Un bel Bari si fa beffare dalla Spal. Solo un pareggio

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Foto SSC Bari

Non si rimane imbattuti per oltre un mese per caso, non perdere non è mai un dettaglio. Anzi. Tralasciando le amichevoli sciogli muscoli e gambe di Roccaraso dove le prevedibili goleade sono state di routine, il Bari ha perso solo a Frosinone in amichevole per quanto potesse valere questa gara, poi solo punti, bel gioco, qualche lacuna qua e là soprattutto in difesa, ma tutto sommato si è visto un Bari divertente, già in palla atleticamente e fisicamente, e spiritualmente già calato nella parte di protagonista in cadetteria, un Bari che, a detta del suo presidente, deve recitare la parte di una squadra che deve lottare per una salvezza tranquilla, ed invece dopo la gara di oggi, a prescindere dal risultato penalizzante, dopo il bel gioco profuso, e dati anche i rinforzi arrivati l’altro giorno, i tifosi che oggi sono accorsi in 18 mila (un record tenuto conto che era sabato ed erano le 14) hanno ragione a crederci, ad alzare l’asticella, a chiedere alla società, alla squadra, di osare di più.

Rinviato ancora l’esordio di Zuzek, ritorna Mazzotta in campo preferito a Dorval, mentre Mignani conferma Bellomo dietro le punte, il resto è sovrapponibile a Perugia.

Forse uno dei primi tempi migliori visti quest’anno, un Bari che ha divertito, che ha sofferto, coraggioso che si è impegnato, un Bari dotato di giocatori con spirito di sacrificio e che è riuscito a chiudere sul due a zero il primo tempo con due perle dei suoi due attaccanti di punta, Cheddira ed Antenucci, che si sono scambiati gli assist ed hanno segnato.

Un Bari bello, concerto, micidiale sulle ripartenze che ha approfittato degli spazi concessi dagli estensi che, forse, credevano di giocare una partita d’assalto e che invece hanno dovuto fare i conti con il gioco devastante del Bari dalla cintola in su, perché da quella in giù, come sempre, ha sofferto non poco con le solite puntuali amnesie dei centrali difensivi a causa delle quali, così come accaduto a Perugia e altrove, stavolta La Mantia ha colpito tranquillamente di testa tutti i palloni arrivati a lui, e un po’ l’imprecisione, un po’ la fortuna ed un po’ la bravura di Caprile hanno detto no al gol ferrarese. Una squadra, quella spallina, che ha sfruttato le fasce da dove sono partiti i cross per la testa degli attaccanti.

Nel secondo tempo il Bari si è fatto schiacciare dalla Spal per una buona mezzora nella quale ci ha creduto tanto che nel giro di pochi minuti è riuscita a pareggiare con La Mantia che ha approfittato di un amnesia di Mazzotta, e con Rabbi, subentrato, che dalla distanza ha trafitto Caprile. Poi ancora tanti capovolgimenti di fronte, tante le occasioni da rete sbagliate dal Bari da un po’ tutti gli attaccanti, un segnale chiaro che ai numeri avrebbe meritato di vincere, ma il calcio è così, dolce e amaro.

La gara è stata comunque bella, avvincente, anche Salcedo ha dimostrato di essere già in clima campionato e sicuramente il suo apporto potrà essere importante quest’anno. Buona la prova di Cangiano.

Un primo tempo da serie A, una squadra strepitosa, poi un calo nel secondo che forse andava intercettato prima da Mignani con qualche cambio da effettuare precedentemente. Però il Bari anche nella ripresa ha cercato di vincere la gara creando almeno quattro occasioni nitide da gol purtroppo sbagliate. Insomma a prescindere dal risultato è stato un bel Bari.

La squadra nel primo tempo ci ha trasportato in un sogno, con un gol da manuale di Antenucci e con un altro più spettacolare di Cheddira, ma poi si è tornati in terra perché la qualità ce l’ha il Bari ma ce l’hanno anche gli altri, e la Spal è una di quelle, anche chi è entrato non è riuscito a bissare il Bari del primo tempo, ma tutto sommato è un buon punto che fa classifica e che dà continuità alla imbattibilità. Perché bisogna vedere anche il bicchiere mezzo pieno oltre che quello vuoto.

Nel secondo tempo forse si è sottovalutato l’avversario, forse ci si è sentiti appagati e c’è stato il calo fisico o forse mentale, poi i cambi di Venturato, un top per la categoria, hanno fatto il resto tanto da risultare decisivi e determinanti ai fini del risultato, e il Bari non è più riuscito a reggere l’impatto degli emiliani, poi c’è da ricordare che si è perso Maita per strada e forse anche questo ha inciso nella resa, però c’è da tenersi stretto questo punto, il Bari è pur sempre una matricola e occorre andare avanti coi piccoli passi, del resto non ci pare che le società ricchissime stiano facendo sfracelli, Genoa escluso che nonostante abbia impattato contro il Parma in casa, sta pian piano ingranando dopo un momento di appannamento.

La squadra ha giocato fino in fondo, sul 2-2 ha provato a vincere dando l’impressione di essersi calata nella realtà della B. Poi si potrà tutto migliorare ma la prima cosa da registrare è la difesa perché uno-due gol a partita – dice l’evidenza – si beccano sempre a prescindere dai miracoli di Caprile. Sono gare che servono per crescere, per migliorarsi.

Una citazione particolare la merita Mirco Antenucci, che a dispetto dell’età, è davvero un campione in campo di stile, di generosità e di bravura. Anche Di Cesare sembra in gran forma almeno nel disimpegno e nei contrasti, peccato però perché ha difficoltà nell’anticipo degli avversari in area di rigore.

Massimo Longo

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