Il problema dell’eutanasia , o dolce morte, da anni accende dibattiti morali e politici: è lecito uccidere, perché nei fatti è questo, una persona che è un malato terminale per alleviarne le sofferenze o chi da anni è in coma? Sicuramente è un grande problema di coscienza che coinvolge i familiari e gli amici del malato, ma anche i medici che dovrebbero procurare la morte al paziente ed anche in questo caso si apre un altro grande problema etico dal momento che il medico da sempre è visto come colui che cura e salva la vita non come colui che, nuova Moira, ne tronca l’esistenza. In effetti il codice etico dei medici vieta in modo esplicito il ricorso all’eutanasia poiché ogni medico ha l’obbligo di preservare fino alla fine la vita umana. Ma è anche un problema di coscienza per i medici che dovrebbero somministrare direttamente il farmaco letale al paziente che ne ha fatto richiesta. Da sempre anche la politica è divisa su questo delicato problema, il centro destra tende ad essere contrario all’eutanasia mentre il centro sinistra è a favore, anche se le posizioni non sono assolute in entrambi gli schieramenti perché da una parte e dall’altra qualche dissidente c’è. Ad alcuni, soprattutto tra i credenti, sembra che una parte della società e della politica si muova troppo su posizioni materialiste che ledono la dignità umana ed il mistero della vita e che pretenda di decidere della nascita, della vita e della morte; l’aborto è praticato con troppa facilità e disinvoltura e la vita non è promossa in nessun modo con aiuti e sostegno alle donne da parte delle istituzioni, così come l’esistenza è oramai condizionata da voluti e falsi modelli che poco consentono la piena e sicura espressione della persona, mentre la morte viene ridotta ad un puro fatto biologico e non si guarda più all’individuo nella sua complessità, come ad un essere unico ed irripetibile che ha una sua connotazione spirituale, interiore, razionale e relazionale originale. Ma soprattutto in questa società laica e materialista la morte non è più un momento importante che coinvolge un’intera comunità a livello umano ed emotivo, ma è diventata un fatto solitario che riguarda solo il morente e forse qualche familiare. Qualcuno potrebbe obiettare che il malato o la persona in coma non c’è, eppure la sua stessa presenza è sempre per molti familiari motivo di conforto e speranza inoltre nel caso di alcune persone che sono state in coma per molti anni si è verificato inspiegabilmente un risveglio e davanti a simili eventi è necessario avere dubbi sull’eutanasia ed essere prudenti quando si assumono posizioni radicali. Al momento l’eutanasia è illegale in Italia, costituisce reato ed è punita con l’articolo 579 (omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale. Ma con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e con la legge 219/2017 la così detta “eutanasia passiva”, cioè la sospensione delle cure vitali, costituisce un diritto inviolabile ed è possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, che prevede l’aiuto indiretto da parte di un medico a morire. Vi devono essere però determinata condizioni: chi ne fa richiesta deve essere capace di intendere e di volere, deve avere una patologia irreversibile che arreca gravi sofferenze fisiche o psichiche e per sopravvivere deve dipendere da trattamenti di sostegno vitale. Ma chi determina quali sono i trattamenti di sostegno vitale? Per un diabetico è vitale assumere l’insulina, ma vi sono casi molto diversi. Attualmente l’eutanasia è legale solo nei tre paesi del Benelux, mentre intesa come suicidio assistito, detta anche eutanasia attiva diretta è legale in Svizzera, Colombia e negli stati di Washington, Oregon, Vermont e Montana e California; invece l’eutanasia passiva è ammessa in India. Il primo paese a legalizzarla fu l’Olanda nel 2002 e con l’approvazione del “protocollo di Groningen” sono stati stabiliti i criteri da rispettare per effettuare anche l’eutanasia infantile. Le scelte olandesi che potrebbero sembrare le più aperte d’Europa anche per la legalizzazione della droga e della prostituzione nascondono una grande povertà interiore tant’è che uno dei numeri più alti di suicidi , in media 5 al giorno, avvengono proprio lì. Il caso dell’Olanda è inquietante perché ha esteso l’eutanasia ai bambini e prendendo spunto da questo Stato anche il Belgio dal 2016 l’ha concessa ai minori. Sempre più Paesi stanno vincendo quello che a molti può sembrare un tabù e ad altri invece appare come una pericolosa deriva verso la disumanità nei confronti dell’altro che può scegliere di morire nell’indifferenza generale verso una vita umana che anche nella sofferenza è preziosa. Chi è a favore dell’eutanasia sostiene che è un principio fondamentale dell’autodeterminazione dell’individuo. Ma la questione è alquanto complessa e le domande sono tante: quali potrebbero essere le patologie per cui l’eutanasia sarebbe ammissibile, inoltre non si rischia di dare troppo potere decisionale ai medici, che fine farebbe la ricerca su trattamenti efficaci contro quelle malattie per le quali è prevista l’eutanasia? Inoltre nel caso in cui i medici abbiano diagnosticato erroneamente una malattia terminale potrebbe concretizzarsi la fine della vita per l’ignaro paziente che ha optato per l’eutanasia. Ma si potrebbe profilare un altro aspetto inquietante ossia quello economico perché favorire l’eutanasia e promuoverla significherebbe meno spese per il sistema sanitario pubblico e le categorie più colpite sarebbero soprattutto gli anziani. Un tempo, quando le malattie erano molto più diffuse e poco curabili a livello farmacologico e la tecnologia medico- scientifica non esisteva, la sofferenza era vista ed accettata come parte inscindibile della vita stessa e nessuno si sarebbe mai sognato di legalizzare il suicidio o il così detto suicidio assistito. Probabilmente l’eccessivo benessere e l’affermazione di una società materialista sempre più individualista ed egoista, che considera valori fondanti della vita il denaro ed il piacere, ha determinato un’involuzione dell’umanità ed il crollo di valori quali la solidarietà, la condivisione, l’amore. Fermiamoci prima che sia troppo tardi e rimettiamo al centro l’uomo!