Il Manifesto Einstein-Russell – Oggi sono 67 anni dalla lettera di risposta di Einstein al logico e filosofo inglese Bertrand Russell.
Scriveva Russel, preoccupato di un conflitto nucleare: “Penso che eminenti uomini di scienza dovrebbero fare qualcosa di spettacolare per aprire gli occhi ai governi sui disastri che possono verificarsi”.
I due scienziati erano preoccupati perché a partire dal 1952 le strategie basate sulle armi nucleari erano centrali, per Russia e Stati Uniti.
Proliferazione
Proliferazione, uso di sommergibili nucleari, irruzione dei missili che potevano trasportare bombe nucleari in ogni parte del mondo.
Dopo un decennio di riarmo a fine 1962 gli USA potevano contare su 27.297 testate nucleari. Molte delle quali erano bombe H, a fusione. I soggetti che portavano avanti questa strategia?
Il segretario di Stato Dulles e il capo della General Motors che era stato ministro della difesa.
Le bombe termonucleari o bombe H
Molto più potenti e distruttive di quelle a fissione usate a Hiroshima e Nagasaki. Gli USA l’hanno messa a punto la bomba H nel 1952, grazie al fisico di origini ungheresi Edward Teller.
L’URSS risponde nel 1953 con un ordigno di inusitata potenza progettando e realizzando due tipi di bombardieri a largo raggio d’azione, in grado di trasportare bombe atomiche e di raggiungere gli Stati Uniti.
Per la prima volta l’URSS è in grado di portare una minaccia nucleare credibile al territorio USA
L’altra novità, sono i missili intercontinentali ICBM (Inter Continental Balistic Missile).
Messi a punto sia dagli USA sia dall’Unione Sovietica. IL conflitto nucleare diventa una pericolosissima possibilità, Einstein e Russell ne hanno consapevolezza e decidono di scrivere una dichiarazione pubblica, un Manifesto.
Einstein muore due mesi dopo e la dichiarazione firmata da altri 7 scienziati sarà resa pubblica nel luglio del 1955. Quella dichiarazione ha contribuito nel secolo scorso, a rendere la guerra nucleare un tabù.
Ancora valido nel tempo corrente il tabù?
Il messaggio contenuto nel Manifesto è oggi, specialmente in questo tempo, drammaticamente attuale. Usa, Russia e ora anche Cina stanno incrementando gli arsenali nucleari.
Inoltre, è entrata sul campo, la cosiddetta guerra ibrida che usa ransomware (virus del riscatto), phishing, cryptojacking, darkne. Ransware e il virus Stuxnet sono stati usati per mettere in crisi l’economia dell’Ucraina e il programma nucleare iraniano.
Rapporto Global Risks
Secondo il Rapporto Global Risks 2021 gli attacchi informatici mettono in crisi la stabilità mondiale al pari della pandemia e delle crisi economiche.
Nel nostro Paese, ha dichiarato il ministro della transizione digitale, il 93/95% dei server della pubblica amministrazione non sono, in condizioni di sicurezza.
Lo scorso anno hanno fatto ingresso tra le armi nuove russe, i missili con testate costituite dai nuovi veicoli ipersonici Avangard.
Sarmat, Cruise e Poesidon
La Russia comunque sta sviluppando altre nuove armi come il nuovo missile intercontinentale Sarmat, il missile Cruise a propulsione nucleare, il siluro a propulsione nucleare Poseidon, ne abbiamo parlato in un precedente articolo e ancora il missile balistico Kinzhal e altre “diavolerie”.
Questo sviluppo di armi, in Russia è giustificato dalla scelta USA di ritirarsi dal trattato ABM del 2002 e che gli ha consentito di avere un vantaggio militare sulla missilistica dei russi.
Infine, gli USA dell’era Trump hanno annullato la Presidential Policy Directive-37 (PPD-37) emessa da Barack Obama nel gennaio 2016 per fissare la politica statunitense, in materia di mine antiuomo.
Le mine con Trump sono diventate una arma importante: “la strategia di difesa nazionale, che richiede che i nostri militari riguadagnino i loro vantaggi competitivi diventando più letali, resistenti, agili e pronti per tutta una varietà di potenziali contingenze e aree geografiche.
