo e le  guerre tribali mai cessate, ma non prima di aver vinto la propria guerra contro Conte.

Ora Giuseppe Conte è in gande difficoltà, perché IL NARCISISTA, incensato da tutta la Destra nazionale (Brunetta, Boschi, Brugnaro, Toti) che lo lusinga attribuendogli facoltà divinatorie e paragonandolo addirittura a Aldo Moro, gli hanno aperto le porte dei loro movimenti (leggasi partiti), nei quali potrebbe confluire con una parte dei Pentastellati. Del resto, il favore che il nostro eroe ha conseguito nell’area della Destra è dovuto alla sua capacità di omologarsi al nostro sistema politico che, come tutti sanno, non è proiettato verso il conseguimento dell’interesse generale ma, in molti casi, verso interessi particolari.

Come è ampiamente dimostrato dalla vicenda Quirinale. Il nostro, consapevole che per fare carriera doveva approdare in altri lidi, che non coincidono affatto con i principi del Movimento, approfittando della sua posizione ministeriale, ha rafforzato le frequentazioni con il leghista Giorgetti. Cosa che lo ha reso ben visto da quella parte della Lega che fino a qualche tempo fa gli ha indirizzato giudizi non molto lusinghieri.

Ma la guerra contro Giuseppe Conte, grande giurista internazionale, non si ferma all’interno dell’agone politico, ma va molto oltre. E’ di questi giorni la notizia che la GdF, su ordine della Procura di Perugia, ha visitato lo Studio Legale dell’Avv. Conte che nel passato, molto prima di entrare in politica, ha fornito consulenze legali a società, alcune delle quali sarebbero poi fallite. Sarebbe accaduto se Conte si fosse omologato al sistema non certo trasparente di una parte della politica? Io credo di no. E voi?

Raffaele Vairo

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