Il quarantaseienne con tetraparesi arriverà al fine vita. E attacca: “Mi hanno volutamente ignorato: basta a trattarci come cittadini di serie b. È assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale”.
di Michele Romano
AGI – “È inaccettabile che l’Asur abbia comunicato la risposta del comitato etico 40 giorni dopo: in quell’arco di tempo sono stati fatti tre solleciti. Mi hanno volutamente ignorato: basta a trattarci come cittadini di serie b. È assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale. Grazie al vostro menefreghismo sono praticamente costretto a scegliere la strada della sedazione profonda e permanente, con la sospensione dei sostegni vitali per evitare di soffrire oltremodo a causa delle inutili lungaggini burocratiche per ottenere il suicidio assistito”. Questo è il messaggio di Fabio Ridolfi, che da 18 anni è immobilizzato a letto per una tetraparesi e che ha fatto sapere di voler sottoporsi alla sedazione profonda, in mancanza di indicazioni dall’Asur Marche sul farmaco da usare per il suicidio medicalmente assistito.
“Lasciare la mia famiglia”. Questo è quello che Fabio ha scritto con il lettore ottico. Quattro parole, a lungo meditate, per rispondere ai giornalisti che gli avevano chiesto cosa gli dispiacesse lasciare. “Non ho paura di andare avanti per la mia strada e sono molto arrabbiato per essere stato ignorato – ha detto ancora – e anche se l’Asur Marche dovesse muoversi dico basta alle attese: continuerò con il cammino di sedazione profonda e continua”.
Fabio ha anche detto di non credere in Dio e di avere “forti dolori articolari e muscolari”. Da quanto si è appreso oggi, nei prossimi giorni gli verrà tolto il sostegno vitale (alimentazione e idratazione), quindi gli verrà somministrato un sedativo che consentira’ di trasferirlo presso l’Hospice di Fossombrone: qui sarà assistito dal dottor Alberto Brunori, che si occuperà della sedazione, che portera’ Fabio a morire in pochi giorni.
Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, sulla vicenda: “Fabio Ridolfi ha denunciato di essere costretto a scegliere lo strazio prolungato della sedazione profonda a causa del menefreghismo del sistema sanitario, che è lo stesso dei partiti in Parlamento, che ora che è stato fatto fuori il referendum, si rifiutano di discutere e decidere sulla fine vita. Come dice Fabio, è ora di parlare e di decidere sull’eutanasia“.