Sistemi di controllo ambientale, come le mine antiuomo, svolgono un ruolo importante per tali obiettivi. (..) . Infine, fungono da moltiplicatore di forza, aiutando le forze degli Stati Uniti a combattere efficacemente contro minacce nemiche anche numericamente superiori.”.
Sul piano della spesa militare gli USA spendono 778 miliardi di $, al secondo posto la Cina con 178 miliardi di $ al terzo posto l’India con 72,9 mld di $ al quarto la Russia con 61,7 mld di $. Riporto il Manifesto Einstein, Russell e altri 7 autorevolissimi scienziati di 67 anni fa ma attualissimo.
Il Manifesto Einstein-Russell
Nella tragica situazione che affronta l’umanità, noi riteniamo che gli scienziati dovrebbero riunirsi in un congresso per valutare i pericoli che sono sorti come conseguenza dello sviluppo delle armi di distruzione di massa e per discutere una risoluzione nello spirito della seguente bozza di documento.
Non stiamo parlando, in questa occasione, come membri di questa o quella nazione o continente o fede religiosa, ma come esseri umani, membri della specie umana, la cui sopravvivenza è ora messa a rischio. Il mondo è pieno di conflitti, tra cui, tralasciando i minori, spicca la titanica lotta tra Comunismo e Anticomunismo.
Quasi chiunque abbia una coscienza politica nutre forti convinzioni a proposito di una di queste posizioni; noi vogliamo che voi, se è possibile, mettiate da parte queste convinzioni e consideriate voi stessi solo come membri di una specie biologica che ha avuto una ragguardevole storia e di cui nessuno di noi desidera la scomparsa.
Cercheremo di non dire una sola parola che possa piacere più ad un gruppo piuttosto che all’altro. Tutti, in eguale misura, sono in pericolo e se il pericolo è compreso, c’è speranza che lo si possa collettivamente evitare.
Dobbiamo cominciare a pensare in una nuova maniera. Dobbiamo imparare a chiederci non che mosse intraprendere per offrire la vittoria militare al proprio gruppo preferito, perché non ci saranno poi ulteriori mosse di questo tipo; la domanda che dobbiamo farci è: che passi fare per prevenire uno scontro militare il cui risultato sarà inevitabilmente disastroso per entrambe le parti?
Un vasto pubblico e perfino molti personaggi autorevoli non hanno ancora capito che potrebbero restare coinvolti in una guerra di bombe nucleari.
La gente ancora pensa in termini di cancellazione di città
Si è capito che le nuove bombe sono più potenti delle vecchie e che, mentre una bomba –A potrebbe cancellare Hiroshima, una bomba‐H potrebbe distruggere le più grandi città, come Londra, New York o Mosca.
Non c’è dubbio che, in una guerra con bombe‐H, grandi città potrebbero finire rase al suolo. Ma questo è uno dei disastri minori che saremmo chiamati a fronteggiare.
Se tutti, a Londra, New York e Mosca venissero sterminati, il mondo potrebbe, nel corso di pochi secoli, riprendersi dal colpo.
Ma ora noi sappiamo, specialmente dopo i test alle isole Bikini, che le bombe nucleari possono gradualmente spargere distruzione su di una area ben più vasta di quanto si pensasse.
Si è proclamato con una certa autorevolezza che ora si può costruire una bomba 2.500 volte più potente di quella che ha distrutto Hiroshima.
Una tale bomba, se esplodesse vicino al suolo terrestre o sott’acqua, emetterebbe particelle radioattive nell’atmosfera. Queste ricadono giù gradualmente e raggiungono la superficie terrestre sotto forma di polvere o pioggia mortifera. E’ stata questa polvere che ha contaminato i pescatori giapponesi e i loro pesci.
Nessuno sa quanto queste particelle radioattive possano diffondersi nello spazio, ma autorevoli esperti sono unanimi nel dire che una guerra con bombe‐H potrebbe eventualmente porre fine alla razza umana.
Si teme che, se molte bombe‐H fossero lanciate, potrebbe verificarsi uno sterminio universale, rapido solo per una minoranza, ma per la maggioranza una lenta tortura di malattie e disgregazione.
Molti avvertimenti sono stati lanciati da eminenti scienziati e da autorità in strategie militari.
