Da che parte combatte TikTok

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Un team di sei analisti di NewsGuard ha creato dei nuovi account su TikTok e ha eseguito due esperimenti ideati per simulare un normale utilizzo dell’app. Ecco cosa è successo.

© Fernando Gutierrez-Juarez / dpa-Zentralbild / dpa Picture-Alliance via AFP

– TikTok

AGI – C’è la normale e acclarata disinformazione di guerra, attuata dagli Stati interessati ai conflitti, e poi c’è la disinformazione che utilizza, invece, in un modo ambivalente sui due fronti opposti, la stessa disinformazione degli Stati, amplificandola e riproponendola attraverso canali di diffusione autonomi. E per esempio il caso di TikTok, il social media in grande ascesa specie tra giovani e giovanissimi.  È quanto sta accadendo sul doppio fronte ucraino e russo anche quando gli utenti non cercano nello specifico e volontariamente contenuti sull’Ucraina.

Lo rivela un’indagine di NewsGuard, un’estensione per browser che permette agli utenti di riconoscere e distinguere le fake news. Secondo l’ultima newsletter Misinfornation Monitor, con dati esclusivi provenienti da cinque Paesi, l’indagine ha messo in evidenza che “TikTok fornisce ai propri utenti contenuti falsi e fuorvianti sulla guerra in Ucraina entro 40 minuti dalla loro registrazione sull’app, senza bisogno che essi eseguano attivamente alcuna ricerca sull’argomento” e che, per esempio, “la ricerca di contenuti usando termini generici legati al conflitto, come ‘Ucraina’ o ‘Donbass’, ha portato TikTok a suggerire diversi video che contenevano disinformazione tra i primi 20 risultati proposti”.

Il tutto attraverso un algoritmo che invogliando “a continuare la navigazione” ha finito con il rendere “la piattaforma un terreno fertile per la diffusione della disinformazione”. Per esempio, si legge in uno screenshot, “a 29 minuti dalla registrazione su TikTok, a un analista di lingua francese è stato mostrato il video di un discorso in cui Vladimir Putin affermava che “i neonazisti di oggi hanno preso il potere in Ucraina” e che la responsabilità di qualsiasi spargimento di sangue nel paese ricade su coloro che detengono il potere in Ucraina”.

Un team di sei analisti di NewsGuard ha creato dei nuovi account su TikTok e ha eseguito due esperimenti ideati per simulare un normale utilizzo dell’app. Nel primo esperimento, agli analisti è stato chiesto di scorrere il feed personalizzato “Per Te” per 45 minuti, guardando tutti i video relativi al conflitto Russia-Ucraina per intero, ma senza seguire alcun account o eseguire alcuna ricerca.

Il risultato è che entro un tempo di 40 minuti dalla loro registrazione su TikTok, “a tutti gli analisti di NewsGuard sono stati mostrati contenuti falsi o fuorvianti sulla guerra in Ucraina”. In alcuni casi a favore della Russia, in altri dell’Ucraina. E nel primo sono state rilanciate pari pari affermazioni false diffuse direttamente dal Cremlino, notizie quali: “I filmati provenienti dalla guerra in Ucraina sono falsi”, oppure “L’Ucraina è governata da una giunta neonazista”, refrain molto utilizzato dal presidente Putin, ma anche “Gli Stati Uniti possiedono una rete di laboratori di armi biologiche in Ucraina” e poi la falsa notizia-lavagggio del cervello secondo la quale “Vladimir Putin e la Russia non sono gli aggressori in questo conflitto e gli Stati Uniti hanno orchestrato la rivoluzione del 2014 in Ucraina”.

Scrive ancora NewsGuard nella sua analisi sulla disinformazione di guerra dentro la guerra attuata da TikTok, che a 29 minuti dal suo ingresso sul social media, “a un’analista di lingua francese è stato mostrato il video di un discorso di Vladimir Putin in cui affermava che “i neonazisti di oggi hanno preso il potere in Ucraina” e che la responsabilità di qualsiasi spargimento di sangue nel paese ricade su chi governa l’Ucraina.

