Allarme Superbonus, in calo i lavori ammessi a detrazione

Economia & Finanza

Di

 

Secondo Confartigianato, “gli stop and go normativi” mettono a rischio le assunzioni di 127 mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022.

 

AGI – Monta la protesta delle imprese contro le nuove norme che regolano il Superbonus. Grazie agli incentivi statali per ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica degli edifici, nel 2021 la filiera delle costruzioni ha registrato una fase di grande espansione ma le modifiche normative stanno frenando l’andamento positivo dello scorso anno e rischiano di avere conseguenze negative nel 2022.

In particolare, le associazioni delle imprese, da Cna a Confartigianato, da Confcommercio all’Ance, da Assistal alle rappresentanze della filiera termoidraulica, criticano il decreto Sostegni ter laddove limita la possibilità di cedere a un solo soggetto i crediti vantati.

Una norma – sostiene Cna – che, introdotta con lo scopo di ridurre le frodi, sta già generando un impatto negativo sull’attività delle imprese che applicano lo sconto in fattura. Secondo Confartigianato, “gli stop and go normativi” mettono a rischio le assunzioni di 127 mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022.

Il superbonus – ricorda Confartigianato – nell’arco di 20 mesi ha subito 9 interventi di modifica, 1 ogni 68 giorni e l’ultima “rischia di bloccare la corsa del settore delle costruzioni che ha determinato il 15,2% della crescita del Pil tra gennaio e settembre 2021”.

I segnali negativi arrivano già da una sensibile riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione: a gennaio ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato (-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021.

Anche secondo Cna, le restrizioni alla cessione dei crediti d’imposta stanno stoppando gli investimenti con effetti negativi sulla ripresa economica; le limitazioni provocano il disimpegno degli intermediari nell’acquisto dei crediti di imposta con l’effetto di innescare una drastica frenata alla realizzazione dei lavori di riqualificazione e efficientamento energetico degli immobili, penalizzando di fatto cittadini e imprese onesti, rallentando la crescita economica e il positivo utilizzo delle risorse del Pnrr.

Per Confcommercio, vi è il rischio che per contrastare fenomeni fraudolenti si finisca per penalizzare gli operatori che agiscono nel pieno rispetto delle regole e in rapporto con il sistema creditizio, “già soggetto a stringenti normative di controllo e di vigilanza”.

Anche il Consiglio Nazionale degli Architetti punta l’indice contro il decreto Sostegni ter, che per porre un argine alle frodi finisce per “ritorcersi su chi ha operato nel rispetto delle norme e in assoluta onestà”: “Controllare e colpire i disonesti sì – è il ragionamento – ma sparare nel mucchio non è quello di cui abbiamo bisogno”.

Convinta che i nuovi vincoli sulla cessione dei crediti avranno “un impatto pesantissimo sui lavori in corso con il rischio di creare migliaia di contenzioni e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese” è l’Associazione nazionale costruttori. Per l’Ance “non è così che si combattono le frodi. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti”.

Anche l’Assistal (Associazione Nazionale Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica) sostiene che le nuove strette “finiranno per paralizzare nuovamente il mercato delle riqualificazioni energetiche e così vanificare gli sforzi per il rilancio del settore delle costruzioni”; gli imprenditori del settore non possono accettare misure che “colpiscono duramente la filiera delle costruzioni di impianti e dei servizi energetici, già fortemente segnata dai rincari delle materie prime e dell’energia”: con le nuove norme ricevono “l’ennesimo colpo fatale”.

Un allarme condiviso dalla filiera termoidraulica, secondo cui l’articolo 28 del decreto rischia di fermare il processo di riqualificazione impiantistica. Le associazioni sostengono che “la stretta sullo sconto in fattura e la cessione del credito penalizza la stragrande maggioranza delle imprese che lavorano seriamente e cercano di pianificare le loro attività su basi certe”. Ma gli effetti delle nuove regole ricadono sull’intero Paese: l’Italia è nella ‘decade decisiva’ – affermano Aicarr, Angaisa, Assistal, Assoclima, Assotermica, Cna Installazione Impianti, Confartigianato Impianti – per contenere l’aumento della temperatura globale e abbattere le emissioni di CO2 e deve prioritariamente cercare di accelerare il tasso di riqualificazione impiantistica ed efficientamento energetico del parco immobiliare in tempi brevi.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube