Nella residenza di Trump a Mar-a-lago i documenti top secret sulle spie all’estero

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È stato pubblicato l’affidavit di 38 pagine sugli incartamenti sequestrati dall’Fbi durante le perquisizioni nella tenuta dell’ex presidente. Biden: “Il Dipartimento di Giustizia stabilirà se l’ex presidente violò la sicurezza”.

Donald Trump

 

AGI – Nelle 38 pagine della richiesta di perquisizione nel resort in Florida di Donald Trump si fa riferimento a “documenti classificati” segnati come “Hcs”, cioè di “alto livello” di informazioni, alcune sono legate alla Corte di sorveglianza dell’Intelligence agli esteri e altri documenti condivisi con Paesi stranieri. Ci sarebbero anche documenti legati a informatori degli 007 in tutto il mondo oltre a riferimenti a un sistema di controllo creato per proteggere gli stessi informatori, classificati come “human intelligence”.

Tra i documenti di cui si parla, e contenuti in scatole portate via dalla Casa Bianca il 18 gennaio e caricate su due camion, c’è anche una lettera scritta dall’avvocato di Trump, Evan Corcoran, al dipartimento Giustizia, in cui si difendeva l’operato dell’ex presidente riguardo la tutela della segretezza dei documenti.

In sintesi, scorrendo le pagine dell'”affidavit” reso pubblico in queste ore, Trump si era conservato una serie di riferimenti a informatori clandestini che all’estero collaborano con gli Stati Uniti.

La pubblicazione o diffusione delle identità avrebbe potuto o potrebbe mettere a rischio non solo le “spie” straniere ma le operazioni condotte dai servizi americani. Dall’8 agosto, giorno delle perquisizioni nel resort di Mar-a-Lago, Trump ha sempre sostenuto di “non aver fatto niente di male”, ma non ha mai spiegato perche’ si fosse portato via informazioni così delicate.

Sarà il dipartimento di Giustizia a stabilire se la sicurezza nazionale stata compromessa a Mar-a-Lago, la residenza dell’ex presidente Usa, Donald Trump, dove l’Fbi ha sequestrato documenti riservati. Lo ha dichiarato ai cronisti il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Lo lasceremo stabilire al dipartimento di Giustizia”, ha risposto Biden a un giornalista, secondo quanto riporta Reuters.

La replica di Trump: “Non ho fatto niente di male”

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reagito alla divulgazione di una versione incompleta del documento con le ragioni che hanno giustificato la perquisizione della sua villa in Florida, assicurando di non aver fatto “nulla di male” e che quanto accaduto è “un attacco politico”.

“Non ho fatto nulla di male. In pratica siamo stati attaccati, abbiamo subito un’incursione. Hanno aperto le casseforti, hanno portato molti, molti agenti dell’FBI, proprio prima delle elezioni di midterm di novembre“, ha scritto sul suo social network Truth. Trump ha sottolineato che il testo reso pubblico è “pesantemente rimaneggiato” e senza alcuna menzione di armi “nucleari”, definendolo un “totale sotterfugio di pubbliche relazioni da parte dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia”.

L’affidavit è stato reso pubblico con gran parte del testo oscurato e molte porzioni coperte; la versione con questi interventi è stata pubblicata con il via libera del giudice federale Bruce E. Reinhart, in Florida. Il Dipartimento di Giustizia federale ha presentato questa versione al giudice dopo aver avvertito, in un’udienza del 18 agosto, dei rischi per la “sicurezza nazionale” derivanti dalla piena divulgazione del testo.

“Il giudice Bruce Reinhart non avrebbe MAI dovuto permettere la perquisizione della mia casa. Due mesi fa si è dissociato da uno dei miei casi a causa della sua animosità e del suo odio per il vostro presidente preferito, me. Cosa è cambiato? Perché non l’ha fatto in questo caso? Obama dovrebbe essere molto orgoglioso di lui in questo momento!”, ha aggiunto Trump.

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