Sirene dell’Antimafia sul comune di Rende, dal Viminale indicazioni per una commissione d’accesso

Calabria

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Dopo poco più di 24 ore dalla revoca dei domiciliari al sindaco di Rende, Marcello Manna, la Prefettura di Cosenza con a capo Vittoria Ciaramella su delega del ministero dell’interno, Luciana Lamorgese, ha nominato una commissione di accesso nel comune di Rende.

Tale Commissione, composta da Antonio Reppucci, prefetto, Giuseppe Zanfini, dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Paola e dal tenente colonnello Dario Pini, comandante del Reparto Operativo provinciale dei Carabinieri di Cosenza, avrà lo scopo di verificare se la macchina comunale, ha avuto, attraverso collegamenti diretti o indiretti, rapporti con la criminalità organizzata, ai sensi dell’articolo 143 del testo sugli ordinamenti locali.

Il primo cittadino, coinvolto nell’inchiesta “Reset”, portata avanti dalla procura della Repubblica di Catanzaro, è accusato di scambio elettorale politico – mafioso, in particolare di aver avuto dei contatti con esponenti di spicco della ‘ndrangheta, che avrebbero favorito la sua rielezione nel 2019.

Sotto la lente degli inquirenti, c’è anche il bando di gara per la gestione del palazzetto dello sport comunale.

La commissione d’accesso avrà tre mesi di tempo, con la possibilità di prolungare i tempi, per studiare a fondo i documenti inerenti alle questioni sopra citate e non solo.

Se guardiamo negli archivi, vediamo come il Comune di Rende, abbia avuto già nel 2013, dei trascorsi simili, quando l’amministrazione venne sciolta per infiltrazioni mafiose.

Al centro dell’inchiesta, allora come oggi, c’era l’accusa di voto di scambio e corruzione elettorale. L’operazione venne battezzata “Terminator 4”, e vide iscritti al registro degli indagati, il primo cittadino Bernaudo e l’assessore Ruffolo.

Chissà questa volta come andrà a finire.

Sta di fatto, che la matematica non aiuta la nostra regione, infatti la Calabria è prima in classifica per scioglimenti di consigli comunali dal 1991, con 113 amministrazioni commissariate su 364 in tutto, si tratta del 35%, al secondo posto si piazza la Campania con il 30%, poi la Sicilia con il 25%, e la Puglia con il 6 %.

Mariachiara Monaco

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