“Stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà all’aggressione nei confronti dell’Ucraina, con l’accoglienza dei profughi, con il sostegno completo a chi assiste alla difesa della propria terra contro l’invasione militare, con misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi pretende di imporre con la violenza delle armi proprie scelte a un altro Paese. Per frenare subito, per rendere insostenibile questo ritorno alla prepotenza della guerra, che se non trovasse ostacoli non si fermerebbe”.
Lo ribadisce il presidente della Repubblica, Sergo Mattarella, intervenendo oggi all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Trieste. Il presidente sottolinea però che si insiste “a proporre dialogo e trattative, per chiudere la guerra immediatamente, per ritirare le forze di invasione, per trovare soluzioni politiche”, che vanno perseguiti non appena si aprissero spiragli di disponibilità. Mattarella non nasconde alla comunità accademica e istituzionale giuliana tutta l’amarezza per l’improvvisa involuzione della storia: “Si pensava, confesso lo pensavo anch’io, che questa drammatica esperienza vissuta da tutto il mondo contro un pericolo comune che ha messo a rischio il genere umano, avesse fatto comprendere anche a livello di governi e di Stati l’esigenza di cercare condivisione, dialogo e collaborazione, per spingere- continua il presidente- tutti i popoli e tutti gli Stati a fronteggiare insieme i nemici dell’umanità: la pandemia, quelle possibili in futuro, il deterioramento delle condizioni climatiche, le drammatiche conseguenze dell’inquinamento e della povertà”, osserva il capo dello Stato.
“Invece abbiamo dovuto assistere al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali, al pari dell’800 del secolo scorso”, sottolinea Mattarella, “un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo ritenuto possibile in questo inizio di millennio, assistendo a vittime di ogni età, a devastazione di città e campagne, all’impoverimento del mondo. Non riusciamo neppure a rinvenirvi una motivazione razionale”, conclude il presidente.