Per l’investitore Marc Andreessen lo smart working è un “terremoto” che cambierà tutto

Economia & Finanza

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Il top manager aveva già definito lo smart working più rivoluzionario di Internet. “È forse la cosa più importante che sia successa nella mia vita, una conseguenza di Internet che è forse anche più importante di Internet”-

di Alessio Nisi

© Cristiano Minichiello / Agf – Snart working

AGI – Ha parlato di “cambiamento di civiltà” perché le persone non dovranno più scegliere la propria casa in base a dove si trova l’ufficio, un “terremoto” in grado di alterare equilibri in piedi da secoli.

A innescare questa rivoluzione è lo smart working. Parola di Marc Andreessen, co-founder della società di venture capital Andreessen Horowitz (investimenti in Facebook, Lyft, Coinbase, Airbnb, Slack e molte altre) forse uno degli investitori più noti e ascoltati della Silicon Valley per la sua capacità di individuare i cambiamenti in atto nella società (a gennaio la società ha lanciato a16z crypto, fondo da 4,5 miliardi di dollari per investire in startup crypto e web3).
“Ho passato i primi 25 anni della mia vita cercando di capire come funzionano le macchine – ha dichiarato – poi ho passato i secondi 25 anni, finora, cercando di capire come lavorano le persone. Sì, le persone sono molto più complicate”.

Andreessen ha approfondito il tema del lavoro a distanza durante un podcast con Tylor Cowen, economista statunitense ed editorialista del New York Times. Il top manager aveva già definito lo smart working più rivoluzionario di Internet. “È forse la cosa più importante che sia successa nella mia vita, una conseguenza di Internet che è forse anche più importante di Internet”.

“Per migliaia di anni – ha spiegato – se eri un giovane ambizioso (e questo era vero per i Medici di Firenze, come per i greci) dovevi andare in città per avere delle opportunità” ha detto Andreessen.

Ora invece che molte aziende hanno adottato politiche di lavoro a distanza e ibride dall’inizio del 2020, i dipendenti sono liberi di lasciare le grandi città per luoghi più sostenibili e precedentemente meno popolati, come Kansas City, nel Missouri, che è stata recentemente nominata la migliore città degli Stati Uniti per lo smart working.

“Potenzialmente è un terremoto – ha detto Andreessen – è una di quelle cose che fra cento anni le persone potrebbero guardare indietro e dire: ‘Questo è stato un vero punto di svolta’”.

Per Andreessen è destinata a cambiare anche la famiglia. Con un ritorno al passato. Secondo il top manager le famiglie nucleari hanno senso quando i giovani hanno bisogno di allontanarsi dai genitori per avere opportunità economiche. Ma quando puoi lavorare ovunque, le cose cambiano.

E ipotizza nuovi nuclei familiari composti da “quattro generazioni di persone e molti cugini, zie e zii. Un modo fondamentalmente migliore di vivere”.

A confermare le parole di Andreessen ci sono i dati. Le principali città degli Stati Uniti come San Francisco e New York hanno visto un flusso costante di lavoratori spostarsi verso località meno costose, tra cui Austin, in Texas. Secondo uno studio di marzo della piattaforma di lavoro flessibile Upwork, dal 2020 circa cinque milioni di americani si sono trasferiti spinti dalla possibilità di lavorare a distanza.

In Italia, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, sono stati oltre 6 milioni e mezzo i lavoratori che hanno affrontato il passaggio al lavoro da remoto durante il primo anno di pandemia. Sempre secondo l’Osservatorio, nella sua ultima rilevazione, è emerso che lo Smart Working non è stata una soluzione contingente.

Con 4,07 milioni di lavoratori connessi da remoto a settembre 2021, il graduale rientro in ufficio non ha segnato infatti il declino di questo paradigma del lavoro che arriverà a coinvolgere ben 4,38 milioni di lavoratori, che opereranno almeno in parte da remoto, in una formula al momento definita ibrida.

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