Il permanere degli atti d’eversione, ora è il caso della Russia nei confronti dell’Ucraina, stimola l’urgenza d’esporre una riflessione sull’importanza della Democrazia al confronto della violenza che è sempre stato l’arma degli arroganti. Solo la “Democrazia” è una concretezza esercitata dal Popolo tramite i suoi Rappresentanti.
Essa si fonde sul concetto, inscindibile, di “sovranità”. Tutto ciò che capita al di fuori di questo costrutto, può anche essere “destabilizzazione”. Idea che pretende d’imporre un sistema sotto la dipendenza con la violenza. Purtroppo, non siamo nuovi a fatti di guerra, la cui matrice, qualunque essa sia, è sempre riprovevole.
Non è con la violenza, a fronte di tante vittime innocenti, che un’idea potrà trovare spazio in una società che fonda le sue radici nella libera convivenza. Il dialogo ha da subentrare alla coercizione, i segni di buona volontà, alle armi e alla violenza. I progetti non si possono affermare in altro modo. Subirli, col terrore, non è una soluzione; ma solo l’acuirsi di un problema. La convivenza dei Popoli, senza sconfinamenti di territorio e di potere estorto, traccia la via per garantire la vita e la pace. Cioè la Democrazia.
Ne deriva che è meglio affrontare, con la certezza d’essere nel giusto, ogni azione atta a non confondere gli equilibri socio/politici del mondo in essere. La vita, in tutte le sue manifestazioni, è sacra. La guerra, alla fine, ricade su chi l’ha cagionata. La storia è la testimone di quanto abbiamo rilevato. Meglio non dimenticarlo mai.
Giorgio Brignola