Al 14 marzo 2022, questo video è stato visto 1,7 milioni di volte e condiviso più di 15.000 volte con un riverbero che ha dell’incredibile e con il minimo sforzo. Il punto vero è che all’interno dei cosiddetti feed i contenuti si confondono e sovrappongono “senza alcuna distinzione tra disinformazione e informazioni provenienti da fonti affidabili”. Il vero vale tanto quanto il falso e viceversa. E senza che l’algoritmo di TikTok contenesse “avvertimenti, né informazioni sull’affidabilità della fonte, di fact-checking o di contesto, in grado di responsabilizzare gli utenti nella selezione di informazioni affidabili”. Evidentemente la logica dei “contatti” e del loro progressivo aumento e sviluppo fa sì che “vero” e “falso” siano sullo stesso piano, si equivalgano in una pura logica funzionale solo al profitto e al numero dei contatti che viene raggiunto.

Il secondo esperimento effettuato dagli analisti di NewsGuard consisteva nell’effettuare ricerche utilizzando termini generici che gli utenti di TikTok potrebbero utilizzare per trovare informazioni sul conflitto. I termini di ricerca erano Ucraina, Russia, Guerra, Kiev e Donbass. E qando gli analisti hanno svolto la ricerca per almeno uno di questi termini, tra i primi 20 video suggeriti da TikTok ce n’erano alcuni che contenevano affermazioni false o fuorvianti. Tra queste: “Le forze statunitensi sono ‘in arrivo’ in Ucraina” oppure il fatto che l’immagine di Putin è stata aggiunta digitalmente nel filmato della conferenza stampa del 5 marzo 2022 per nascondere il motivo che il Presidente non era a Mosca o, anche, un video del presidente dell’Ucraina Zelensky “là fuori che combatte per il suo paese”, ma che in realtà è stato girato nel 2021; oppure è stato mostrato un video del “Ghost of Kiev” che abbatte sei jet russi, “immagini in realtà provenienti dal videogioco Digital Combat Simulator”. Infine, un video che riguarda uno scontro a fuoco “dell’esercito ucraino contro la Russia”, che in realtà risale al 2015 e “mostra le truppe del governo ucraino che combattono i ribelli filo-russi nell’est del paese”.

Ce n’è quanto basta per restare basiti. Ma si sa, la guerra è guerra. E si combatte con tutti i mezzi. Utilizzati anche da chi in guerra non è, come TikTok. Annotano ancora gli analisti: “Su TikTok, le fonti affidabili vengono solitamente identificate da un segno di spunta blu. Eppure, nei risultati di ricerca sulla piattaforma, i contenuti che pubblicano queste fonti sono accostati ad altri video che diffondono la propaganda del Cremlino, senza alcuna ulteriore distinzione tra i due tipi di contenuto.

In particolare, TikTok non fornisce alcuna informazione sull’affidabilità delle fonti di notizie sulla sua piattaforma”. Tra le fonti affidabili, NewsGuard indica per esempio Sky News, The Telegraph e FanPage.it.

Cosa ci guadagni TikTok è presto detto: il social media dei più giovani “ha avuto un’impennata di popolarità a partire dal suo lancio nel 2017. Alla fine del 2021, l’app ha raggiunto 1 miliardo di utenti mensili rispetto agli 85 milioni di inizio 2018, numeri che l’hanno resa la prima app non appartenente a Facebook a toccare quella cifra. E nonostante TikTok dichiari di consentire l’uso della sua app soltanto ai ragazzi di età superiore ai 13 anni, la verità è che “un quarto degli utenti dell’app negli Stati Uniti nel 2021 aveva un’età compresa tra i 10 e i 19 anni” mentre “circa il 30% degli utenti francesi di TikTok hanno meno di 18 anni, così come un terzo degli utenti italiani e quasi un quarto degli utenti tedeschi”, secondo il sito Statista.

La replica di TikTok

Il social ha affidato a una nota il commento di un portavoce: “Malgrado l’esperimento non riproduca un comportamento di visualizzazione standard dei contenuti – si legge – prosegue il nostro impegno volto a incrementare le misure di protezione e sicurezza per individuare le minacce emergenti e rimuovere la disinformazione dannosa in merito alla guerra in corso in Ucraina, così da continuare a promuovere un’esperienza sicura in-app. Collaboriamo anche con organizzazioni indipendenti di fact-checking per far sì che TikTok rimanga un luogo sicuro e autentico”.

(Articolo aggiornato alle 17,50)

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