Governare gli italiani non è difficile è inutile

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Se, al mondo della cultura non sono bastati tre quarti di secolo di istruzione “formativa” e di informazione “disinformativa”, per rendere governabile almeno una generazione di italiani; un simile clamoroso fallimento non è imputabile al solo mondo della cultura che ce l’ha messa proprio tutta, ma che in Italia persino lo scemo del paese nasce talento di creatività.
E il creativo, per quanto all’origine possa sembrare facilmente condizionabile, programmabile e ubbidiente come uno stupido robot; avendo di suo una “fantasia disumana”, è protetto contro qualunque disonesta ideologia che voglia “de-formarlo” e consegnarlo sfruttabile al mercato, e asservibile alla politica.
Lo hanno attribuito a Giolitti, Mussolini e altri; ma chiunque ne sia l’autore, ha immortalato corsi l’ingovernabilità italiana: “governare gli italiani non è difficile, è inutile”.
Perciò rassegnamoci, gli italiani sono talmente liberi, diffidenti e magari una punta pure matti, che non solo non si lasciano irreggimentare da nessun governante che voglia asservirli; ma trovano sempre il modo di aggirare e superare qualunque sbarramento ideologico e giuridico che non garantisca libero profitto individuale.
E se è già un pericoloso atto di presunzione ritenere governabile il popolo italiano; sottovalutare in aggiunta anche l’influenza imponderabile della natura è un’autentica catastrofe: nel nord ricco sì incomincia a parlare di desertificazione di una grossa fetta di territorio italiano per mancanza di acqua.
Sulla terra non c’è niente che possa essere risolto definitivamente a colpi di leggi morali e giuridiche, perché la natura non rispetta nessuna legge umana manco per scommessa.
I grandi pensatori l’hanno definita “disordine dinamico”. E il vero problema non sta nel “disordine”, che in qualche modo ci induce ad ordinarlo; ma nel fatto di essere “dinamico”: cioè disordine in costante incasinamento autodiagnostico e autocurativo, tanto da rendere tardive, inefficaci e non di rado devastanti, anche quelle che passano per tempestive e geniali soluzioni scientifiche.
Quindi, in Italia, ogni forma di razionalizzazione creata attraverso la cultura, le leggi e il mercato fa i conti senza “DUE OSTI”, l’uomo presuntuoso che vuole la natura al suo servizio e la natura ribelle che ne dimostra la tragica fallibilità, presentandogli conti salatissimi.
Un esempio per tutti: la montagna di rifiuti della capitale e i cinghiali che fanno da impianti di smaltimento.
Quale politica e quale istruzione avrà mai il potere di insegnare ai romani a non auto-seppellirsi di rifiuti, e ai cinghiali di rifiutare l’invito a pranzo, per andare a crescere e moltiplicarsi dove il pranzo non c’è?
Insomma, per farla breve, da una comunità di creativi individualisti, egoisti e divisi su tutto, non c’è cultura e non c’è politica che possa ricavarne un POPOLO.
Altro esempio di schizofrenia politica; sapevamo di essere alleati NATO, ma abbiamo trovato normale affidare la vita degli italiani ai nemici della NATO, comprando dalla Russia materie prime, prodotti energetici e alimentari e aspettando che i due belligeranti Russia e America, a colpi di sanzioni e contro sanzioni, (e speriamo si fermino lá) riducano l’Italia: da giardino dell’abbondanza, in cimitero della fame.
Franco Luceri

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