Ucraina. Una storia di dittatori, guerre e controllo delle materie prime

Arte, Cultura & SocietàMondo

Di

Tra corsi e ricorsi storici, l’Ucraina rappresenta un’area geopolitica instabile e ricca di materie prime. Da secoli è attraversata da tensioni e guerre manovrate da dittatori, per motivi nazionalistici ma anche economici. Alla permanente presenza di eserciti si sono aggiunti frequenti interventi militari di forze esterne, a volte contro volontà e interessi nazionali e persino contro le popolazioni, che spesso ne sono vittime.

Dopo le ultime tragiche vicende belliche in Ucraina, l’autocrate Vladimir Putin, leader della Russia, viene spesso paragonato a ciò che fu Adolf Hitler, Führer del III Reich, più che a Iosif Stalin, il quale con il pugno d’acciaio governava contemporaneamente sull’Unione Sovietica. E proprio Stalin fu acerrimo nemico di Hitler, durante la Seconda Guerra Mondiale (allora nota come “la Grande Guerra Patriottica”), che si concluse con la grandiosa vittoria dei sovietici sui nazisti il 9 maggio 1945.

A differenza di Stalin, che commise diversi errori politici che lo portarono, già dopo la sua morte, ad essere considerato uno dei prodromi del successivo crollo dell’URSS e della disgregazione del suo impero, finora Putin pare essere stato in grado di costruire un nuovo ordine dalle rovine dell’Unione Sovietica, trasformando la Federazione Russa in uno Stato onnipotente in grado di opporsi a USA, NATO e altri paesi occidentali, che si costituiscono di fatto come una coalizione contro Mosca. Ne è prova quanto accaduto, in questi ultimi anni, in Crimea e nel Donbass, nell’est Ucraina, e, attualmente, con l’invasione russa di quest’ultima.

Con tutte le coincidenze e stranezze che possono emergere dalla storia recente, apprendiamo in questi giorni dalla stampa che Putin, ha dichiarato di voler tenere, in occasione della prossima ricorrenza di tale vittoria, il 9 maggio 2022, la tradizionale parata militare, finora ogni anno svoltasi a Mosca, nell’auspicabilmente conquistata Maryupol, per sancire la nuova vittoria della Russia contro l’Ucraina.

La data è comunque importante. Dopo la nota rivoluzione del precedente ottobre 1917,  nella primavera del 1918, le principali regioni produttrici di grano (prima fra tutte l’Ucraina) erano in mano ai tedeschi. La situazione delle città diventò insostenibile, vista la carenza di generi alimentari. Gli abitanti dei principali centri industriali, primi fra tutti gli operai delle grandi industrie metallurgiche di Pietrogrado, abbandonavano i luoghi di lavoro e erravano nelle campagne, alla ricerca di cibo. Il rischio, era la paralisi degli impianti, compresi quelli che producevano le armi, indispensabili per combattere la guerra civile contro i Bianchi.

Il 9 maggio 1918, Lenin annunciò che “coloro che possiedono grano e non lo consegnano alle stazioni ferroviarie e agli ammassi destinati all’uopo… saranno dichiarati nemici del popolo”. Si trattava di una vera e propria dichiarazione di guerra contro i contadini, che vennero sprezzantemente chiamati kulaki, cioè sfruttatori. A Mosca e a Pietrogrado furono organizzati reparti di operai bolscevichi e inviati nelle campagne a requisire tutto il grano che trovavano. I contadini, tuttavia, reagirono violentemente: nell’estate del 1918, scoppiarono almeno 200 rivolte nelle campagne delle province centrali della Russia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube