Una famiglia su cinque (il 20,8%) incontra difficoltà a sostenere la spesa per le collaboratrici domestiche.
AGI – Lavoro domestico in bilico tra necessità delle famiglie e sostenibilità economica: il 79,5% delle famiglie datrici di lavoro associate a Assindatcolf ricorre a una colf, il 20,4% a una badante e il 7,1% si avvale delle baby sitter. Con costi mensili variabili tra 650 e 1.200 euro. Una spesa irrinunciabile, ma non tutti possono permettersela. E’ quanto emerge dal secondo report del programma “Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia” realizzato dal Censis per Assindatcolf. La rilevazione ha riguardato un campione di famiglie associate a Assindatcolf, in prevalenza coppie con figli (il 47,5% del totale), per il 50% con una età superiore ai 60 anni e per il 70% di sesso femminile.
Nel dettaglio il 79,5% delle famiglie associate a Assindatcolf impiega una collaboratrice domestica. Le colf sono prevalentemente di origine straniera (nell’83,1% dei casi) e assunte a ore (89,9%). Comportano una spesa media mensile intorno ai 650 euro per famiglia. Il ricorso all’aiuto domestico è motivato soprattutto (per il 43,3%) dall’impossibilità di occuparsi direttamente della cura della casa. La percentuale sale al 57,3% dei nuclei familiari in cui sono presenti persone non autosufficienti e al 67,0% tra gli over 75 anni. L’aiuto domestico favorisce la conciliazione degli impegni professionali e di quelli fuori casa: vale per il 21,4% (e il dato sale al 38,9% tra gli under 50). Ma una famiglia su cinque (il 20,8%) incontra difficoltà a sostenere la spesa per le collaboratrici domestiche.
“I risultati dell’indagine ci offrono importanti spunti di riflessione, soprattutto relativamente all’aspetto della sostenibilità della spesa per colf, badanti e baby sitter”, ha detto Andrea Zini, presidente di Assindatcolf. “Quando è la famiglia a modulare la richiesta di assistenza in base alla propria capacità economica, il costo risulta per la maggior parte sostenibile. Al contrario, quando si deve far fronte a una condizione di non autosufficienza, soprattutto quando questa si manifesta improvvisamente, viene meno la possibilità di organizzare il servizio in base alle disponibilità economiche, poichè la domanda di assistenza diventa direttamente proporzionale alle necessità.
E’ a questo punto che le famiglie entrano in affanno economicamente e il costo diventa insostenibile. Considerato che il lavoro domestico è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio pilastro del welfare di questo Paese, riteniamo necessario e urgente un intervento da parte dello Stato affinchè siano previste agevolazioni alla regolare assunzione che permettano alle famiglie di risparmiare sui costi. Allo stesso tempo è importante che i bisogni di assistenza domestica entrino a pieno titolo nelle valutazioni per la formulazione dei progetti di assistenza individuale integrati (Pai)”, ha concluso Zini.