Non è possibile condannare una persona per ciò che scrive

Arte, Cultura & Società

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Italia 2022: un docente ha appena pubblicato un romanzo. Si badi bene: un romanzetto, non un gran capolavoro, che sicuramente denota un’eterosessualità tossica e probabilmente tendente alla pederastia-parliamo di studentesse minorenni- ma si tratta pur sempre di opera di fantasia. L’Usp di Genova ha aperto un’inchiesta e probabilmente, si andrà di fronte al Giudice.

Il professor Andrea Del Ponte è una persona che ha fatto body shaming, che non è nuovo a transfobia e razzismo, ma non va processato per delle parole scritte in un romanzo- ripeto, non una grande opera letteraria- tra l’altro, anche di genere fantasy. Sarebbe un precedente rischioso: significherebbe ritornare a processi pubblici, come ai tempi di Pasolini ed inoltre, rischierebbe di fare del docente, un martire. E non siamo che di fronte ad un povero diavolo, prigioniero di sé stesso e dei suoi pregiudizi.

Contro di lui, non solo si era scagliata l’ex deputata Vladimir Luxuria, coinvolta personalmente in un attacco proprio dal suddetto insegnante, ma anche Giacomo Montanari, esperto professore ordinario dell’Università di Genova, che ne aveva chiesto l’allontanamento. Così come è agghiacciante sentire il racconto di un’ex studentessa- ora trentenne- a cui fu dato l’epiteto di “bella gnocca” davanti a tutti. Non l’ultima- ricordiamo il termine “zoccoletta” dato su Facebook in un post del 2019- delle tante volgarità del “collega”.

Siamo assolutamente favorevoli ad allontanarlo: uno così dovrebbe pulire i bagni di una scuola, non insegnarvici dentro; ma siamo altrettanto convinti che siano finiti i tempi in cui scrivere un’opera “immorale” condannasse l’autore alla galera. Altrimenti, in cosa saremo differenti da un’Arabia Saudita, da un Iran, da una Cina? E ricordiamoci che se si rischia una caccia alle streghe: la nostra categoria già bistrattata, non merita che gli venga tolto anche quest’ultimo spazio di libertà. Inoltre, se l’opera è: “Un delirio che denota turbe di tipo sessuale nei confronti delle proprie studentesse” non può essere un Pm a deciderlo, proprio perché siamo in una Nazione libera e assolutamente laica. Anche se comprendiamo il disgusto dei parenti e genitori delle ragazze, ma questa persona va punita, allontanandolo dal luogo di lavoro, non certo con la galera.

A cura di Irene Agovino

foto parolacce

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