Il Bari e il calciomercato burlesque

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Sicché, mentre il popolo italiano, puntualmente, indossa gli abiti di CT della nazionale del quale si vorrebbe la testa, mentre arriva, per i De Laurentiis, la seconda sentenza negativa dell’appello, e mentre viene ufficializzato il ritiro di Roccaraso, la pletora di nomi del calciomercato impazza senza sosta. Molti i giocatori accostati al Bari, molti quelli che dovrebbero partire e altrettanto quelli che dovranno rimanere, moderatamente contenuti, invece, quelli che i tifosi non vorrebbero più vedere nella rosa, altri quelli che vorrebbero che proseguissero il rapporto, insomma, siamo nella norma, mentre i tifosi, ovviamente, pendono dalle colonne dei giornali per inebriarsi di nomi e cognomi che alla fine, si sa, rimarranno solo voci e di quelle fin qui citate, ahinoi, non verrà nessuno.

Qualcuno alza, civilmente, la voce sul motivo per il quale i De Laurentiis stiano ancora zitti e non scoperchiano le carte, e questo proprio per evidenziare, ove ce ne fosse bisogno, l’esigenza da parte dei tifosi, di ubriacarsi di nomi e di accordi fatti.

Le trattative ci sono, si sta lavorando sotto traccia senza fretta ma senza tregua. Dispiace per molti, ovviamente, ma il calciomercato inizia il primo luglio e prima di quella data la società continuerà a tacere e a lasciar parlare solo i giornali che vivono di questi stratagemmi per accalappiare like e qualche vendita in più. Così va il mondo. “E’ la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente”, è stata una delle battute cinematografiche più note di tutti i tempi. L’ha pronunciata uno straordinario Ed Hutcheson-Humphrey Bogart alla fine del film “L’ultima minaccia” di Richard Brooks. E così oggi.

Noi da sempre abbiamo optato per l’evitare di dare in pasto ai leoni da tastiera che vivono di voci, nomi e giocatori da accostare al Bari, ci troviamo bene, non siamo agit prop, non abbiamo l’esigenza di ricevere like e consensi perché preferiamo essere onesti e sinceri, quando – e se – questa testata avrà notizie certe sicuramente le fornirà, ma per adesso preferiamo seguire la massima di Wittgenstein “Ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”.

I tifosi fideistici – è risaputo – non sanno vivere il presente, essi viaggiano con la fantasia a mille all’ora, vogliono, pretendono, esigono i “nomi” per poi, puntualmente, criticarli o osannarli, ma per lo più amano criticarli aprioristicamente perché, magari, non sono nomi mainstream.

Si è parlato, tanto per dirne una, di un accordo da sottoscrivere da Polito per prolungare il suo contratto che, secondo qualche sprovveduto, sarebbe stato firmato “entro mercoledì”: ebbene, sono passati ben quattro mercoledì e la firma non è stata, di fatto, ancora apposta. “Gennaro Borrelli è vicino al Bari”, oppure, “Secondo quanto riporta la testata “x”, per la prossima stagione in B il Bari pescherà dal settore giovanile partenopeo Giuseppe Ambrosino, giovane punta che ha realizzato 18 reti nell’ultimo campionato Primavera”. Di questo ragazzo si son perse le tracce. E di Luca Moro, di La Gumina, di Lapadula, di Donnarumma e di tale Frank Tsadjout, ormai tutti biancorossi, ne vogliamo parlare? E di esempi ne potremmo riportare decine e decine, abbiamo preso nota di quasi tutti i “colpi”. Lungi da noi sollevare polveroni e destabilizzare l’ambiente, magari spiazzando la tifoseria, il nostro è solo un esercizio per dimostrare quanto burlesco sia il calciomercato ante litteram. Forse un po’ più di buonsenso, di fede, di calma e soprattutto più silenzio sarebbero opportuni.

Ribadiamo che sarebbe cosa buona e giusta attendere i tempi giusti per poter cominciare a ragionarci su, per esempio dal primo luglio o, anzi, dai giorni di ritiro a Roccaraso perché sarà proprio in quell’occasione che le porte si apriranno per accogliere o per dare l’addio a tanti giocatori. Insomma che si eviti il proverbiale “assalto francese e ritirata spagnola”. Ma, tanto, a chi lo diciamo? Forse i muri potranno ascoltarci. A noi piace ragionare così e non prendere in giro nessuno. Poi ognuno faccia le proprie valutazioni. Noi parliamo con i fatti non con le considerazioni, queste le lasciamo per gli editoriali.

Massimo Longo

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