I grandi negoziatori sulla scena globale e sulla scena locale.
di Antonio Rossello
Difficili e discontinui trattative stanno impegnando le parti in conflitto in Ucraina. Esiste un problema di non sufficiente applicazione dell’arte della mediazione? Difficile rispondere senza aver dato prima un’occhiata a come funzionano le mediazioni.
Innanzitutto, esaminiamo la differenza tra colloqui ordinari e negoziati in diplomazia. I colloqui ordinari si concentrano solo su specifici temi del normale andare d’accordo tra stati; mentre, in caso di gravi contrasti o guerre, i negoziati iniziano chiedendosi se entrambe le parti vogliono rispettivamente una risoluzione o la pace. Se la risposta risulta positiva, il processo procede verso la risoluzione dei problemi attraverso compromessi.
La mediazione è un metodo di risoluzione delle controversie che utilizza la negoziazione, la discussione e l’accordo tra le parti per arrivare a soluzioni alle controversie. I mediatori cercano di trovare il consenso, piuttosto che minacciare di usare la forza, in modo che ciascuna parte accetti la responsabilità delle decisioni prese.
Durante la mediazione, è importante rimanere obiettivi, imparziali, di mentalità aperta, pazienti, flessibili, rispettosi ma fermi nei processi decisionali. Ogni persona coinvolta deve comunicare in modo aperto e onesto. Deve ascoltare attentamente e mostrare rispetto per tutte le opinioni espresse durante le sessioni di mediazione.
Tutti i partecipanti devono dare peso alle parole espresse prima di raggiungere un accordo. Entrambe le parti devono scendere a compromessi e negoziare attraverso proposte ragionevoli ed evitare posizioni estreme.
Gli attori sulla scena negoziale quindi contano. Non solo è un fatto di formazione ma anche di predisposizione individuale. Ma che cos’è l’arte della mediazione se non qualcosa che si concretizza anche nei rapporti quotidiani? Certamente, ognuno di noi nota intorno persone meglio di altre abili nel districare situazioni conflittuali.
Ad esempio, da lungo tempo conosco Mauro Rinotti, veterano a Genova della contrattazione sindacale, su tavoli talora conclusi senza lasciare tentativi inesperiti. Si nota nella foto, durante un suo recente intervento in cui indossava una cravatta coi colori ucraini, una certa sua somiglianza al celebre Henry Kissinger.
Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford tra il 1969 e il 1977, nel 1973 insignito del premio Nobel per la pace, Kissinger è stato universalmente considerato l’eminenza grigia della diplomazia statunitense, un grande promotore e mediatore delle relazioni multilaterali.
Come ultima nota di colore, segnaliamo che gli amici hanno proverbialmente attribuito il simpatico soprannome di «Kissinger» al nostrano Rinotti, anche per il particolare stile che lo contraddistingue nell’arte della mediazione.