“Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. Continuiamo la nostra lotta”, sullo striscione del corteo dei 30 mila a Roma.
AGI – Un appello alla politica a tenere l’emergenza climatica in cima all’agenda del governo e del Parlamento che usciranno dalle elezioni di domenica: è questo il messaggio lanciato dalle piazze di una settantina di città italiane, da Bolzano a Catania, in cui è tornata la mobilitazione dei Fridays for Future con decine di migliaia di partecipanti.
L’obiettivo degli scioperi del Global Climate Strike è di riportare la crisi climatica al centro dell’attenzione pubblica promuovendo la giustizia climatica con lo slogan “People non profit”, le persone e non il profitto. In Italia la mobilitazione è stata ancora più forte per la concomitanza elettorale ma le proteste si sono svolte in tutto il mondo.
A Stoccolma la fondatrice del movimento, Greta Thunberg, ha manifestato davanti al Parlamento con altri otto attivisti e poi ha twittato: “Settimana 214 di sciopero scolastico”.
Tra le iniziative più emblematiche c’è il fango raccolto dalle recenti alluvioni a Senigallia e spalmato da 300 attivisti sulla scalinata di Palazzo Raffaello, sede della Regione Marche, ad Ancona. Del resto la prevenzione del dissesto idrogeologico è una delle priorità dei ‘Fff’. La Regione ha presentato un esposto per l’imbrattamento.
Due i cortei di giovanissimi che sono sfilati a Milano mentre a Napoli c’è stata una protesta davanti alla stazione marittima contro le Grandi navi con uno striscione: “Ma quale transizione… rivoluzione ecologica ora”.
Dalla politica e dai sindacati sono arrivati messaggi di sostegno. Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde, e Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra, hanno partecipato al corteo di Roma. “La priorità, per noi, è quella di affrontare le grandi questioni della giustizia sociale e della giustizia climatica dimenticate da tutti in questa campagna elettorale”, ha spiegato Bonelli. Per Fratoianni “è ora di salvare il Pianeta, basta vuote promesse. È ora di agire”.
“Siamo già in ritardo, occorre cambiare il modello di sviluppo”, “fare investimenti e avviare un vero processo di giusta transizione economica”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, anche lui presente alla manifestazione nella capitale.