Nessuno di loro dirà che sono sicuri dei peggiori risultati. Quello che diranno sarà che questi risultati sono possibili, e nessuno può essere certo che non si realizzeranno.
Non abbiamo ancora capito se i punti di vista degli esperti su questa questione dipendano in qualche grado dalle loro opinioni politiche o pregiudizi.
Dipendono solo, per quanto ci hanno rivelato le nostre ricerche, da quanto è vasta la conoscenza particolare dell’esperto. Abbiamo scoperto che gli uomini che conoscono di più sono i più tristi.
Questa è allora la domanda che vi facciamo, rigida, terrificante, inevitabile: metteremo fine alla razza umana, o l’umanità rinuncerà alla guerra?
La gente non affronterà l’alternativa perché è così difficile abolire la guerra
L’abolizione della guerra richiederà disastrose limitazioni alla sovranità nazionale.
Ma probabilmente la cosa che impedirà maggiormente di comprendere la situazione sarà il fatto che il termine “umanità” suona vago e astratto.
La gente a malapena si rende conto che il pericolo è per loro stessi, i loro figli e i loro nipoti, e non per una vagamente spaventata umanità.
Possono a malapena afferrare l’idea che loro, individualmente, e coloro che essi amano sono in pericolo imminente di perire con una lenta agonia.
E così sperano che forse la guerra con la corsa a procurarsi armi sempre più moderne venga proibita. Questa speranza è illusoria.
Qualsiasi accordo sia stato raggiunto in tempo di pace per non usare le bombe‐H, non sarà più considerato vincolante in tempo di guerra, ed entrambi i contendenti cercheranno di fabbricare bombe‐H non appena scoppia la guerra, perché se una fazione fabbrica le bombe e l’altra no, la fazione che l’avrà fabbricate sarà inevitabilmente quella vittoriosa.
Sebbene un accordo a rinunciare alle armi atomiche come parte di una generale riduzione degli armamenti non costituirebbe una soluzione definitiva, potrebbe servire a degli scopi importanti. Primo, ogni accordo tra Est e Ovest va bene finché serve ad allentare la tensione.
Secondo, l’abolizione delle armi termo‐nucleari, se ogni parte credesse all’onestà dell’altra, potrebbe far scendere la paura di un attacco proditorio stile Pearl Harbour che ora costringe tutte e due le parti in uno stato di continua apprensione.
Noi dovremmo, quindi, accogliere con piacere un tale accordo sebbene solo come un primo passo
Molti di noi non sono neutrali, ma, come esseri umani, ci dobbiamo ricordare che, se la questione tra Est ed Ovest deve essere decisa in qualche maniera che possa soddisfare qualcuno, Comunista o Anticomunista, Asiatico o Europeo o Americano, bianco o nero, questa questione non deve essere decisa dalla guerra.
Noi desidereremmo che ciò fosse compreso sia all’Est che all’Ovest.
Ci attende, se sapremo scegliere, un continuo progresso di felicità, conoscenza e saggezza. Dovremmo invece scegliere la morte, perché non riusciamo a rinunciare alle nostre liti?
Facciamo un appello come esseri umani ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticatevi del resto
Se riuscirete a farlo si aprirà la strada verso un nuovo Paradiso; se non ci riuscirete, si spalancherà dinanzi a voi il rischio di un’estinzione totale.
Risoluzione:
Noi invitiamo il Congresso, e con esso gli scienziati di tutto il mondo e la gente comune, a sottoscrivere la seguente risoluzione: “In considerazione del fatto che in una qualsiasi guerra futura saranno certamente usate armi nucleari e che queste armi minacciano la continuazione dell’esistenza umana, noi invitiamo i governi del mondo a rendersi conto, e a dichiararlo pubblicamente, che il loro scopo non può essere ottenuto con una guerra mondiale, e li invitiamo di conseguenza a trovare i mezzi pacifici per la soluzione di tutti i loro motivi di contesa.”
Firmato da
Max Born W. Bridgman Albert Einstein Leopold Infeld Frederic Joliot‐Curie Herman J. Muller Linus Pauling Cecil F. Powell Joseph Rotblat Bertrand Russell Hideki Yukawa
Redazione Corriere di Puglia e Lucania