Il problema di coordinare volontari e professionisti durante un disastro

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Dai terremoti agli incendi, dalle frane alle alluvioni, quando la macchina dei soccorsi si mette in poco la mancanza di coordinamento può farla inceppare. Ne parla il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, a 40 anni dalla fondazione del Dipartimento.

© FILIPPO MONTEFORTE / AFP

– Volontari tra le macerie del terremoto di Amatrice

AGI – Poche ore dopo il terremoto nel Centro Italia, decine e decine di mezzi e centinaia di volontari erano arrivati da ogni parte del Paese per prestare soccorso. “Un caos e uno spreco”, secondo il sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, che ricorda ancora “le file di pick-up nuovi di zecca di associazioni di ogni sorta e gli uomini che non sapevano cosa fare mentre i vigili del fuoco scavavano anche a mani nude tra le macerie”.

Non una polemica nei confronti dei volontari, dice Cicchetti, ma un’esortazione a coordinare meglio le energie e, soprattutto, le risorse. “Non si possono vedere mezzi nuovi in dotazione a non professionisti, mentre i professionisti devono fare i conti con stanziamenti insufficienti” ha detto, intervenendo alla presentazione di ‘Apnea’, il libro di Virginia Piccolillo e Luca Cari che racconta le vicende dei vigili del fuoco che per primi entrarono nella Costa Concordia salvando decine di vite.

“Il rapporto tra professionisti e volontari” prima della nascita della Protezione civile era “conflittuale”, ha ricordato Fabrizio Curcio, che ha partecipato alla presentazione nel giorno del quarantennale della fondazione del Dipartimento, “Dobbiamo distinguere la generosità dei cittadini dai criteri che sono stati stabiliti. Il rapporto tra vigili del fuoco e volontari della Protezione Civile, ad esempio, ha senso in una società evoluta come la nostra perché vengono formati e vengono dati loro gli strumenti: fa parte della gestione emergenziale e consiste nell’avere una elevata risposta immediata. Gli altri partecipano per quanto possibile. Poi, certo, c’è da migliorare la considerazione che c’è dei professionisti dell’emergenza”.

Curcio insiste sul tema della prevenzione: “Bisogna soprattutto tornare a parlarne: da quella sismica a quella degli incendi boschivi. Altrimenti ci troveremo sempre ad affrontare emergenze senza avere fatto abbastanza per impedirle”.

Sul tema dei volontari è intervenuto anche il vescovo di Rieti, Monsignor Domenico Pompili, che ha invitato a “distinguere i volonterosi dai volitivi”. “Di fronte a una tragedia come quella del terremoto” ha detto, “non è difficile trovare né i volontari, né i volenterosi. Ma la sfida è trovare i volitivi il cui desiderio di ricostruire, di restare nei propri luoghi, nella propria terra, sia superiore alla tentazione di arrendersi, dimenticare e ricominciare da un’altra parte”.

 

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