Gli investimenti pubblici generano sempre crescita? Falso

Economia & Finanza

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La convinzione che ancora oggi è radicata, in alcuni settori della società ma ancor più nel mondo politico è che le infrastrutture di trasporto sono “buone in sé”, soprattutto le ferrovie viste come fattore di sviluppo territoriale.

Un mito del passato duro a morire che si staglia sul concetto gomma cattiva/binario buono.

Ne parleremo in un prossimo articolo. Il concetto di “infrastruttura di qualità, che implica la valutazione delle ricadute sociali, ambientali ed economiche nel tempo del disastro climatico sfugge totalmente.

Inutile nascondere che soprattutto negli investimenti pubblici, in Italia e soprattutto nelle ferrovie si riscontano i seguenti negativi fenomeni:

a) influenza politica nella selezione dei progetti;

b) ritardi nella progettazione e nel completamento dei progetti;

c) pratiche corruttive;

d) incremento dei costi rispetto alle previsioni;

e) progetti incompleti;

f) scarsa qualità delle infrastrutture realizzate;

g) problematiche nella fase operativa delle infrastrutture realizzate.

La qualità degli investimenti pubblici è “il” problema italiano

Gli investimenti pubblici possono rappresentare uno strumento per la crescita solo, a condizione che sia garantita la loro qualità e la loro redditività.

Quindi solo a condizione che siano verificati e verificabili, gli effetti economici positivi di questi investimenti.

Nel caso della omissione o se i risultati delle analisi risultino negativi si deve ritenere, che le spese in conto capitale per investimenti non sono diverse dalle spese correnti.

Nessuno degli investimenti ferroviari è stato sottoposto ad ACB da parte di soggetti terzi. In molti casi la scelta dei progetti è guidata da lobby o è dovuta al caso ed esula dalla valutazione di costi e benefici.

Il risultato è dunque che la spesa per investimenti pubblici può rivelarsi ex post produttiva o improduttiva con uguali probabilità, senza che nessuno prima di effettuare le decisioni di spesa abbia accertato rigorosamente la cosa.

Pertanto, fino a quando i meccanismi decisionali, programmatori e valutativi non saranno stati radicalmente riformati, il sistema degli investimenti pubblici italiani è in balia a una totale incertezza e non rappresenta uno strumento per la crescita.

Una delle riforme dovrebbe essere la sottrazione a chi effettua l’investimento di effettuare l’ACB: emblematico il caso delle ferrovie dove RFI effettua l’ACB del primo lotto della Salerno /Reggio Calabria pervenendo a un risultato positivo di 700 milioni di euro, contestatissima da studiosi del settore come Ramella che ottiene dall’analisi, invece un valore negativo per 2 miliardi di euro o Paolo Beria del Politecnico di Milano che arriva a conclusioni ancora più negative.

Queste considerazioni dovrebbero indurre il Governo ad avviare una globale rivisitazione della strategia di programmazione degli investimenti pubblici, impostando un piano di investimenti circoscritti e di elevata qualità, attentamente selezionati, e di cui siano stati valutati preventivamente gli effetti economici (e per i quali sia prevista una specifica valutazione ex post).

Come è stato osservato le analisi costi-benefici sono state osteggiate sia dagli stakeholders che perseguono i propri obiettivi, sia dai decisori e dalle amministrazioni a cui interessa che le risorse vengano assegnate ai loro settori e territori di competenza, anche in contrasto con i risultati di valutazioni economiche effettuate da soggetti “terzi”.

Rilanciare solo gli investimenti pubblici che siano effettivamente certificati da apposite valutazioni che dimostrino la prevalenza dei benefici rispetto ai costi, ossia la redditività sociale di questi investimenti che usano risorse pubbliche scarse.

Questo, sarebbe la vera dimostrazione e non solo le chiacchiere sulla sostenibilità dei progetti a favore dello sviluppo. Riusciremo un giorno a vedere che chi spende soldi pubblici avverte il dovere di rendere conto che è l’architrave dello Stato di Diritto?

Erasmo Venosi

Foto di Photo Mix da Pixabay

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