L’elezione del presidente del Senato: procedura, tempi e un po’ di suspence

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Possono servire fino a un massimo di quattro scrutini per scegliere la seconda carica dello Stato

di Barbara Tedaldi

© Francesco Fotia / AGF  – L’aula del Senato

 

AGI – La più drammatica fu quella che portò Carlo Scognamiglio alla guida di palazzo Madama, invece di un pallidissimo ed esausto Giovanni Spadolini, prima di allora era quasi una banale pratica svolta in mezza giornata, dopo di allora ha spesso creato polemiche e grattacapi.

L’elezione del presidente del Senato è cambiata negli anni e nelle fasi storico-politiche della storia dell’Italia repubblicana. Quello, o quella, che sarà eletta il 13 o 14 ottobre 2022, dopo le elezioni del 25 settembre, sarà il 21’ presidente della Camera alta.

La presidenza del Senato è la seconda più importante carica della Repubblica italiana. Il presidente del Senato esercita le funzioni di presidente supplente in sostituzione del presidente della Repubblica in ogni caso in cui questi non possa svolgerle.

Per la sua elezione è richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti l’assemblea nei primi due scrutini, nel terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta dei senatori presenti, se nessuno raggiunge nemmeno questa maggioranza si procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue un voto in più.

Per tutta la prima Repubblica, con la sola eccezione di Giovanni Malagodi che ebbe bisogno di tre scrutini per essere eletto, il presidente del Senato veniva scelto con un solo scrutinio, in base ad accordi di maggioranza rigorosamente blindati. Con l’avvento della seconda Repubblica, i due schieramenti continuarono a eleggere un presidente di maggioranza, ma con elezioni molto più combattute.

L’aula di palazzo Madama ricorda ancora l’elezione che nel 1994 vide confrontarsi Giovanni Spadolini, presidente uscente sostenuto dalle forze di centro e di sinistra, e Carlo Scognamiglio, liberale sostenuto dal Polo delle libertà. Al quarto scrutinio, un ballottaggio fra i due appunto, il presidente di turno Francesco De Martino annunciò la perfetta parità 161-161 che, grazie alla legge dell’anzianità avrebbe dato la vittoria a Spadolini. Lungo applauso per il leader repubblicano e strette di mano. Poi la doccia fredda: in sede di riconteggio una scheda prima archiviata fu reinterpretata perché la scritta scognaMIGLIO fu attribuita al liberale, che superò così il presidente uscente per un voto. Nel frattempo l’emiciclo era diventata l’arena di una corrida di parole, la proclamazione di Scognamiglio fu accolta dalle grida ‘presidente, presidente’ e dall’esultanza del centrodestra. “Non è mica la presa della Bastiglia” tagliò corto l’anziano De Martino.

Meno tesa ma altrettanto movimentata fu l’elezione, dodici anni dopo, di Franco Marini. Contro di lui la Casa delle libertà sostiene Giulio Andreotti. Nel secondo scrutinio a Marini vengono tolti tre voti perché sulla scheda viene indicato con il nome proprio Francesco, invece di Franco.

Un lungo applauso parte in anticipo dai banchi del centrosinistra ma dopo una lunga battaglia procedurale, la votazione viene annullata dal presidente di turno Oscar Luigi Scalfaro e ripetuta a sera tardi. Serve però il terzo scrutinio per eleggere Marini, con 165 voti.

Ma per un ripasso più preciso, ecco date, numeri e nomi dei presidenti del Senato della Seconda Repubblica.

  • 1994. 15-16 aprile Carlo Scognamiglio, 4 scrutini, maggioranza centrodestra
  • 1996. 9 maggio Nicola Mancino, 2 scrutini, maggioranza centrosinistra
  • 2001. 30 maggio Marcello Pera, 1 scrutinio, maggioranza centrodestra
  • 2006. 28-29 aprile Franco Marini, 3 scrutini (1 annullato), maggioranza centrosinistra
  • 2008. 29 aprile Renato Schifani, 1 scrutinio, maggioranza centrodestra
  • 2013. 15-16 marzo Pietro Grasso, 4 scrutini, maggioranza centrosinistra
  • 2018. 23-24 marzo Elisabetta Casellati, 3 scrutini, maggioranza centrodestra e M5s.

I precedenti presidenti sono stati Ivanoe Bonomi (1948), Enrico De Nicola (1951), Giuseppe Paratore (1952), Meuccio Ruini (1953),  Cesare Merzagora (1953, 1958, 1963), Ennio Zelioli-Lanzini (1967), Amintore Fanfani (1968, 1972), Giovanni Spagnolli (1973), Amintore Fanfani (1976, 1979), Tommaso Morlino (1982), Vittorino Colombo (1983), Francesco Cossiga (1983), Amintore Fanfani (1985), Giovanni Malagodi (1987), Giovanni Spadolini (1987, 1992).

Qualche spigolatura: Fanfani ebbe il record di cinque presidenze: sempre Fanfani con Cossiga e Spadolini furono anche Presidenti del Consiglio; De Nicola e Cossiga divennero poi presidenti della Repubblica. Unica donna è stata Elisabetta Casellati. Il più giovane è stato Carlo Scognamiglio, a 49 anni.

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